La pubblicazione del questionario spacca il centrodestra (di Giuseppe Florio).
Saltano i gangheri a quelli di ProgettiAmo Mesagne e salta anche il tavolo delle trattative interne al centrodestra. Motivo dell'improvvisa decisione, la pubblicazione - in esclusiva sulla Gazzetta del Mezzogiorno - del questionario formulato dal dirigente del movimento Domenico Magrì (su sollecitazione di esponenti degli altri soggetti politici), 16 domande sulle possibili qualità intellettuali, politiche ed amministrative dei diversi candidati sindaci della coalizione conservatrice.
Tocca al portavoce Raffaele Depunzio motivare le ragioni di una rottura che appare insanabile: «Progettiamo Mesagne non intende soggiacere al puerile tentativo di screditare l’encomiabile lavoro finora svolto al servizio della città, facendosi trascinare nei soliti giochetti della politica che albergano in alcuni ambienti dell’attuale centrodestra. In questi quattro anni, abbiamo messo al centro della nostra azione politica la città, cercando di essere un punto di riferimento per quanti (tanti) ci chiedevano di investire col nostro impegno le diverse problematiche.
Non è mai venuto meno il nostro sostegno per trovare soluzioni condivise con i cittadini, siamo stati strumento di mediazione, nell’interesse comune, fra maggioranza e opposizione, in alcune vicende delicate come quella dell’ISBEM.
Lo abbiamo fatto da subito, all’indomani delle elezioni amministrative del 2010, cercando di assolvere con responsabilità al nostro ruolo di opposizione, ben lungi da quell’interesse elettorale immediato che ha, invece, oggi ridestato la coscienza di alcuni personaggi invece disimpegnati negli ultimi quattro anni ed assenti dal panorama politico locale. Abbiamo abbracciato l’idea del movimentismo civico lontano dai riferimenti ideologici nazionali, e crediamo fortemente nella politica svolta sul campo. Questa nostra proposta, probabilmente, ha causato malessere in qualche nostro alleato, meno, paradossalmente, alla controparte politica.
Ed è così che qualcuno preso da un impeto di frustrazione ha pensato bene di inviare un messaggio distorto, mendace e incompleto alla stampa, nel tentativo meschino e soprattutto improduttivo di danneggiarci». Come nasceva il questionario?: «Quel tavolo dei “moderati”, che la nostra parte politica aveva cercato di costituire da alcuni anni, era già nato in ritardo e non certo sotto i migliori auspici. Abbiamo cercato di mettere al centro, nelle riunioni con i partiti di opposizione, innanzitutto le questioni programmatiche, invece ci si è voluti fossilizzare sulla questione del candidato. Per superare tale ostacolo, poiché si è convenuta l’impraticabilità del percorso delle primarie sollecitate da alcuni, si è concordato di realizzare uno strumento neutro che potesse far convergere tutte le parti in campo su di un unico candidato.
La colpa di Domenico Magrì è stata quella di aver predisposto la prima bozza del documento, pur essendo stato sollecitato proprio da tutti i responsabili delle diverse formazioni presenti. Ciò ha evidentemente infastidito proprio coloro che avevano delegato il nostro responsabile a redigere la prima stesura di questo “strumento 2.0”». Da qui, la rottura con il centrodestra: «Lo spiacevole episodio, che nostro malgrado ci ha coinvolti, non farà arretrare di un solo millimetro l’impegno che abbiamo intrapreso con la città, ma con tutta evidenza, poiché i nostri interlocutori sono venuti meno persino ad un banale patto di correttezza fra le parti, non è più possibile continuare ad intavolare alcuna discussione sul piano politico.
Auguriamo le migliori fortune al centrodestra sia nella scelta del candidato sindaco, con i criteri opportuni che vorranno individuare, e sia nella proposta politica che faranno alla città».
Giuseppe Florio