Ripristinata la processione dell'Addolorata Sabato Santo. La cronistoria degli eventi e la lettera del Viandante Azzurro del 2009 al Papa Carol Wojtila.
La notizia del ripristino della processione dell’Addolorata la notte di Sabato Santo 20 aprile 2019 alle ore 3.30 ha riempito di gioia la comunità
cattolica di base; nel 2009 quando la stessa fu soppressa in modo repentino dal vescovo di allora creò notevoli perplessità ed addirittura in quella notte i fedeli ripercorsero le vie della città al suono del tamburello e della tromba senza la statua dell’Addolorata.
La vicenda nacque da contrapposizioni all’interno del clero mesagnese e dalle proteste giustificate del parroco della Chiesa Madre, presso il Vescovo che lamentava la scarsa partecipazione dei sacerdoti e parroci locali alla processione del Venerdì Santo dei “Misteri”. Costoro giustificavano la loro assenza perché dovevano essere presenti la notte del Sabato Santo alle processioni dell’Addolorata. Così la diatriba fu risolta da parte del Vescovo con l’eliminazione delle processioni dell’Addolorata e la partecipazione di tutti i sacerdoti e parroci (nessuno escluso) a quella dei Misteri.
Non furono date spiegazioni per tali provvedimenti e la protesta montò al punto tale che appunto il 2009 il nostro collaboratore “Il Viandante azzurro” scrisse una lettera al Papa Karol Wojtila che abbiano ritrovato nei nostri Archivi e che riproponiamo in calce, unitamente a qualche precisazione postuma.
La processione, per la prima volta, partì dalla chiesa di Santa Maria per un desiderio espresso dai fedeli che rientravano dalla processione dei Misteri e che fu accolto dal parroco dell’epoca don Luigi Spagnolo (e non don Eugenio Maizza), sacerdote che poi continuò a fare il parroco in San Pancrazio Salentino lasciando l’eredità della predetta chiesa a don Saverio Martucci.
Nel 2002 la Conferenza Episcopale Italiana aveva cercato di mettere ordine nelle processioni con il direttorio su pietà popolare e liturgia. Secondo la congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti l’ultima processione del periodo pasquale doveva essere quella in cui c’era il Cristo al Sepolcro appunto la processione dei Misteri.
Ma, ovviamente, non sembra ci fossero elementi di perentorietà, così in molte realtà alcune processioni, alcuni atti di fede sono sopravvissute alle direttive summenzionate e non hanno fatto danno certamente alla fede.
Ora che tutto è ripristinato, appuntamento, quindi, per la notte del Sabato Santo alle 3,30 presso la Chiesa di Santa Maria.
A seguire la lettera che nel 2009 fu inviata al Papa dal Viandante azzurro.
Pasqua 2009
C’era una volta: Mater dolorosa
E così una tradizione che durava da settanta anni, voluta su pressante richiesta tanti lustri fa da don Eugenio Maizza, è stata praticamente cancellata con un irriverente colpo di spugna.
La polemica è stata aspra, i si dice sono stati molteplici ed anche il Sindaco Enzo Incalza che si è recato a Brindisi per chiedere un momento di riflessione su una tale decisione ha visto vanificato il suo interessamento, anzi la sua è stata considerata proprio una ingerenza atteso che una tale iniziativa era di esclusiva competenza dei parroci di Mesagne.
Così dopo la processione dei «Misteri» di questo ultimo Venerdì santo, alle tre di mattino, un nutrito gruppo di giovani che qualcuno ha chiamato in termini offensivi «disubbidienti» silenziosamente, con una fiaccola in mano e preceduti dalla tromba ed un tamburo rullante, ha percorso le vie della parrocchia di Santa Maria, così come fatto gli anni precedenti ed ha realizzato, intanto, una catena di preghiera che cocciutamente chiede venga ripristinata, quanto prima.
A margine della vicenda c’è da dire solamente: «cui prodest!»
E siccome i parroci non possono parlare perché a loro compete esclusivamente «l’obbedienza» forse sarebbe il caso di esternare qualcosa su quanto accaduto, a difesa soprattutto di chi ha subito una tale decisione.
La tradizione, ma a questo punto forse il buonsenso, vuole che ove un gruppo di fedeli, comunque e dovunque sia raccolto, ritenga di poter realizzare una catena di preghiera non può ma soprattutto non deve essere distolto da tale attività. Soprattutto quando una catena così realizzata ha bisogno di un capo catena e nella fattispecie di un iniziato (leggasi sacerdote) che possa convogliare e ridistribuire tutto quanto si produce in termini di amore alla comunità di appartenenza!
E quello che producono le processioni, per il credente è la riprova di quanto possa essere unito in un unico afflato il terreno ed il divino, al di là delle questioni logistiche ed organizzative che in simili contesti non possono avere alcun peso.
Quanto innanzi qualcuno lo sa molto bene, soprattutto quel qualcuno che dovrebbe far parte del circolo interno della «conoscenza» e conoscere, tranquillamente, e senza ombra di dubbio, la forza ed il valore della preghiera.
Ed allora se la questione di Mesagne si legge sotto questa luce si deve parlare di vero e proprio infortunio di un «quondam» che senza assolutamente verificare il come, il quando, il perché ma facendo una grossa cortesia al parroco di turno, evitandogli una levataccia notturna, ha voluto cancellare lustri di sentita partecipazione ad attività religiosa ma soprattutto una sentita e partecipata azione di preghiera.
Non ha senso dire che la processione è un vero e proprio doppione! Ne venissero a centinaia di questi doppioni. Sarebbe veramente auspicabile poter vedere il credente (ed aggiungiamo di qualsiasi fede), in un mondo di abietto materialismo e di consumismo, avere più momenti di idem sentire et volle con la propria comunità!
Le processioni notturne dell’Addolorata della SS. Annunziata e di Mater Domini, al pari di quella di Santa Maria avevano il merito di riunire comunità di preghiera e a tali espressioni di fede non si doveva contrapporre l’irrigidimento e la volontà che ha soddisfatto solo l’esercizio di un potere molto discutibile! Ed è penoso dover sentire che la preghiera può essere esternata mettendosi insieme in una chiesa!
La preghiera deve essere soprattutto spontanea e l’occasione più propizia non può essere sancita razionalmente e soprattutto da qualcuno che è lontano dal sentire individuale!
Ci sono momenti che sono particolari per il credente perché se così non fosse i pellegrini non si recherebbero in alcuni Santuari (Fatima, Loreto, Lourdes, Compostella) per esprimere il loro personale modo di sentire.
La processione non si è fatta ma solo per una visione parziale, o forse perché per il parroco non vi era molta disponibilità visto che in seguito quando ha notato in parrocchia mugugni molto forti si è preoccupato, quale «excusatio non petita» a sottolineare che lui non c’entrava con le decisioni assunte in altra sede.
E pensare che nella vicino Latiano (sei chilometri da Mesagne ma in diocesi di Oria), durante la notte del Venerdì santo una particolare ed identica processione è dedicata alla Addolorata e attraversa la città in visita ai sepolcri e si ritira alle prime luci dell’Alba. Ed anche questo anno si è svolta serenamente e con forte partecipazione di fedeli soprattutto donne e non c’è stato nessuno a qualsiasi livello gerarchico - laici, semplici sacerdoti e porporati - che si è posto il problema dei doppioni!.
Una diversità di veduta che testimonia una certa dicotomia tra Vescovi nella gestione del contingente.
Spiace doverlo dire ma nel messaggio augurale della Pasqua che ha avuto come cassa di risonanza la stampa locale abbiamo letto:
«così io sono entrato nella città di Brindisi e nell’Arcidiocesi e sento pienamente il mio inserimento non solo nella vita della Chiesa, ma anche nella società come è emerso nella Visita Pastorale da me fatta in tutte le parrocchie nell’anno 2006 e nella Visita Pastorale del Santo Padre a Brindisi nei giorni 14 e 15 giugno 2000»
In molti (soprattutto quelli che generalmente non distribuiscono lusinghe di comodo) non ritengono assolutamente che sia così, anzi ricordando altri vissuti del territorio con altre guide pastorali, sperano un giorno o l’altro che il promoveatur ut admoveatur interessi proprio il responsabile della soppressione della summenzionata processione.
E ci faremo carico nella ricostruzione delle tradizioni storiche e religiose mesagnesi: di tramandare ai posteri che tra le tante cose che il tempo trasforma ci sono anche quelle che l’uomo annulla con un semplice colpo di spugna dimenticando settanta anni di ritualità.
Non staremo a richiedere il ripristino di questa tradizione ricorderemo e diremo solo che nella notte del Venerdì Santo del 2009 a Mesagne il gregge è stato portato in un posto dove c’erano solo stoppie!
E del disagio vissuto riteniamo opportuno informare il Santo Padre, inviando quanto innanzi scritto perché quel che si è verificato dal punto di vista umano è stato veramente un qualcosa di deleterio, irrispettoso e rozzo!
Da sempre il credente ha trovato occasioni personali e di gruppo per esaltare la propria spiritualità. E questo non potrà mai essere vietato od ostacolato da decisioni che hanno solo la possibilità di esprimere la forza in perfetta antitesi con la ragione del proprio credo religioso.
Il viandante azzurro