I movimenti a caccia di nuove alleanze (di Giuseppe Florio).
All'indomani dell'annuncio della inattesa alleanza con ProgettiAmo Mesagne, ritiratosi il candidato sindaco Antonio Calabrese, il patron di Civico 26 Emilio Guarini ha tutte le ragioni per esprimere soddisfazione:
«Con ProgettiAmo Mesagne è stata raggiunta una vera comunione di intenti, un enorme risultato in un panorama politico ed elettorale farraginoso. Quello che è successo in questi giorni è un serio confronto tra persone responsabili, che hanno saputo mettere insieme le proprie forze per un fine ultimo: quello di dare una seria proposta alla città, perché esca dalle paludi dei trasformismi e abbia l’opportunità di cogliere una vera occasione di cambiare le condizioni della nostra Mesagne.
La coalizione sta lavorando per integrare proposte e progetti per completare la stesura del programma elettorale. Nel corso degli incontri, abbiamo capito che la nostra diventava sempre più una comunione di competenze ed energie solide e di spessore: abbiamo creato una coalizione consistente, che vincerà accogliendo le istanze dei cittadini, sinora rimaste inascoltate».
Il contrammiraglio Guarini non perde l'occasione per lanciare un appello alle altre forze moderate – Forza Italia su tutte – perché rinuncino alla velleità di correre in solitudine o alla pulsione di non partecipare alla competizione: «In questo frangente, però, non possiamo fare a meno di pensare che ciò che si è costruito assumerebbe un valore aggiunto se tutte le altre forze legate all’area moderata, dalla storia consolidata che si ostinano a restare sole cogliessero la chance di creare un unico polo di riferimento: Mesagne avrebbe finalmente l’occasione di essere governata con serietà da gente competente e motivata».
Appena due mesi addietro – un'eternità, in politica – uno dei leader di ProgettiAmo Mesagne, Raffaele Depunzio, aveva così pubblicamente chiosato la discesa in campo di Guarini: «La protervia non paga in politica, soprattutto se ci si deve rapportare con i problemi della gente: vi è un paese che soffre, e che non aspetta ricette preconfezionate tratte dal manuale del bravo manager, assolutamente decontestualizzate dalla realtà economica e sociale, ma occorre ascolto e condivisione delle strategie di sviluppo con chi deve essere il protagonista del cambiamento, ovvero i cittadini. Noi di ProgettiAmo Mesagne non siamo professionisti della politica, né abbiamo l’ambizione di esserlo, abbiamo fatto tante battaglie in questi anni, e ci siamo confrontati con la città in tutte le sedi e in tutti i contesti. Ci siamo impegnati, come artigiani forse, come quei vasai che amano sporcarsi le mani di creta per plasmare i propri manufatti.
Abbiamo avuto dei risultati, ma pure qualche difficoltà, abbiamo assolto il nostro compito di oppositori anche fuori dal consiglio comunale, così come tanti altri cittadini che si sono spesi per la città e che non necessariamente hanno avuto un ruolo politico. Fra di loro l’ammiraglio non c’era. E poteva intervenire allora nel dibattito politico, coi suoi diagrammi di flusso e le sue soluzioni di plastica».
Archiviate le contraddizioni – nel mare magnum delle incongruenze di questa fase storica della politica locale – si possono prevedere nuovi scenari. Non ultimo, quello che vedrebbe capitolare le ambizioni della candidata forzaitaliota Sabrina Didonfrancesco in nome di una santa alleanza conservatrice. Così, un centrodestra infine compatto potrebbe incutere timore a Pompeo Molfetta e Ninni Mingolla, ad oggi i soli con concrete possibilità di sedere sullo scranno più alto di Palazzo dei Celestini.
Giuseppe Florio