La storia capovolta (di Carmelo Molfetta)
Non fu eletta, o nominata, Presidente del Consiglio Nilde Jotti.
Un imponente Partito Comunista, con presenza territoriale con la stessa diffusione delle caserme dei carabinieri, non bastò per portare la Jotti alla nomina di Presidente del Consiglio.
Una visione maschilista della politica, che nel caso specifico guardava anche dal buco della serratura, fu sufficiente ad ostacolare quella investitura ad una donna che era stata diretta promanazione della lotta di Resistenza.
Si aggiunga la conventio ad escludendum contro il Partito Comunista che raccoglieva all’incirca un terzo dell’elettorato italiano, che le cosiddette interferenze elettorali di oggi sono acqua fresca, ed il quadro è completo.
La elezione di Nilde Jotti alla carica di Presidente della Camera oggi appare più come un oscar alla carriera che altro.
Non fu eletta, o nominata, Presidente del Consiglio Tina Anselmi.
Democristiana di fede, donna resistente con il fucile a tracolla, militante della democrazia cristiana che, organizzata in correnti, mal sopportava i titoli o il curriculum personale.
Che fosse stata una combattente della resistenza, se ne ricordarono da morta.
Tina Anselmi, quella che inventò la Legge 185, osteggiata anche dai sindacati, che diede lavoro e dignità di persone, non prebende assistenziali, a decine di migliaia di lavoratrici e di lavoratori.
Chissà se qualcuno se ne ricorderà.
Non fu eletta, o nominata, Presidente del Consiglio Emma Bonino, l’anima vivente del Partito radicale, Pannella non c’è più,
Unica vera madrina delle lotte di liberazione delle donne e di tutta la società civile, quando tutto questo accadeva durante gli anni di piombo.
La lotta di emancipazione riuscì anche a superare quegli anni bui della strategia della tensione scatenata contro i movimenti studenteschi e le lotte operarie.
Quelle lotte che portarono alla instaurazione dello Stato sociale.
La prima donna Presidente del Consiglio di oggi sarà Giorgia.
Mesagne 26 settembre 2022
Carmelo Molfetta