La lampada votiva fatta in casa (Carmelo Colelli).
Un bicchiere, solitamente in vetro spesso, bianco o colorato, pieno a metà di acqua e su questa un dito di olio,
sulla superfice esterna dell’olio veniva poggiata solitamente una rondella, o una striscia di legno leggero o sughero, questa struttura galleggiava sull’olio, era forata al centro, su di essa veniva poggiato un lamierino triangolare anch’esso forato, nei due foro passava un piccolo stoppino che da una parte pescava nell’olio e dall’altra veniva acceso.
Era abitudine diffusa tenere sul comò, sempre per tutto l’anno, o su una mensola ad angolo nella camera da letto, statuine, santini e foto dei propri defunti.
Per il mese di novembre si prendeva un centrino ricamato, lo si poneva sul comò o sulla mensola vicino ai santini e alle foto, su questo si poggiava il bicchiere-lampada-votiva e lo si accendeva.
Alcuni lo lasciavano acceso anche di notte, altri lo spegnevano la sera prima di andare a dormire e lo riaccendevano appena svegli.
Negli anni passati, le famiglie era un po' più numerose, nella stessa casa abitavano anche i nonni e a volte anche le zie e gli zii, ai ragazzi era fatto assoluto divieto di entrare nella camera da letto dei nonni per giocare, come avveniva nei vari periodi dell’anno, all’imbrunire solitamente la nonna in camera da letto recitava il santo rosario e le litanie dei santi e l’eterno riposo per i defunti.
Carmelo Colelli