Prova di forza di Emiliano e Matarrelli.
Se doveva essere una prova di forza, è riuscita. La manifestazione organizzata dal deputato sellino Toni Matarrelli a sostegno di Michele Emiliano, candidato democratico alle primarie regionali, si è rivelata in tutta la sua potenza di fuoco. Centinaia i convenuti – oltre 600, per chi si è preso la briga di contarli – che hanno rimpinzato l'auditorium del castello Normanno Svevo in ogni angolo possibile, radunandosi poi gli esclusi nella sala laterale, davanti ad un maxischermo prudentemente allestito per l'occasione.
L'iniziativa aveva una specificità: gli ospiti (il sindacalista mesagnese Gino Vizzino, il sindaco di Latiano Antonio De Giorgi, l'ex sindaco di Ostuni e consigliere provinciale Domenico Tanzarella, lo stesso Matarrelli), pur riconducibili all'alveo della sinistra democratica, avevano ciascuno una storia di distinzione o alterità al Partito Democratico. Lo spiega bene Vizzino, alle prime battute del suo intervento: «Non è una contraddizione il mio sostegno ad Emiliano a fronte di una opposizione al PD locale: Emiliano valorizza le diversità, altri no».
Ma lo spiega anche la vistosa diserzione dei gruppi dirigenti democratici locali, tutti assenti tranne i LabDem Mino Carriero e Annamaria Scalera e qualche renziano tra cui spicca l'ex vicepresidente della Provincia Ninni Mingolla: questi ultimi tre raggiungono anzi l'auditorium a piedi al fianco del candidato, quasi «scortandolo».
Le risposte degli ospiti alle sollecitazioni del moderatore girano in tondo alle ragioni di questa campagna preelettorale, ad una sola settimana dall'appuntamento «clou» delle primarie: con Emiliano si vince – e questo sembra il dato acclarato – e si potrà ben governare, nel solco della primavera pugliese accesa dieci anni addietro da Vendola ma superandone difficoltà e contraddizioni via via emerse.
Proprio in questo senso corre l'argomentare di Matarrelli alla domanda dell'intervistatore: «Che ci fa un deputato di SEL con Emiliano? E' una scelta opportunistica, di comodo?». Il parlamentare sembra gradire la provocazione e dal microfono ricostruisce come già tre anni prima, in una trasmissione televisiva, avesse indicato l'ex magistrato come il naturale successore di Vendola, e come quel medesimo ragionamento sia stato più volte respinto nelle assemblee del suo partito, chiuso a prospettive diverse da quelle già decise altrove in chissà quali cabine di comando.
Al discorso di propaganda, Emiliano preferisce la ricostruzione della propria formazione etico-politica e, in qualche modo, abbozza un'autobiografia: che all'occorrenza invita al sorriso o alla commozione. E' efficace questo ircocervo della politica, molto democratico, poco ideologico e nient'affatto burocrate, uomo del fare presto e del rigore, grillino nella misura in cui riesce a farsi interprete del diffuso malumore, di sinistra soltanto perché di qua ci sono deboli da tutelare. E piace – eccome se piace - alla gente comune, molto più che agli apparati, qualunque sia la controinformazione sparatagli addosso in queste settimane di fuoco. La fila imbastita per scattare i famigerati «selfie» è un altro degli indicatori statisticamente significativi.
Quando va via, fa appena in tempo – è già per strada – a sussurrare ad uno dei papabili candidati sindaco del PD di Mesagne: «Sceglietelo buono il candidato, perché questo (riferendosi a Matarrelli, ndr) è uno forte». Poi, una volta in auto, posta sulla propria pagina Facebook una sua foto con Vizzino ed una onesta dedica: «Bellissima iniziativa questa mattina a Mesagne! Grazie a Toni Matarrelli e a Gino Vizzino che hanno organizzato un evento con centinaia di cittadini».
Giuseppe Florio