Trump e la guerra civile (mondiale?) (di Homo Videns)
Sono passati appena due giorni dalla sconfitta; tra 50 giorni dovrà sloggiare dalla Casa Bianca,
eppure Trump ha licenziato il Ministro della Difesa degli USA, Mark Esper. Ai grandi mezzi di comunicazione è sembrata una notizia da passare in sordina, senza tanti clamori; tuttavia, a ben pensarci, che bisogno aveva Trump – ripeto, a pochi giorni dalla sua uscita di scena – di provocare uno scombussolamento così profondo nelle cabine di regia militari di tutto il mondo? Pensate: il Ministro della Difesa USA è la persona che comanda l’esercito più grande, diffuso e ramificato nel mondo; è la persona che intrattiene rapporti continui con i Ministri della Difesa alleati, tra cui l’Italia; è la persona che monitora (tiene sott’occhio) continuamente i pericoli militari degli USA e dei suoi alleati. Ed è anche la persona che tiene rapporti con i Ministri della Difesa dei Paesi non Alleati (e potenziali nemici), tra cui Russia, Cina, Corea del Nord.
Sarebbe interessante sapere che cosa avrà pensato il nostro Ministro della Difesa; e che cosa avrà pensato il nostro Stato Maggiore.
Ma, intanto, bisognerebbe capire perché Trump ha licenziato Esper. Tutti i media dicevano a giugno (e dicono oggi) che Esper aveva impedito l’uso delle forze armate per sedare le proteste su larga scala negli Stati Uniti, innescate dall’uccisione del povero George Floyd per mano della polizia. Ma è solo questo? Pochi giorni prima delle elezioni USA, i massimi vertici militari avevano fatto trapelare che sarebbero stati neutrali, di fronte a eventuali forti contrasti successivi ai risultati. E il Ministro della Difesa, Esper, aveva approvato.
Ora, le elezioni sono finite, ma Trump non vuole ammettere la sconfitta. Dal primo momento, anzi prima ancora, sta sostenendo di essere stato derubato dei voti, di essere vittima di un furto perpetrato dagli scrutinatori, da funzionari di vari Stati americani, da vari collegi Elettorali, tutti coalizzati contro di lui. Da mesi, si era preparato a contestare, fino in fondo, la vittoria di Biden. Con tutti i mezzi: la contro-informazione, la disinformazione, la guerra psicologica, il discredito dell’avversario, gli attacchi personali, ecc. Si fermerà facilmente? Tutto lascia pensare di no. Se volesse resistere fino in fondo, fino ad arrivare ad uno scenario di tipo Venezuelano, un Ministro della Difesa prono ai suoi ordini sarebbe molto più utile di Esper.
Quali sono, allora, gli scenari possibili? Ancora una volta, è necessario vedere che cosa si muove su internet. Da vari mesi, vengono propagandati siti che prevedono la guerra civile dopo le elezioni USA; uno scenario da Apocalisse. Siti che negano l’esistenza del coronavirus, che sostengono che sia tutta un’invenzione per controllare la gente, per “toglierci le libertà”. E aspettavano la vittoria di Trump per passare alla seconda fase, quella della controffensiva armata contro gli “oppressori delle libertà”.
Pensavo che si trattasse di millantatori, di menti malate, di mentecatti. E invece, abbiamo visto come la campagna elettorale americana sia stata tutt’altro che pacifica. I sostenitori di Trump, in America, non hanno nascosto le loro armi, come abbiamo visto in TV. E i sostenitori di Biden hanno preferito votare per posta, per la paura di tali bande armate. Ma anche in Italia, dopo l’introduzione delle fasce di pericolo da coronavirus, abbiamo visto manifestazioni di piazza violente, organizzate dai gruppi tanto anarcoidi quanto destroidi e fascistoidi, che negano la scienza e si appellano a quelle che sostengono “le libertà defraudate”. Vogliono andare in giro come se non fosse successo niente, fregandosene di un virus che ha una pericolosità mai vista; e, in molti casi, anche con la mascherina firmata Trump.
Se 2+2 fa 4, allora quali sono gli scenari possibili?
Intanto, in America è partita la campagna giudiziaria di Trump; e sta continuando la campagna di disinformazione e controinformazione. [Subito imitata da alcuni media nostrani; vedi il discredito lanciato su Biden e Kamala Harris]
E che cosa potrebbe avvenire dopo?
1– Il riconteggio dei voti in alcuni Stati; la mobilitazione delle bande armate per intimorire gli scrutinatori.
2– La contro-mobilitazione dei sostenitori di Biden.
3– Lo scatenamento di violenze inenarrabili.
4– La dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, con la sospensione di Camera e Senato.
5– La guerra civile.
A quel punto, il Mondo si sarebbe già schierato: pro o contro Trump. Anche l’Italia si sarebbe schierata. Il Mondo occidentale si sarebbe schierato. E la guerra civile sarebbe scoppiata anche tra noi.
E perché la guerra civile sarebbe scoppiata anche in Europa? Perché le stay-behind sarebbero state allertate, o meglio risvegliate. Se qualcuno non lo sapesse, o lo avesse dimenticato, stay-behind sono le reti di simpatizzanti, fiancheggiatori, finanziatori, che ogni Stato (dominante) crea negli altri Stati. Le avevano i nazisti, le avevano i Russi, gli Inglesi e gli Americani dopo la seconda Guerra Mondiale. E, secondo voi, non le hanno ancora oggi? I metodi sono sempre gli stessi: guerra giornalistica, guerra psicologica, guerra culturale; infiltrazione di agenti nei Governi e nelle Opposizioni; finanziamento di giornali per il discredito degli avversari, bande armate, ecc. Gli strumenti, oggi, sono anche i social, internet, facebook, ecc.
Scenario Fantasioso? Apocalittico? C’è da augurarselo; ma conviene essere pronti a tutto.
Homo Videns