Boomdabash: quando il talento incontra la perseveranza nasce il successo... I retroscena del Festival di Sanremo
A poco più di quattro settimane dal 69esimo Festival di Sanremo, il brano “Per un milione” con cui i Boomdabash hanno esordito
sul palco del teatro Ariston, è già stato certificato disco d’oro. Abbiamo voluto intervistare Angelo Rogoli in arte Biggie Bash, frontman del gruppo di cui fanno parte Angelo Cisternino, Paolo Pagano (Payà) e Fabio Clemente (Ketra) per farci raccontare l’esperienza vissuta durante i giorni del Festival a Sanremo.
Angelo, qual’è stata la prima reazione, quando vi è stato comunicato che avreste partecipato al Festival ?
Sicuramente abbiamo vissuto attimi di felicità, ma l’euforia è durata molto poco in quanto siamo subito entrati nel mood di ciò che ci avrebbe atteso nei giorni seguenti. Abbiamo festeggiato con gli amici e la famiglia.
La prima persona a cui l’hai detto?
La mia ragazza ovviamente, era con me quando c’è stata data comunicazione ufficiale e subito dopo l’ho detto a mia madre.
Quali cambiamenti ha comportato la vostra partecipazione al Festival?
Sicuramente tanto lavoro in più, tante nuove responsabilità, abbiamo pochissimo tempo libero. Siamo usciti da Sanremo nella rosa dei vincitori morali, il nostro nome è ai vertici di tutte le classifiche, radio, vendite. È andata alla grande. Esibirsi cinque giorni sul palco di Sanremo significa che stai lavorando a ciò che verrà dopo, abbiamo partecipato con la consapevolezza che il Festival sarebbe stata una cassa di risonanza per il lavoro che saremmo andati a fare a posteriori. Attorno a noi c’è molta più attenzione a livello mediatico, quando vado a fare la spesa mi devo fare dieci, quindici, venti foto, però credo che sia anche quello il bello del nostro lavoro.
I Boomdabash seguono un rituale prima di esibirsi sul palco?
Si, anche se in realtà non c’è un unico rituale collettivo, ognuno ha il proprio. Io prima di salire sul palco dell’Ariston ho pregato. In generale quando devo fare qualcosa per cui sono molto preoccupato, essendo credente, prego.
Chi fra voi ha retto meglio i ritmi frenetici e lo stress del Festival secondo te?
Non saprei, è stato molto difficile, personalmente pensavo che non avrei retto così bene, immaginavo che avrei iniziato a sentire molto presto gli effetti della pressione, invece ce l’ho fatta, anche se devo ammettere che a quattro settimane dalla fine del Festival ancora risentiamo gli effetti della tensione subita in quei giorni. Penso che Ketra abbia retto lo stress meglio degli altri, ha affrontato il Festival positivamente senza caricarsi di troppe ansie, io invece avevo timore che qualcosa andasse storto, sono stato molto “calcolatore” nel senso che ho vagliato tutte le possibilità. Stavamo affrontando una competizione ed era necessario avere una strategia quindi per me era fondamentale restare concentrato.
Ritieni che ci siano stati favoritismi?
Sicuramente ci sono stati gruppi che si esibivano sempre in prima serata e altri al contrario sempre durante la seconda fascia oraria, da regolamento, ci dovrebbe essere una turnazione. La situazione che più mi ha infastidito è accaduta durante la serata dei duetti con l’ospite. Noi ci esibivamo con Rocco Hunt e il coro di voci bianche, I Musici Cantori di Milano, Claudio Bisio al termine dell’esibizione ha esortato noi e i bambini a scendere subito dal palco. È stato un comportamento di cattivo gusto, ovviamente in quei giorni non puoi sollevare polemiche, ma è stato un atteggiamento inopportuno non tanto per noi, quanto per i bambini. È contradditorio fare teatrini sul palco dell’Ariston sulla dignità e il rispetto e poi assumere un atteggiamento così ipocrita. Evidentemente era necessario far scendere i Boomdabash e il coro dal palco. Credo che questa sia stata l’unica pecca rilevante in merito alle presentazioni degli artisti.
Claudio Baglioni, direttore artistico di Sanremo che tipo è?
A Baglioni non sono riuscito neanche a dargli una stretta di mano, la nostra partecipazione al Festival è stata fortemente voluta da lui. È un artista inavvicinabile. A Sanremo si crea un circuito strano, non ti muovi liberamente, ogni volta che devi entrare in una zona viene chiesto il pass, è tutto blindato. Solo quando abbiamo fatto gli scatti per “Tv Sorrisi e Canzoni” abbiamo avuto accanto Claudio. È un tipo simpatico, dalla battuta pronta. Ricordo un solo momento in cui ho avuto un contatto diretto con lui. È stato subito dopo la nostra presentazione in una delle serate, in cui ci siamo scambiati affabilmente un sorriso.
Quale brano secondo te avrebbe meritato la vittoria a Sanremo?
Quello cantato da Loredana Berté, senza dubbio. È un bellissimo brano, l’arrangiamento spacca. Loredana avrebbe meritato di salire sul podio e di vincere il Festival. Credo sia stato ingiusto non proclamare la sua vittoria, nonostante questo, la sua canzone sta avendo un enorme successo. Loredana trae forza dalla musica, quando è immersa in quello che è il suo lavoro diventa un’altra persona, s’impegna con tutta se stessa e a Sanremo questo si è visto.
Tre aggettivi per descrivere la Berté.
Rivoluzionaria. Diva. Rock star. Umanamente parlando è molto umile, nonostante sappia di essere Loredana Berté. Lei è tanto protettiva, soprattutto nei nostri confronti, si rivolge a noi con l’appellativo “i miei bambini.” Nel tempo è diventata un po' la mamma dei Boomdabash. È una persona dolce, di quelle che ti sanno mettere subito a tuo agio.
Qual è la tua opinione in merito al brano “Soldi” di Mahmood?
Guarda, io sono fan di Mahmood, lui è un grandissimo autore, scrive per Giorgia, per Mengoni e per tanti altri cantanti del panorama italiano. È un ragazzo davvero in gamba, ma tuttavia secondo il mio parere, il brano che ha portato a Sanremo non era da primo posto davanti a tanti altri brani del calibro “Cosa ti aspetti da me” della Bertè.
Vi aspettavate la sua vittoria?
No, non se l’aspettava nessuno. Non è un brano che personalmente avrei fatto vincere a Sanremo. Molto belli secondo me erano i brani di Irama ed Ex-Otago.
Con quale artista Italiano vorresti duettare?
Ora come ora, mi piacerebbe fare un duetto con Zucchero o con Mengoni.
Zucchero ha un’attitudine molto simile a quella dei Boomdabash, è uno sperimentatore musicale, lo sento molto vicino a noi. Mengoni, credo sia una delle voci più belle che al momento abbiamo in Italia.
Obiettivi a breve termine?
Stiamo continuando a fare musica, stiamo lavorando al singolo che uscirà la prossima estate.
Angelo fra cinque anni dove e come s’immagina?
Fra cinque anni, avrò quarant’anni, non so, sul futuro ho una visione particolare, preferisco ragionare a breve termine. Se devo dirti qual’é una delle mie speranze, sicuramente ti direi quella di avere un figlio, una famiglia e di continuare a fare quello che faccio attualmente; lavorare nell’ambito musicale, anche come autore per altri cantanti, come ho già fatto ad esempio con il brano “Assenzio” cantato da J-Ax e Fedez e “D’estate non vale” da Fred De Palma scritti da me. Al primo sono stati assegnati quattro dischi di platino e due al secondo brano.
Un consiglio che daresti ad un artista emergente?
Sicuramente di non fare l’errore che fanno in molti, cioè di non iniziare a lavorare puntando ad un ritorno economico immediato, i soldi non devono mai essere un fine. Non bisogna fare musica per un tornaconto economico. Noi non abbiamo iniziato così. Tanti ragazzi che ho conosciuto e che avevano talento, hanno smesso di far musica perché non guadagnavano. Il cavallo vincente si vede lì, quando continui a fare quello che ti piace anche quando non hai un riscontro economico a breve termine. Bisogna aver sete di fare ciò che ami per andare avanti, la passione è quella che ti conduce al successo, i soldi devono essere un mezzo per fare sempre di più e bene.
La strofa di una vostra canzone che più vi rappresenta?
Il pezzo sicuramente è “Survivor”, la parte in cui Payà dice “Sopravviverò anche se in tasca non ho niente” in quanto rappresenta l’approccio e la mentalità con cui i Boomdabash hanno iniziato e continueranno a far musica. “Survivor” è un pezzo forte dal punto di vista emotivo che ci rappresenta particolarmente.
Il 9 Maggio, all’Alcatraz di Milano i Boomdabash festeggeranno i primi 15 anni di carriera. Puoi dirci qualcosa in più?
Si, ci saremmo dovuti esibire il 24 gennaio, ma è stato necessario posticipare per motivi inerenti al Festival. Il 9 Maggio si terrà a Milano il concerto “Boomdabash&Friends”, ci saranno tanti artisti, gli ospiti saranno svelati in corso d’opera insieme alla pubblicazione delle date ufficiali dei concerti sulle nostre pagine Facebook e Instagram. Quindi vi consiglio di restare connessi!
Sara Calvano