La politica è cambiata ed i cittadini da protagonisti ora sono solo spettatori delusi (di Giuseppe Florio).
A distanza di quasi 10 anni si parla ancora di lui come dell'«assessorissimo». All'epoca accese i mille fuochi dello spettacolo per tutta la città, in estate come in inverno, ed infiammò un territorio intero: Mesagne era tornata, se non «caput mundi», almeno il centro della provincia.
Oggi Maurizio Piro, formidabile protagonista di quella fase, non è cambiato poi molto, se non per il colore dei capelli che, da rosso che era, ha assunto i timbri di un mogano sospetto: ma ha sempre la «verve» di un giovanotto e l'entusiasmo di chi ci mette il cuore, anche quando parla di politica nell'epoca di una politica stucchevole.
In quali condizioni è la città a differenza dell'epoca Sconosciuto?
«E' cambiato il rapporto con la città, e quindi il ruolo dei cittadini: da protagonisti assoluti, orgogliosi partecipanti alla vita sociale della città, a delusi spettatori di un mesto atto che si chiude tra fischi generali. Qualcuno oggi quei fischi pensa, per comodità, di distribuirli a tutti ma, a mio modo di vedere, non è assolutamente così».
Che cosa è successo al centrosinistra?
«E' successo che il PD garantì a tutti noi che la candidatura a sindaco di Franco Scoditti fosse la migliore possibile, tanto che ci credemmo, evitando le primarie che vedevano in campo anche altre personalità, tra cui Pompeo Molfetta che, per amore di coalizione, alla fine fece grandi passi avanti e altrettanti indietro e in tutte le direzioni.
L'elezioni di Scoditti e della giunta fu salutata con grande entusiasmo e speranze per il futuro di questa città dopo la breve parentesi Incalza. Ma nessuno pensava che i problemi di questa amministrazione sarebbero derivati proprio da Scoditti e dal suo partito. Voglio precisare che il mio giudizio è assolutamente di carattere politico e non personale, in quanto considero Francuccio (il primo cittadino, ndr) persona altamente perbene.
Le lacerazioni interne al PD hanno portato ad un continuo viavai di segretari e ad una serie di turn over di assessori e consiglieri comunali degni di una amichevole di calcio, di fatto inficiando l'azione amministrativa e gli obiettivi di governo. Il sindaco non ha avuto la giusta autorevolezza e competenza per gestire gli equilibri politici, facendosi fagocitare dalle beghe dei partiti e delle correnti interne, tenendo ben chiusa invece la finestra sulla città e sui suoi problemi.
Non ultimo, un serio problema nel centrosinistra è costituito dal rapporto tra il PD ed il nemico parlamentare Toni Matarrelli, verso il quale si scatenano odiosi risentimenti che producono effetti laceranti nei rapporti personali e politici. Matarrelli invece doveva essere considerato una naturale risorsa per il territorio e tutto il centrosinistra, sindaco compreso»
Che cosa si può fare per dare una svolta? Vedi una prospettiva?
«Inutile insistere con le formule magiche dettate dalle sigle e dalle bandiere. Sono le persone, il rispetto, l'amore verso la città che faranno la differenza. Per poter guidare questa fase di cambiamento, rinnovamento e rilancio della città, senza farsi imbrigliare da autoritarismi e individualismi da parte di nessuno, bisogna tirar fuori coraggio e forte determinazione, senza essere ostaggio di alcuno.
Pompeo Molfetta ha tutte le carte in regola per guidare tal fase, avendo come unico obiettivo il bene della città. Chi ha a cuore la vita della nostra comunità deve impegnarsi direttamente».
Il centrodestra può costituire una alternativa credibile?
«Se il centrosinistra non ride..il centrodestra deve ancora dimostrare di esistere».
Scenderà in campo anche lei?
«Questo aspetto non è rilevante. Certo è che mi spenderò per contribuire all'elezione a sindaco del mio amico Pompeo».
Giuseppe Florio