E' coraggioso Alessandro Denitto, ex segretario del Partito Democratico: le primarie sono inutili!
E' coraggioso Alessandro Denitto, ex segretario del Partito Democratico ed ex consigliere comunale nella presente consiliatura. Nel mezzo di un dibattito pubblico già acceso, e che prefigura una campagna elettorale da muro contro muro, Denitto decide di dire la sua, prendendo posizione in modo articolato ed originale, nel senso che non uno non se lo aspetta.
«Il centrosinistra comincia a muovere i primi passi in vista delle elezioni anche se è evidente che non saranno mesi semplici», esordisce con la pacatezza che gli viene riconosciuta. «L'autocandidatura di Pompeo Molfetta è sicuramente scevra dalle solite ipocrisie che ritroviamo nella politica e la dimostrazione sta nel fatto che tanti soggetti hanno accolto con favore la mossa del capogruppo di SEL e sono pronti a spendersi per la sua figura. Ma sono molto preoccupato dalla mancanza di una linea chiara e di un progetto che coinvolga la città nella stesura di un programma per i prossimi anni.
Credo che dopo il lancio della sua candidatura ci sia bisogno della proposta politica e Pompeo, che è in grado di unire diverse generazioni, deve lavorare per la formazione di questa proposta».
Quanto al PD? «Il Partito Democratico non sta a guardare, ma ora fa più fatica a stare al passo per diversi motivi: un partito organizzato predilige la costruzione delle soluzioni alle autocandidature, le diverse aree al suo interno che vorrebbero “pesare” in questa fase e gli attriti con i partner di coalizione con i quali è nata la giunta Scoditti.
Credo che riproporre un'alleanza PD-SEL a Mesagne sia una presa in giro per i cittadini. In questi cinque anni abbiamo preso atto del fatto che ci siano nodi politici che non vogliono essere sciolti. Scelta rispettabile, ma poi bisogna essere conseguenti... Non possono essere le primarie la soluzione ai problemi interni ad un partito o ad una coalizione. Anzi, le contraddizioni si acuirebbero a partire dal giorno dopo. Basti vedere cosa sta accadendo con le primarie del centrosinistra per le elezioni regionali. È abbastanza chiaro che quel giorno non si festeggerà una coalizione e il suo candidato Governatore ma assisteremo all'ennesima prova di forza tutta interno al centrosinistra». Allora, quali prospettive si aprono? «Mi sembra più logico che Molfetta continui a lavorare per creare un progetto innovativo per la città e il PD individui un percorso alternativo, in parte tracciato da LabDem. Per entrambi sarà difficile presentarsi come discontinuità col governo Scoditti, dato che sono gli stessi soggetti che lo hanno sostenuto con forza in questi cinque anni. Dico tutto questo con enorme dispiacere, perché credo che il centrosinistra unito possa ancora essere riferimento della buona politica per la città, ma la realtà è un'altra e bisogna prenderne atto, anche se questo apre praterie ad un centrodestra dormiente ma che faremmo bene a non sottovalutare. La primavera 2015 non è vicinissima e gli scenari muteranno velocemente. Spero solo che si possa realmente dare un segnale di cambiamento e speranza ai mesagnesi, messi in ginocchio negli ultimi anni da tasse, mancanza di lavoro e mancanza di politica. Abbiamo bisogno di invertire la rotta e auguro ai protagonisti dell'attuale scena politica di riuscire in questa impresa, resa ancora più difficile dalla manovra del Governo Renzi che prevede ulteriori tagli ai Comuni».
Lei si candiderà? «No, assolutamente. Ma mi piacerebbe sostenere qualche ragazzo in gamba che intende misurarsi con la politica attiva».
Giuseppe Florio