La vecchia nostalgica ... Quaremma!
Una tradizione passata che oggi diventa per tutti una folcloristica curiosità.
La quaremma, moglie del Carnevale ormai morto, un tempo era appesa per le vie del paese il mercoledì delle ceneri a testimonianza dell’inizio del periodo di Quaresima. Un rito, forse, risalente al II secolo d.C. e che rappresenta i quaranta giorni di moderazione e purificazione dell’anima precedente il giorno di Pasqua.
La quaremma, un fantoccio di cencio vestito a lutto, simboleggia appunto l’arco di tempo caratterizzato dalla penitenza e dall’astinenza. È, dalla tradizione popolare, ricordata come una donna vecchia che ha tra le mani lu fusu (fuso) e la macennula (arcolaio), strumenti tipici della donna del passato e simboleggia la laboriosità e lo scorrere del tempo. Proprio per questo motivo pare che la quaremma abbia un legame con la mitologia classica. Infatti essa richiama Cloto, una delle tre Moire greche, secondo il racconto esiodeo figlie di Zeus e Temi. Il suo nome deriva dal greco Klothes, che significa appunto “io filo”, tanto che iconograficamente si identifica come colei che fila il destino degli uomini.
Il pentimento religioso vissuto durante il periodo quaresimale è quindi il significato mistico attribuito alla figura della quaremma. La privazione della carne, dei latticini e delle uova era fondamentale durante la Quaresima, la quale s’interrompeva il Sabato Santo. Infatti, mentre le campane annunciavano la resurrezione di Gesù, il fantoccio era appeso a un palo e bruciato in segno di purificazione dell’anima. Il periodo di rinunce era, quindi, terminato e tutte le uova e il formaggio preparati in precedenza erano consumati durante il Lunedì dell’Angelo. Comunemente nota come Pasquetta, essa un tempo era molto sentita dalla popolazione contadina, soprattutto in Contrada Coltura, ove si trova tuttora la cappella di S. Maria della Selva, celebrata e festeggiata proprio il Lunedì di Pasqua.
Per il secondo anno di seguito la quaremma sarà appesa per le vie del paese, ossia in piazza Umberto I, via S. Margherita, via della Repubblica, via Pagliara, via Fosse Ardeatine, via Baracca, via F. D’Ippolito, via Scazzeri, via Piave e via Torre.
La Pro Loco, con i suoi giovani collaboratori, ha deciso di riprendere una tipica usanza del passato per valorizzare e promuovere il territorio e le sue intramontabili tradizioni.
La comunicazione è stata inviata in redazione dalla Pro-loco Latiano.