Una candidatura in rosa per una prospettiva di lavoro (di Giuseppe Florio)

Bisognerà premiare l'onestà intellettuale di quella candidata al consiglio comunale di Mesagne che in questi giorni si affanna ad inviare lo stesso sms a tutti i suoi contatti:

«Ciao, volevo anticiparti che mi sono candidata x le prossime elezioni comunali del 31 maggio. Mi sono candidata in una delle liste di (omissis). Se non hai ancora nessuna preferenza o nn sai a chi votare... vota x me! Mi sono candidata solo per aver uno spiraglio in più per un futuro lavorativo prossimo x me e x chi mi può stare vicino e lo merita!».

Posto che non si tratti di un formidabile «fake», un falso costruito ad arte in modo da risultare più verosimile del vero, la candidata in questione potrà essere in lizza per il Nobel elettorale: premio da assegnare, più che alla malizia, all'ingegno di chi propone le sue ragioni come le più adeguate. La ragazza in lista ha scelto di ribaltare i ruoli: evidentemente in stato di bisogno – senza lavoro, in un contesto familiare che si ipotizza difficile – ha deciso di non mettersi in fila, come troppi altri, per fare la questua. Ha deciso, forse più dignitosamente, di non contrattare un piccolo pugno di voti (quelli della sua stretta cerchia) in cambio di una promessa che magari non verrà mantenuta. Ha preferito giocarsela in prima persona, provando a cimentarsi nell'agone elettorale, in modo da capitalizzare il possibile risultato. Spregiudicatezza? Real politik? No, probabilmente l'italico «tengo famiglia», riveduto e corretto perché aggiornato al nostro tempo disperato. Con un pizzico di ingenuità, perché certe cose, si sa, si possono fare ma è sempre bene non dichiararle.

Giuseppe Florio

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