I renziani si defilano dalla presentazione delle liste (di Giuseppe Florio).
Furia francese, ritirata spagnola. Erano partiti sparando i fuochi d'artificio, anzi: annunciando ogni sorta di pirotecnia. Oggi, i giovani renziani della corrente democratica di “Mesagne cambia verso“ si riducono a più miti consigli.
La pattuglia di donne e uomini, tutti ben al di sotto dei quarant'anni e guidati da Angelo Carluccio, mobilitatasi in nome di Matteo Renzi e costituitasi in corrente durante le fasi congressuali, aveva lasciato ben sperare. Nomi freschi, professionalità vivaci, una ammirevole dose di entusiasmo, pure nonostante le frequenti sortite all'insegna della tracotanza (famigerato lo «Scoditti chi?», ineducatamente rivolto al primo cittadino in carica) avevano in qualche modo tracciato un segno, anche se non ancora un cambio di verso.
Negli scorsi mesi, i movimentisti del PD hanno finanche elaborato un decalogo, una sorta di interessante manifesto programmatico che si proponeva di dettare l'agenda politica ed amministrativa prima delle elezioni prossime venture: «Chiediamo la rivoluzionaria realizzazione di un sogno». Al primo punto, immancabile, la rottamazione: «Facce nuove a Palazzo dei celestini: il candidato sindaco, eletto con primarie aperte alla città e non attraverso gli accordi di partito, si impegna a non effettuare nomine di assessori scegliendo persone che abbiano già fatto gli assessori in due mandati. Bisogna avere il coraggio di cambiare davvero, non solo negli slogan: servono idee nuove e facce nuove».
Il film prefigurato dai renziani era in realtà ancora tutto da girare. Il PD non ha mai consumato le primarie, tanto per non essere riuscito ad imbastire una coalizione, quanto per aver preferito una specie di conta interna tra i papabili Francesco Mingolla e Fernando Orsini. Ed ha alla fine scelto, per competere per la carica di sindaco, una faccia certamente perbene e benvoluta, ma non propriamente nuova, giovane, fresca.
Così il fervore del gruppo dei giovani si è spento, afflosciato come panna smontata dalla trascuratezza. Da poche ore un mesto annuncio campeggia sulla loro solitamente frizzante pagina Facebook: «Amici, non troverete in queste amministrative mesagnesi componenti di Mesagne Cambia Verso o renziani candidati nelle liste. In molti ci hanno chiesto nomi e candidature, noi invece vogliamo contribuire con proposte e programmi: la politica per noi è una cosa bella non un luogo dove cercare poltrone e poltroncine. Decideremo noi i tempi e i modi della nostra partecipazione alla vita amministrativa di questa città, senza chiedere permesso e senza essere nominati da altri.Il nostro supporto andrà, come è ovvio, alla lista del Partito Democratico, senza esprimere preferenze».
Un «triste y solitario final» reso ancora più grottesco da un particolare: il candidato sindaco Mingolla, magari non giovane, è stato tra i primissimi in provincia di Brindisi a confidare nel progetto e nelle idee di Matteo Renzi.
Giuseppe Florio