Conversione in legge del c.d. decreto del fare

ConfconsumatoriConversione in legge del c.d. decreto del fare: cosa cambia nel rapporto cittadino – concessionario della riscossione tributi

Con la legge n. 98 del 9 agosto 2013 è stato convertito in legge il d.l. 21 giugno 2013 n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia, c.d. “decreto del fare”.

Il coordinamento costituito tra la Confconsumatori – Federazione Provinciale di Brindisi e l’Associazione Nazionale Dalla Parte del Consumatore manifesta la propria soddisfazione per l’intervento legislativo dal quale dovrebbero derivare dei benefici per i consumatori, molti dei quali, loro malgrado, stante la grave crisi economica che ha investito il nostro Paese, si trovano nell’impossibilità di fare fronte alle richieste di pagamento agli stessi pervenute dalla società concessionaria della riscossione tributi.

È stata, infatti, prevista:

1) la possibilità per il contribuente di chiedere la dilazione del pagamento dei debiti tributari in 120 rate mensili, vale a dire in 10 anni, qualora ricorra una grave situazione di difficoltà;

2) la decadenza dal piano di rateizzazione solo dopo che non siano state pagate 8 rate (e non due rate come avveniva in passato) anche non consecutive;

3)divieto di espropriazione dell’unico immobile di proprietà del debitore adibito a casa di abitazione dello stesso.

Con riferimento alla possibilità per il contribuente di chiedere la dilazione del pagamento dei propri debiti in 120 rate, il coordinamento Confconsumatori – Dalla Parte del Consumatore evidenzia che la concessione non è automatica.

Il legislatore, infatti, ha previsto che debba sussistere  una comprovata e grave situazione di difficoltà, intendendosi per tale “quella in cui ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni: a)accertata impossibilità per il contribuente di eseguire il pagamento del credito tributario secondo un piano di rateizzazione ordinario; b)solvibilità del contribuente, valutata in relazione al piano di rateizzazione concedibile ai sensi del presente comma” (art. 52 c.d. decreto del fare)

“Consigliamo ai contribuenti che decidano di chiedere la dilazione, di recarsi allo sportello della società concessionaria per la riscossione muniti  della documentazione necessaria a dimostrare l’ impossibilità a rispettare gli impegni che derivano da un piano di dilazione ordinario, il quale può avere una durata massima di 72 rate mensili, ed inoltre che la situazione di crisi economica non è, però, così grave da pregiudicare anche il pagamento di un piano di rientro straordinario in 120 rate, vale a dire in 10 anni” afferma l’avv. Emilio Graziuso, componente del Consiglio Direttivo Nazionale della Confconsumatori.

Di particolare importanza, è l’intervento contenuto nel decreto del fare, convertito con legge 98/13, con il quale è stato completamente modificato l’art. 76 d.p.r. 602/1973 in materia di espropriazione immobiliare da parte del concessionario della riscossione.

“Al riguardo – conclude l’avv. Graziuso - il legislatore ha previsto che il concessionario della riscossione non possa dare corso alla espropriazione immobiliare del debitore qualora l’immobile: costituisca l’unico immobile di proprietà del debitore; sia adibito ad uso abitativo; costituisca la residenza anagrafica del debitore. Inoltre il concessionario non potrà procedere ad espropriazione immobiliare qualora l’importo complessivo dovuto dal contribuente non superi € 120.000,00 e qualora non siano decorsi almeno sei mesi dall’iscrizione dell’ipoteca prevista dall’art. 77 dpr 602/1973 senza che il debito sia stato estinto”.

Per ulteriori informazioni ed approfondimenti www.confconsumatoribrindisi.it - 347 - 0628721

 

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