Micaela Campana, parlamentare mesagnese ai vertici del PD nazionale (di Giuseppe Florio).
Trentasette anni, occhi intensi, profilo fascinoso, meticolosa (anzi: stakanovista) nel lavoro, la deputata Micaela Campana, mesagnese di origini ma trapiantata a Roma, è stata nominata alcune settimane addietro nella segreteria nazionale del Partito Democratico, come responsabile per il welfare ed i diritti.
Il prestigioso incarico corona un cursus honorum folgorante: studi di Scienze Politiche alla Sapienza di Roma, un tuffo nell'impegno per i diritti studenteschi (perché, come ama ripetere con Berlinguer, «la più grande delle passioni è quella dei pensieri lunghi» e cioè della politica), la militanza nel circolo dei DS a Tiburtina, poi consigliere e capogruppo nel V Municipio, assessore municipale, responsabile capitolina dell'organizzazione, responsabile della Festa dell'Unità di Caracalla.
Fino alla cruciale prova delle parlamentarie, consumate in un territorio non «suo» ma conquistate con 6815 preferenze, divenute trampolino sicuro per l'elezione in Parlamento, dove oggi è membro della Commissione Giustizia e capogruppo democratico al Comitato bicamerale Schengen, Europol, immigrazione. Molto attiva nel settore dei diritti, l'onorevole mesagnese è stata prima firmataria di alcune significative proposte di legge, tra cui spicca quella sulla prevenzione ed il contrasto del bullismo e del bullismo informatico.
Su tale tematica di stringente attualità, ha sapientemente acceso una campagna nazionale di sensibilizzazione: «A partire da quest'anno ho iniziato un percorso nelle scuole d'Italia, accompagnata da associazioni ed esperti, per parlare del fenomeno del cyberbullismo direttamente con i ragazzi. Ne è nato un progetto/campagna che si chiama #bellimanonbulli, che ha visto l'adesione di tanti personaggi noti dello sport e dello spettacolo: Francesco Totti, Noemi, Silvia Salemi, Roberto Farnesi».
Sul segretario del PD e presidente del Consiglio ha un giudizio preciso e, comprensibilmente, magnanimo: «Matteo Renzi ha il merito di aver osato e portato al PD una nuova generazione di uomini e donne che finora aveva lavorato in seconda fila. Forse era un coraggio che mancava al partito e che i nostri elettori, ma anche tanti delusi delle altre formazioni, aspettavano da tempo. Egli ha rivoluzionato il PD, non senza traumi. Però è stato un coraggio premiante che ha portato il partito al 41 per cento. Un obiettivo alto che ci ha travolto in termini di responsabilità. Renzi si è assunto un compito ampio che va ben oltre i confini dell'elettorato di sinistra, ha aperto una stagione di riforme e molto di quello che farà avrà conseguenze per i prossimi anni».
Da ultimo, una considerazione sulla sua città natale, vista da lontano: «Non vivo stabilmente a Mesagne ormai da tanti anni, ma come molti miei coetanei, il legame con la città di provenienza é sempre molto forte e appena si può si torna dagli affetti. Mesagne per chi l'ha conosciuta da bambina tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio dei Novanta ha avuto una trasformazione straordinaria, le amministrazioni di centro sinistra, il coraggio di chi ha denunciato, il lavoro delle forze dell'ordine, ne hanno fatto una città che è bella da vivere per i suoi cittadini e per i tantissimi turisti che negli ultimi anni la scelgono per le proprie vacanze da aprile ad ottobre. Ci sono tanti ragazzi mesagnesi, oggi uomini e donne che in Italia e nel mondo sono eccellenze nel campo medico, artistico, professionale, molti ho la fortuna di conoscerli personalmente ma di tanti altri ammiro orgogliosamente il lavoro.
E poi ci sono soprattutto i mesagnesi che ogni giorno come spesso accade nel sud scelgono di stare dalla parte della legalità, del lavoro faticoso, dalla parte buona del mondo».