C’era una volta il borioso Boris? – III puntata (di Homo Videns)
Molti mi hanno telefonato alla notizia che il premier britannico è risultato positivo al coronavirus.
Alcuni hanno gioito.
Noi, però, homines videntes, non abbiamo nulla da gioire: siamo preoccupati. Perché, davvero, questa è la conferma che tutti siamo in pericolo; nessuno è immune. Se questa è la legge della natura, allora è proprio lampante: il virus è l’essere più forte al mondo, in questo momento. E non è una buona notizia.
D’altro canto, come dicevamo giorni addietro, all’inizio di queste superficiali considerazioni sul darwinismo sociale, la sopravvivenza del più adatto ossia la filosofia del liberismo sfrenato, sta mostrando tutta la sua inadeguatezza per la sopravvivenza del genere umano. Si sta dimostrando, nei fatti, una filosofia adatta alla supremazia di un mondo alieno, quello dei virus. E, con essa, sta tramontando anche la filosofia del superuomo, quello senza limiti.
Spencer non poteva immaginare che la sua filosofia, un giorno, potrebbe giustificare l’invasione del mondo da parte di alieni. Il coronavirus è già un alieno. E neanche il superuomo di Nietzsche lo poteva immaginare…
Come uscirà il mondo da questa tragica esperienza? Sta colpendo tutte le etnie, tutte le religioni, tutte le lingue e dialetti. Si sta facendo strada il senso intuitivo del limite. Dovrebbe far meditare tutta l’umanità. Ma… siamo sicuri che ne verrà fuori un mondo migliore? Che non ricomincerà la concorrenza sfrenata? La libertà assoluta? L’anarchia del più forte? La mistica del superuomo?
Bisognerà rimettere tutto in discussione, guardandoci negli occhi, gomito a gomito, quando sarà passata la necessità del “distanziamento sociale”. Se sono “uomini di Stato”, veri statisti, i vari Boris, Trump, Putin, J Jin Ping, e compagnia bella, giù giù fino ai nostri politicanti, dovranno abbandonare la “filosofia del rancore”, vero nocciolo del populismo. Lo faranno?
(Homo Videns)