105° Anniversario dell’Incoronazione del quadro miracoloso della Madonna del Carmine (di Carmelo Colelli)

Per festeggiare il cinquantesimo anniversario dell’incoronazione, l’arciprete Don Daniele Cavaliere, organizzò una missione mariana

nei mesi di Aprile e Maggio 1964 ed una cerimonia per il 14 Luglio dello stesso anno.

Per tale occasione, invitò tutta la popolazione mesagnese con un personale messaggio, i manifesti vennero affissi per tutto il paese, uno di questi, dopo tanti anni, è ancora ben conservato dalla Signora Rita Fasano che il 13 Aprile 2014 ne pubblicò una copia nella pagina “Amici di Le Ali di Mirna”.

Quella missione fu molto speciale ed è con molto piacere che vi racconto un episodio avvenuto in quei giorni.

Nel mese di Aprile di quell’anno a Mesagne vi fu una importante missione Carmelitana, che si concluse nel successivo mese di Maggio, in questo periodo il quadro della Madonna fu portato in processione in tutti i rioni del nostro paese e si utilizzarono “li rimesi”, quelle più grandi, per ospitare il quadro e la gente in preghiera. In queste “rimese”, i proprietari avevano allestito un altarino, utilizzando le coperte e le tovaglie, quelle più belle, la gente del vicinato si era adoperata per portare fiori e candele, era una festa, era la festa della gente semplice.

Io ero un ragazzino di dieci anni, facevo parte del gruppo “I Fiori del Carmelo”, alla cui guida vi era la signorina Lupo, quella che abitava alla strada di S. Vito prima del passaggio a livello.

Insieme ad altri ragazzi dei quali non ricordo i nomi, partecipavamo agli incontri di preghiera, e poi in processione, con la nostra fascia marrone messa di traverso sul petto, la candela nella mano destra, insieme alle Terziarie Carmelitane e alla gente, accompagnavamo il prezioso quadro da un rione all’altro.

L’ultimo giorno di questo peregrinare, era una Domenica di Maggio, il tempo era oramai bello già da alcuni giorni, sempre sereno, la pioggia non si vedeva già da parecchio.

Il quadro era al rione Grutti, era lì dalla Domenica precedente, avevano allestito una specie di grossa baracca, con lamiere e teli di sacco, un altare al centro con su il quadro e attorno fiori e candele.

Quest’altarino di grandi dimensioni era ubicato dopo il passaggio a livello, lì dove un tempo fi faceva la fiera del bestiame.

I padri missionari avevano visitato durante la settimana le famiglie ed avevano pregato con loro, a volte avevano pregato col linguaggio proprio della nostra terra, in dialetto, per arrivare a tutti.

L’ultima processione doveva partire dalla Chiesa del Carmine, per giungere al Rione Grutti, e poi tornare col quadro.

L’appuntamento era stato fissato per le quattro del pomeriggio.

All’interno del corridoio adiacente la chiesa del Carmine, tutti i gruppi erano pronti per partire in processione, le terziarie Carmelitane con il loro “abitino” sul petto, i Fiori del Carmelo, i chierichetti, i sacerdoti, la gente.

Tutti pronti!

Ad un tratto il cielo cominciò ad oscurarsi e pian piano una pioggerellina cominciò a venire giù, tutti fermi, tutti pronti ed in attesa che spiovesse.

Il tempo passava, la pioggia continuava a venire giù sempre più intensa, il cielo oramai era nero e le strade cominciavano a riempirsi di acqua, lampi e tuoni, non era una burrasca ma un vero e proprio temporale.

L’acqua allagò anche buona parte del corridoio dove tutti eravamo in attesa ed il tempo continuava a passare, erano già le sette di sera quando i Fiori del Carmelo si tolsero la fascia, le Terziarie si tolsero l’abitino e i chierichetti andarono in sacrestia insieme ai sacerdoti per togliersi gli abiti da cerimonia.

Si pregava e si mormorava piano, dispiaciuti cominciammo ad andare via.

Il quadro rimase al rione Grutti, il temporale mise a dura prova l’altarino, la baracca e il quadro stesso.

La mattina del Lunedì le donne del rione, rimisero a posto i fiori e le candele, e molte di loro si fermarono a recitare poste di rosario.

Il quadro rimase lì ancora per un’altra settimana, e per tutta la settimana la gente del rione continuò a visitarlo, a portare fiori e candele.

Al posto di quell’altarino ora vi è la piccola chiesa del rione Grutti.

Carmelo Colelli

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