…Gretino sarà lei! (di Homo Videns)
Da quando è esploso il fenomeno Greta Thunberg, la ragazzina svedese che sta svegliando il mondo intero sul problema del riscaldamento globale,
alcuni giornalisti (sulla scia di Feltri e Sallusti) si affannano ad affibbiarle il nomignolo “Gretina”, e a chiamare i suoi sostenitori ed ammiratori “gretini”. È più che evidente l’intento denigratorio di tali giornalisti (meglio sarebbe chiamarli giornalai), emulati anche da qualche cosiddetto intellettuale (meglio sarebbe chiamarlo intellettualoide).
Bisognerebbe ricordare a tali illustri autorità che, quasi un secolo fa, e poi negli anni trenta, quaranta e cinquanta del secolo scorso, era fiorente un’attrice di nome Greta Gustafsson, più nota come Greta Garbo, svedese anche lei. Ebbe un grandissimo successo, divenne una diva con milioni di ammiratori in tutto il mondo. E nessuno si curò mai di chiamarla Gretina, né di chiamare gretini i suoi fans. La chiamavano star, divina, donna fatale, sublime, ecc.; insomma, ne fecero un mito. E i suoi ammiratori erano, semplicemente, ammiratori; ma, con lo stesso criterio dei denigratori odierni di Greta, li si sarebbe potuti chiamare “allupati”, “sbavatori”, ecc. I giornalisti-giornalai di allora non li chiamarono così; ma diedero ugualmente ampio sfogo alle fantasie di quell’immaginario collettivo maschile.
Oggi và in scena un altro immaginario collettivo: quello ecologista e ambientalista. Sembra strano: non c’è nulla di morboso, eppure ha così tanto successo! I giornalisti-giornalai non lo capiscono, non lo sanno raccontare, e allora cercano di sminuirlo, di denigrarlo. Ecco perché, caro giornalista-giornalaio: Gretino sarà lei!
(Homo Videns)