I lavori sulla Porta Nuova (di Carlo Ferraro)
Da qualche settimana, passando in macchina davanti alla Porta Nuova, la cosiddetta “Scaledda”,
e vedendo i lavori in corso che hanno portato allo svellimento di parte dell’antica cordonata in pietra per la posa delle nuove condotte per l’acqua e la fogna, eravamo in forte apprensione; i precedenti dei lavori condotti negli anni passati sul lastricato del centro storico, affidati a varie ditte attraverso il massimo ribasso, non facevano dormire sonni tranquilli.
Il pericolo di vedere snaturata l’opera maestra degli artigiani che nel settecento con estrema cura posero in opera una cordonata perfetta nelle sue connessure, nel ritmo uguale al nostro passo, la pulizia e l’estremo decoro, quasi lezioso, pensando che si trattava della porta che immetteva al Borgo dei signori di allora, è consistente.
Negli anni passati abbiamo visto di tutto nel rifacimento del lastricato antico: rimozione del lastricato originale e posa in opera di pavimenti come mattonelle da bagno, grosse fughe in cemento che inevitabilmente erano destinate a spaccarsi nel tempo, stravolgimento generale dell’aspetto originale del nostro centro storico, essendone il pavimento parte integrante e caratterizzante di quello che va sotto il nome di “ambiente” storico.
Solo una volta, tanti anni fa, eravamo al tempo del sindaco Bardaro, avevo visto i lavori fatti a regola d’arte: in piazza 4 novembre le grosse lastre furono riallocate su un letto di sabbione e messe in tensione tra di loro con l’uso di martelli in legno di fico, morbido, capace di deformarsi sotto i colpi e non scheggiare le antiche pietre. Il tutto con l’utilizzo della sola sabbia, senza l’uso del devastante cemento, materiale rigido per eccellenza. Da allora solo interventi selvaggi, irrispettosi del nostro bene pubblico più prezioso, appunto le chianche di pietra dura e bellissima.
Questa mattina sono stato molto fortunato perché nel mio sopralluogo ho avuto modo di incontrare il direttore di cantiere, l’ing. Carmosino, della ditta appaltatrice “Spinosa” di Isernia, con cui abbiamo avuto un lungo e dettagliato scambio di opinioni ed informazioni.
Le mie preoccupazioni, e quelle di tanti cittadini che tengono in particolar modo alla Porta Nuova, sono state fugate dall’ingegnere, che ci ha assicurato che i lavori saranno eseguiti con estrema cautela e con artigiani all’altezza del compito. Del resto, dobbiamo ammettere che fino ad ora i lavori ultimati si presentano molto bene, migliorando in alcuni casi l’aspetto estetico del lastricato rimosso e rimesso in opera.
A conferma dell’attenzione che il direttore dei lavori sta profondendo è il suo proposito di far passare i tubi di acque e fogna solo nella parte attualmente rimossa, senza svellere l’altra parte della cordonata, evitando di toccare quella che agli occhi di chi ama il nostro centro storico è una vera opera d’arte, frutto della sapienza costruttiva degli antichi maestri stradini. Ovviamente i tubi esistenti, in ghisa, verrebbero chiusi e tombati. Si eviterebbe così un grosso stress alla fine fattura del pavimento lapideo. Speriamo che la Sovrintendenza ascolti questo suggerimento ispirato a praticità ed economia.
Altra sua interessante proposta è quella di invitare l’amministrazione comunale ad approfittare dei lavori in corso per mettere in opera, almeno nelle vie dorsali, quelle principali, dei tubi di servizio che un giorno potrebbero essere usati per alloggiare la fibra ottica e/o interrare i fili elettrici tuttora a vista sulle facciate delle case e dei palazzi antichi. Si tratta di una estensione di 3.600 metri di tubazione di servizio, che un giorno eviterebbe di rimuovere ancora una volta il pavimento lapideo. Essendo i lavori al 35 per cento del loro avanzamento, c’è la possibilità reale di dotare gran parte del centro storico di una tubazione accessoria che faciliterebbe qualsiasi tipo di lavoro che si andrà a fare in futuro. Sono tutte ragioni dettate dal buon senso che non possiamo che accogliere e indirizzare all’assessore per i Lavori Pubblici, visto che con un piccolo investimento oggi possiamo evitare dei lavori più onerosi domani.
Infine una richiesta che non possiamo non fare nostra, anche se di carattere molto delicato: l’Acquedotto Pugliese, commissionario dei lavori, preme perché i lavori avanzino celermente e questo mette in difficoltà la ditta che sta cercando in tutti i modi di consegnare un lavoro fatto a regola d’arte e che si è trovata davanti alle numerose richieste particolari degli abitanti stessi, essendo questo un cantiere “vivente” e non circoscritto. Sarebbe il caso che, per una volta, si fosse un po' tolleranti rispetto la data di consegna dell’appalto, vista la natura delicata dei lavori, e visto che questo lavoro sarà giudicato non solo dai cittadini che ci tengono al nostro patrimonio storico, ma anche dai turisti che visiteranno in futuro il nostro centro antico. Forse il nostro sindaco può fare sentire la sua voce, che è la voce di tutti noi, nelle sedi preposte, rimarcando l’importanza per la cittadinanza di vedere restituito nelle migliori condizioni possibili il nostro lastricato storico, bene collettivo per eccellenza.
Carlo Ferraro
Portavoce Movimento 5 Stelle