Ogni famiglia avrà un candidato. Tante le liste in competizione (di Giuseppe Florio).
Forse uno in famiglia, più di uno tra i parenti, chissà quanti tra gli amici e i conoscenti. Se la statistica non inganna, ogni elettore mesagnese si ritroverà tra i piedi almeno un candidato al consiglio comunale.
Se i sei (6!) candidati sindaci possono disorientare la pubblica opinione, confusa dalla frammentazione, cifra fondamentale di questa tornata elettorale, il numero delle liste in via di definizione rischia di essere da record.
Le bocche dei responsabili di partiti e movimenti sono, per ora o perlomeno ufficialmente, cucite: segno anche della difficoltà a compilare liste accettabilmente credibili. A dar retta ai «rumors», però, si prefigura un quadro affollato: da pochi protagonisti e da molti, moltissimi figuranti.
A sostegno della candidata forzaitaliota Sabrina Didonfrancesco saranno presentate almeno due liste, così come per Antonio Calabrese, esponente di Progettiamo Mesagne. Due o tre (in forse la costituzione di Fratelli d'Italia) per Emilio Guarini, supportato da Civico 26 e da una «lista del candidato».
Una per il pentastellato Danilo Facecchia. Quattro (o cinque) per il democratico Francesco Mingolla: lo stesso PD, la civica Mesagne Democratica, una lista di fedelissimi del candidato e, a sorpresa, la nuovissima lista “Sinistra per Mesagne”, guidata dall'ex consigliere regionale Vincenzo Montanaro.
Sei (o sette) liste costituiranno infine la coalizione “Diamoci una mano”, a sostegno di Pompeo Molfetta: una guidata dal deputato Toni Matarrelli, una di «molfettiani» doc, la Lista Vizzino, una centrista (“Io cambio Mesagne”) che fa capo a Maurizio Piro, Gianfrancesco Castrignanò e Omar Ture, la moderata Mesagne Futura ed una costituita da persone giovani e relativamente giovani mai affacciatesi alla politica attiva.
In definitiva, una schiera di diciotto o venti liste e quindi un esercito che annovererà tra 270 e 320 candidati, con la difficoltà ulteriore – imposta dalla normativa sulle «quote rosa» - di trovare 6 donne sul totale dei 16. Le scene di questi giorni, direttamente viste o riferite con ragionevole attendibilità, non lasciano molte speranze: «Càndidati, o almeno dammi uno o due nomi da mettere in lista!», è la questua più ricorrente. Nella massima assise, è bene rammentarlo, entreranno solo 16 consiglieri, tra i quali in minoranza i 3 o 4 candidati sindaci che avranno appena varcato la fatidica soglia dei 1200/1500 voti.
E' allora lecito presumere che tante ambizioni personali resteranno frustrate ed un larghissimo numero di pretendenti allo scranno consiliare rimarrà una figurina distrattamente abbandonata sull'asfalto.
Giuseppe Florio