Non se ne può più! (di Homo videns)
Un dato è certo: la crisi dell’Europa Occidentale sta durando troppo, l’America l’ha vissuta prima di noi, ma ne sta uscendo, mentre Cina, Russia, Brasile e Sudafrica veleggiano tranquilli. Il problema, quindi, è dell’Europa. E sta succedendo che qui, coloro che hanno dei privilegi, qualunque privilegio (dalla pensioncina al sussidio comunale, dal lavoro fisso al lavoro determinato, dal posteggio davanti alla propria casa alla tranquillità della propria strada), lo difendono come possono. E si domandano: “di chi è la colpa”? Cercano un nemico, al quale addossare la colpa.
I Paesi del Nord, quali Svezia, Finlandia, Olanda, Belgio, Germania, ma anche la Svizzera (pur non facendo parte dell’Unione Europea) hanno individuato il nemico nello straniero, oltre che nei “fannulloni” meridionali (leggi Grecia, Italia, Spagna).
Le elezioni europee hanno portato allo scoperto che anche l’ Inghilterra, e pure la Francia (una buona fetta dei loro) hanno individuato il nemico nell’Euro, ossia in una politica equilibratrice di costi e ricavi fra i vari Paesi dell’Unione Europea. Si và verso la disgregazione europea, ognuno vorrebbe fare per sé e da sé.
Altro dato certo è che fra il 28 luglio ed il primo agosto del 1914 scoppiò in Europa la Prima Guerra Mondiale. Questioni complesse, qui solo accennate.
Si sperava che, finita la campagna elettorale, si sarebbe tornati a discutere dei problemi seri a cui l’Europa (e il mondo) sta andando incontro.
Si sperava che il malox avrebbe avuto l’effetto benefico che ha normalmente.
Ma pare che, invece del malox, Grillo abbia preso una quintalata di caffè. E, con lui, alcuni conduttori di trasmissioni televisive. Il turpiloquio, l’invettiva, le cazzate sparate a vanvera ormai sono il pane quotidiano della maggior parte delle trasmissioni televisive.
E questo và bene per le Ditte che pagano la pubblicità: più le trasmissioni sono turpi, e più vengono viste; e, di pari passo, viene vista di più anche la pubblicità.
Il meccanismo funziona; la gente si infervora per sapere i fatti degli altri, il pettegolezzo è passato dal crocchio delle quattro comari agli studi televisivi. Così tutti hanno la possibilità di partecipare al pettegolezzo nazionale, anche quelli che si vergognano di partecipare ai crocchi delle quattro comari. Come dire: dal crocchio di quartiere al crocchio globale.
L’anonimato della “rete” (il web), poi, ha fatto il resto. Ha scatenato gli impulsi più aggressivi ed egoistici.
Il web mette in movimento le parti peggiori delle persone, come nelle folle. Nella folla, il singolo riesce a fare cose che da solo non si sognerebbe mai. Il buon Manzoni ci descrive con molto acume quello che avveniva già nel Seicento, con l’assalto ai forni…
La folla virtuale dei blog del web funziona allo stesso modo, ma forse con una potenza ben maggiore. Il web può fare dei danni molto maggiori dell’assalto ai forni. Nel web bisogna trovare il nemico, si cerca un nemico; e pi ci si concentra contro di lui. Molti sociologi hanno studiato il fenomeno; hanno capito che si cerca il nemico, lo si copre di insulti. Hanno capito che il mondo si divide in leader, e gregari. C’è una grande quantità di gente che aspira ad essere gregario di qualcuno: sentirsi gregari li appaga. Nel web i gregari si dispongono a favore del leader del momento. Si sentono parte vincente. Ora, dunque, ci si deve domandare se il libero pensiero debba essere tutelato anche in questi casi. Si tratta molto spesso di violenza pura, senza controllo.
E, tutto questo, ha a che vedere con la discussione di temi politici, economici, culturali?
Assolutamente no!
Le fesserie sono diventate il nostro pane quotidiano!
Alcune trasmissioni hanno fatto della volgarità la loro bandiera; non sto qui ad elencarle. Lo constato semplicemente: sono insulse! E neanche dopo una sconfitta così sonora, i paladini della volgarità si danno una calmata. Invece di chiamare Grillo alla coerenza, e chiedergli di andare a “vaffa” -come lui stesso aveva promesso di fare in caso di sconfitta- continuano a dargli corda. E lo stesso Grillo, invece di prendere atto di quello che dice lui stesso, torna a ripetere le stesse cose, come se nulla fosse accaduto. E i media lo assolvono: “è un comico”. Idem per i suoi esponenti, parlamentari o no. Grillo dice di essere come Hitler, anzi “oltre”? Subito lo difendono: “ma dai! Si sa che Grillo non un politico, è un comico”. Ossia: è un buffone, un pagliaccio, non và preso sul serio. E da un pagliaccio ci si può far governare?
Ah no! – dicono, ma ci sono i suoi esponenti, ragazzi preparati, laureati, ecc. Guardateli: non sanno mettere insieme una frase di senso compiuto. Se gli domandate che cosa propongono su questo o quell’altro problema, vanno sulle nuvole. Li chiami a coppe, e rispondono a bastoni. La verità è che sono “piombi”, come si dice a Mesagne: non hanno nulla da rispondere.
Berlusconi se ne è accorto: Grillo gli ha tolto la sua base. E grida che Grillo è un aspirante dittatore, che è solo un comico, che non sa nulla della politica. Oh bella! Bella questa! Che cosa ha seminato, il signor B. da quando ha il monopolio della Tv privata? Che cosa ha seminato in 20 anni di suo Governo? Si è definito il più grande imprenditore culturale dell’Italia: e questi sono i risultati. Caro B., stai raccogliendo ciò che hai seminato. E sei nero come la pece solo perché i risultati li sta raccogliendo Grillo.
Ora, non è che tutto questo sia una buona notizia per Renzi. Se si continua a fare politica in questo modo, ci sarà sempre un comico (o un buffone) che la butterà sul volgare; e tutti i suoi sforzi di tirare l’Italia fuori dalla crisi saranno vanificati dalle volgarità.
Chi vuol governare l’Italia nei prossimi anni dovrà prendere atto che la TV e il Web hanno trasformato radicalmente la società italiana, ma ancora di più l’attivismo politico. Si dovrà prendere atto che non servono i ragionamenti complessi, arguti, articolati. In TV, con Twitter, con Facebook, occorre essere immediati, diretti.
Bisogna prendere atto che è avvenuta una trasformazione antropologica: sono arrivati alla ribalta i sottoproletari della cultura, i figli dell’era berlusconiana. E a questi non si possono contrapporre gli intellettuali, come Vendola, come Ferrero, come Cuperlo: hanno fatto il loro tempo.
E allora, Renzi (ma l’Italia - direi) ha bisogno di fare altre due rottamazioni.
La prima è quella che riguarda il sottobosco venuto a galla con lo scandalo dell’Expo di Milano. Un sottobosco fatto di ex-funzionari di partito, senza arte né parte, riciclati nel mondo del’imprenditoria. Ce ne sono centinaia, di ex-funzionari, dell’ex-Pci, dell’ex-DC, dell’ex-PSI, che si trovarono disoccupati dalla sera alla mattina; e che improvvisamente diventarono manager, imprenditori, faccendieri. Sono i “furbetti”, che facevano comodo ai Fassino, come ai Berlusconi, come ai Fini, come ai Casini, ecc. Sono conosciuti, li conoscono.
La seconda rottamazione è quella dei parlamentari, ministri e sottoministri, e portaborse. C’è un ceto politico fatto di avvocati, di professori, laureati disoccupati (pochi), giornalisti, e di quasi-laureati cresciuti all’ombra dei partiti. Ebbene, questi non saranno mai capaci di controbattere fattivamente alle volgarità di massa. Che fine hanno fatto le migliaia di attivisti, semplici operai, sindacalisti, insegnanti, artigiani, che sono l’ossatura dell’Italia? Il 40% sono loro. E allora, si dia spazio a loro: sanno parlare il linguaggio semplice, ma sanno anche indicare soluzioni, con una grande forza espressiva, ma senza volgarità.
Stiamo vivendo la crisi economica peggiore da 90 anni a questa parte; l’Africa è una polveriera, la Russia preme con il suo nazionalismo imperialista, gli Stati Uniti sono preoccupati di non perdere la supremazia mondiale, la Cina sta colonizzando il mondo. E l’Italia? E la Francia? E l’Europa? Abbiamo la guerra in casa: l’Ucraina è a due passi; e stiamo facendo finta di niente.
Abbiamo problemi seri, ma non se ne parla.
Ci accontentiamo dei vari comici e buffoni che dilagano sui media?
In tutto questo, c’è chi vuol rottamare la Costituzione. Ma è l’unica cosa da non rottamare! Lo dico con un esempio. Se c’è un incendio, e il vento lo spinge verso il deserto, allora non c’è problema. Se invece il vento cambia e si dirige verso il bosco oppure verso le case, allora è molto pericoloso. Ecco: la Costituzione serve proprio per salvarci dagli improvvisi cambiamenti di vento.
Ricorre fra un po’ il centenario della prima guerra mondiale, quella che i futuri storici (penso io) chiameranno come la “Guerra Mondiale dei trent’anni”. Fu determinata dai nazionalismi. Oggi i nazionalismi stanno rialzando la testa; dove si potrà andare a parare?
La Costituzione serve proprio per mettere i beni più importanti al riparo dagli incendi e dai cambiamenti di vento. Ma l’Europa non ha una Costituzione. Era questo il tema che si doveva svolgere nelle scorse elezioni europee; una occasione persa. Ma è questo il tema su tavolo dell’Unione Europea. E Renzi dovrà affrontarlo, fra appena un mese.
Homo Videns