Lasciare la casa di proprietà per andare in affitto? (di Homo Videns).
Ultima assemblea della sinistra PD, 21 marzo 2015. Bersani, sornione come al solito, si crogiola nelle sue parole e liquida così quelli che vorrebbero forse costituire una nuova organizzazione,
un nuovo partito, non si sa che cosa: “sarebbe come lasciare la propria casa, quella di cui siamo proprietari, per andare in affitto…”. Il pragmatico riformista emiliano si svincola da nuove imprese.
Cuperlo, invece, da intellettualino con gli occhialini sulla punta del naso, pensa di fare un discorso più approfondito, azzarda un “se questa situazione non è colpa della sinistra quando stava al governo”, per convergere subito sulla linea Bersani: “…ci ricompreremo la casa…”.
D’Alema, invece si spinge in un’analisi impietosa del giovanilismo renziano, lo accusa di “arroganza politica”, di voler distruggere il partito, ecc. Però, dà l’impressione di agitarsi per motivi personali, spinto dall’astio per essersi rottamato senza aver combattuto abbastanza.
Fra il Bersani con l’aria del rassegnato pensionato, il Cuperlo con l’aria dell’oracolo di Delfi, e il D’Alema rottamato; così si svolge la fine della sinistra in Italia.
Non si accorgono di essere stati sfrattati; sono tollerati per diritto consuetudinario; ma alla prima occasione (le elezioni politiche), Renzi gli taglierà la luce l’acqua e il gas.
Stanno facendo la storia, ma non se ne accorgono. Dalle prossime mosse dipenderà il futuro della sx in Italia, ma giocano con le parole, con le battutine da bar, come se stessero in un semplice salotto. E rilanciano il dilemma creato ad arte da Renzi: rottamazione/non rottamazione: un giochino parolaio promosso a ideologia politica.
Nessuno che si ponga il vero problema: quello della volontà popolare. Senza scomodare Rousseau, la crisi delle nostre istituzioni politiche non sta nel falso dilemma, ma nel fatto che la politica non realizza più la formazione della volontà popolare.
Oggi ormai essa non si forma nelle assemblee pubbliche, nelle riunioni di partito, nei congressi. Si forma nel salotto di Bruno Vespa, nelle trasmissioni di intrattenimento, tipo “piazza pulita”, “servizio pubblico”, “ballarò”, ecc. Si forma con i tweet di Renzi, con le sparate di Grillo, con le battutine di Bersani.
Viviamo in un’epoca in cui non si distingue più fra cronaca e storia; si governa fra un selfie e l’altro, fra un tweet e l’altro. Tutto sembra durare solo lo spazio di un mattino; tutto, anche le cose che hanno un peso grande e sono destinate a lasciare traccia nel domani.
La cronaca è incapace di capire questi meccanismi, i cronisti non hanno gli strumenti adatti. E l’homo videns di questa epoca è smarrito, ammutolito, quasi interdetto.
Homo Videns