Homo elector: una specie in via di estinzione (Homo videns)
Negli anni settanta impazzavano i dibattiti sullo scollamento tra i partiti e gli elettori; si ammetteva un forte distacco tra “paese reale e paese legale”.
Probabilmente oggi ce ne siamo dimenticati; sono passati 40 anni; i più giovani probabilmente non ne sanno proprio niente.
Ma occorre ricordarci che negli anni settanta si rispose alla voglia di partecipazione e di contare delle nuove leve, delle donne, degli emarginati, dandogli la possibilità di partecipare, contare, incidere. Alcuni referendum cambiarono profondamente la nostra vita: divorzio, statuto dei lavoratori, consigli di fabbrica, di quartiere, ecc. Anche l’istituzione delle regioni fu salutata come un avvicinamento delle istituzioni ai cittadini.
Poi, pian piano, sono ritornate le spinte centralistiche, il “non disturbate il manovratore”, lasciate fare a chi sa fare, ecc.
Non era ancora scoppiata tangentopoli, non si erano scoperti i sistemi di malaffare; ma pian piano i neo-arrivati alla politica, i politici di professione, hanno scoperto i meandri nei quali perseguire i loro propri interessi, legittimi si intende, come quelli di qualsiasi professione.
La Costituzione del ’46 non aveva previsto queste deviazioni, non poteva prevedere quello che sarebbe avvenuto nel capitalismo maturo; ma fra l’altro, in quel clima culturale antifascista, e post-fascista, il pericolo di approfittatori della democrazia era l’ultimo pensiero dei padri Costituenti.
Alcuni politicanti sono anche andati oltre; hanno colto l’occasione della politica per moltiplicare i propri introiti attraverso il malaffare; ma questo era stato previsto ed è continuamente sanzionato.
A partire dagli anni novanta, nell’ultimo ventennio, la gente si è man mano assopita, si è assuefatta all’essere comandata, ha preferito volgersi alle proprie intime attività, schifata, indignata, ecc. ecc.
E così i partiti sono andati in crisi; la volontà popolare non viene più costituita nelle riunioni delle sezioni di partito, nei circoli cultural-politici, nelle assemblee sindacali, ma nel chiuso delle stanze del palazzo. Gli elettori, coloro che vanno a votare, sono in drastico calo, i referendum non raggiungono il quorum, molti pensano che le cose è meglio lasciarle come stanno, perché forse sarebbe anche peggio…
Di fronte a questa fuga dal voto attivo, domandiamoci: la riforma costituzionale proposta da Renzi pone un rimedio? O aggrava la situazione?
Le province sono state abolite, ma non sono state abolite. Contraddizione apparente, ma solo per gli allocchi. Forse non lo sapete. Nello scorso mese di ottobre, alla spicciolata, quasi in tutta Italia, i sindaci e i consiglieri comunali si sono dati appuntamento e hanno votato il nuovo Presidente della Provincia e i Consiglieri Provinciali. Non se ne è saputo niente, tanta è la vergogna di questi nuovi notabili! E la famosa sovranità? Non appartiene al popolo? Così recita la nostra Costituzione: appartiene al popolo, non “agli eletti dal popolo”. Si faceva così nell’Ottocento, quando il popolo non era considerato maturo per la democrazia: elezioni di 2° livello, così erano chiamate.
Si vorrebbe fare la stessa cosa con il Senato. Renzi vorrebbe abolirlo, ma non abolirlo. Il Senato ci sarà ancora, ma i senatori se li eleggeranno tra di loro: tra i consiglieri regionali, tra i sindaci.
Facciamo un elenco, così, a caso, dei possibili futuri senatori:
Il sindaco di Firenze, il sindaco di Bari, il sindaco di Lecce, il sindaco di Roma, quello di Napoli, quello di Mesagne, il presidente della Campania, quello della Puglia, ecc. ecc.
Sovranità popolare vorrebbe che questi signori, se vogliono diventare senatori, si sottoponessero al vaglio popolare: vuoi tu De Luca come Senatore? Ma questa possibilità, se vince la riforma Renzi, ci sarà tolta.
Il De Luca di turno se lo eleggerà Renzi, punto e basta. Ma Emiliano se lo sognerà di diventare senatore, punto e basta.
Il vero quesito del referendum costituzionale è questo: volete voi che i senatori vengano scelti da un ristretto gruppo di persone? Sì o no? Se rispondete sì, sappiate che consegnate anche questa vostra ultima volontà a chi ha già tutto il potere.
Homo Videns