Monumento a Messe: corsi e ricorsi storici e l'infuocata discussione in Consiglio Comunale.

Oltre mezzo secolo fa, il 18 dicembre del 1968, un mercoledì, moriva Giovanni Messe, Maresciallo d’Italia,

nostro concittadino mentre in Mesagne si respirava l’aria natalizia.

Sindaco era Cassio De Mauro, amico fraterno di Giovanni Messe che decretò immediatamente il lutto cittadino per il giorno dei suoi funerali.

Pochi lo sanno, ma fu proprio Cassio de Mauro che perorò ed ottenne nel 1953 la candidatura di Messe al Senato per il collegio di Brindisi nella D.C. come indipendente e che da lì inizio la carriera politica.

In quel dicembre umido ma soleggiato (1968) la Mesagne godereccia stava aspettando il complesso dei “Giganti” con la città tappezzata di manifesti e, ironia della sorte, sotto tali manifesti c’erano i festoni “lutto cittadino” che non specificavano, però che esso era stato indetto in onore di Giovanni Messe.

Nel mese di Gennaio dell’anno successivo (poco più, poco meno) Cassio De Mauro, al di fuori dell’Amministrazione comunale, costituì un comitato per le onoranze a Giovanni Messe per porre in essere poche ma importanti iniziative:

 -la costruzione di un monumento con relativo busto bronzeo;

-la scelta di una strada che fosse in zona centrale nella città e di peculiare importanza. A seguire il suggerimento fu di intitolare Via Brindisi a Giovanni Messe, una cosa che non avrebbe creato problemi considerato che la Via di Latiano anni prima era stata intitolata a Guglielmo Marconi.

Con queste premesse il Comitato realizzò il monumento affidando all’arch. Decio De Mauro la progettazione e la sua realizzazione, il busto bronzeo opera dello scultore Cesare Marino, mesagnese che nella nostra Pinacoteca annovera una quarantina di quadri e qualche gesso.

Nella prima Amministrazione “Bardaro” (dovrebbe essere inizio del 1971) si portò la discussione in Consiglio Comunale per approvare tutta l’attività espletata dal summenzionato Comitato e completare con una cerimonia ufficiale la posa del busto e l’intitolazione di Via Brindisi al Maresciallo d’Italia. Nonostante le ricerche nulla è stato trovato nei documenti ufficiali. Con molta probabilità, in Consiglio Comunale fu discusso il tutto in qualche comunicazione del Sindaco o nelle “varie ed eventuali”.

A relazionare sulla questione fu il sindaco Elio Bardaro che dopo la prolusione aveva aperto la discussione; in pochi avevano immaginato che un tale argomento avrebbe creato una conflittualità di particolare durezza fra le forze politiche. Nel gruppo consiliare del Partito Comunista sedeva Santino Greco che si dichiarò reduce della spedizione in Russia. Non ricordo se fu trattata la questione del comando affidato al generale Gariboldi dell’8° Armata e dell’Armir o esclusivamente la questione del Csir (Corpo Spedizione Italiano in Russia) di cui era comandante Giovanni Messe.

Subito dopo l’intervento di Santino Greco, ci furono le varie prese di posizione con interventisti e pacifisti e chi più ne ha più ne metta. Da tenere presente che il tutto si verificava in un periodo post ’68, con la questione Vietnam che giornalmente calamitava l’opinione pubblica nazionale.

Bruno Volpe chiarì ampiamente la sua posizione: non era un militarista, aveva vissuto difficoltà durante il periodo universitario a Bari come attivista socialista, era stato componente dell’associazione “Corda Frates” ma nonostante tutto riteneva che Giovanni Messe avesse avuto una vita fuori dal solito con benemerenze varie e con l’acquisizione del titolo “Maresciallo d’Italia”, cosa che poche persone erano riuscite a realizzare in Italia. Come amministratore comunale ricordò anche che si oppose, negli anni precedenti al tentativo di cancellare la toponomastica legata alla Monarchia. La considerava storia d’Italia e testimonianza di un passato rilevante; aggiunse anche che a Mesagne gli amministratori negli anni passati si erano concesso di tutto e tra il serio ed faceto disse che bisognava pensare ad arricchire la toponomastica con una “Piazza Carnera”!

Nonostante i tentativi di pacificazione non si riuscì a trovare una linea di intesa e quando fu la volta di Roberto Distante che mirava a fare un ultimo pacato tentativo di mediazione, al colmo del parossismo si sentì dire da un componente della minoranza che non riuscì più a controllarsi, quasi biascicando:  

Cosa sono queste insimulazioni di cretinaggini … ed ancora … che non sei altro?”

Roberto rimase trasecolato, Emanuele (Castrignanò) pure allenato nelle forme del vario humor sembrava allibito!

Il Sindaco Bardaro si accorse di un calo di tensione dell’Assise e colse l’occasione per chiudere la discussione ed all’unanimità si decise di rinviare il tutto a “data da destinarsi”!

E dopo mezzo secolo Mesagne ancora si aspetta la data per una nuova discussione dell’argomento.

Qualche considerazione:

Il monumento fu progettato dall’arch. Decio De Mauro per altro senza alcun compenso e la scelta del posto dove allocarlo fu fatta dal Comitato d’onore retto da Cassio De Mauro. Se si considera la linearità dello stesso non è difficile avere una chiave di lettura che è un monumento predisposto per un militare che “obtorto collo” aveva vissuto in un clima di ostilità e di contrapposizione. Il simbolismo traspare in ogni “angolo” del monumento e gli “addetti ai lavori” lo sanno leggere; di conseguenza qualsiasi altra destinazione, in particolare di posizionare su quel monumento altri momenti di vita ivi compresi quelli religiosi non sono appropriati.

E forse è meglio ignorare le polemiche che sono rimbalzate in redazione ossia di un prelato che ha dichiarato che Messe quale militare deve essere onorato in una caserma e di un non cattolico che ha affermato che San Michele Arcangelo deve essere venerato nella Chiesa.

Se proprio si vuole mettere San Michele in quella Piazza si smantelli quel monumento e si rifaccia un’altra base. Su questo discorso Sergio De Mauro, figlio del compianto ed indimenticabile Architetto Decio potrebbe fare una ricerca nelle carte del nonno e rintracciare la documentazione prodotta dal Comitato di onoranze allo scopo di far rispettare quel lavoro fatto con impegno e passione dai propri congiunti. (In questo lo zio Ermes può dare un contributo)

 Ed ancora mi preme ricordare che qualche mese fa è stato pubblicato su www.mesagne.net un articolo a firma di un grosso personaggio dell’esercito italiano, che riferiva di un Messe massone iniziato nella loggia Michelangelo di Firenze nel 1919. Chi scrive questo articolo è in grado di riferire di avere avuto notizia (solo notizia senza alcun riscontro) che l’ultimo desiderio di Giovanni Messe era stato esaudito ossia quello di consegnare tutte le sue carte (faldoni contenenti documenti, lettere, dispacci, materiale di ogni genere, tutto ordinato nel miglior modo possibile) all’Archivio Nazionale dell’Esercito Italiano 50 anni dopo la sua morte.

Fino ad oggi, ad onor del vero si conosce solo il fondo Messe messo parzialmente in ordine dal defunto Generale di C.A. Giambartolomei datato Roma 28 giugno 2005. A seguire si fornisce il link: (http://www.esercito.difesa.it/storia/Ufficio-Storico-SME/Documents/150312/Fondo-Messe.pdf)

Detto questo forse è il caso di dire che l’intestazione di una strada e la posa di un busto si può tranquillamente fare, possibilmente nel rispetto del lavoro svolto mezzo secolo fa (quando la gran parte dei componenti di questa amministrazione non era nata), considerando anche il fatto che la vicenda Messe non è più “cronaca” ma “storia”.

Magari in un contesto di pacificazione, quale monito perché alcune cose non avvengano più, oltre alle spoglie dei caduti dell’ultima guerra mondiale che dovrebbero tornare a Mesagne, dopo 50 anni, potrebbero tornare anche le spoglie di Messe, che si trovano nel cimitero del Verano a Roma.

Sono trascorsi molti lustri e in una ipotetica cerimonia commemorativa si potrà suonare anche “un silenzio fuori ordinanza” perché alla pronunzia del nome di Giovanni Messe, nessuno, al momento, avrebbe titolo per dire: “Comandi”!

Per completezza ecco Elenco dei marescialli d'Italia. (Tra parentesi la data di nomina).

Prima guerra mondiale

Luigi Cadorna (4 novembre 1924)

Armando Diaz (4 novembre 1924)

 Enrico Caviglia (17 giugno 1926)

 Emanuele Filiberto d'Aosta (17 giugno 1926)

 Pietro Badoglio (17 giugno 1926)

 Gaetano Giardino (17 giugno 1926)

 Guglielmo Pecori Giraldi (17 giugno 1926)

Guerra d'Etiopia

Emilio De Bono (16 gennaio 1936)

Rodolfo Graziani (9 maggio 1936)

Seconda guerra mondiale

Ugo Cavallero (1º luglio 1942)

Ettore Bastico (12 agosto 1942)

Umberto di Savoia (29 ottobre 1942)

Giovanni Messe (12 maggio 1943)

Elenco degli insigniti di titoli equivalenti

Grande ammiraglio

Paolo Thaon di Revel (4 novembre 1924)

Maresciallo dell'aria

Italo Balbo (13 agosto 1933)

Ma ancor di più penso che sia importante riportare le benemerenze acquisite dal nostro concittadino (almeno quelle note):

Onorificenze

Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria Grande ufficiale dell'Ordine militare di Savoia

— 8 maggio 1943

Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine Militare di Savoia

— 14 marzo 1942

Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria                Ufficiale dell'Ordine militare di Savoia

— 21 settembre 1939

Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine militare di Savoia

— 9 febbraio 1919

Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto - nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine di Vittorio Veneto

Medaglia d'argento al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'argento al valore militare

«Messe Giovanni, da Mesagne (Lecce), capitano reggimento di fanteria. - Si esponeva per più giorni dove maggiore era il pericolo, e con l'esempio e con la parola, manteneva saldo il suo battaglione sotto i lunghi e furiosi bombardamenti dell'avversario, contenendo e riuscendo a mantenere, con contrattacchi opportunamente sferrati, una difficile posizione che il nemico, fortemente aggressivo, tentava ripetutamente di riconquistare.»

— - Grazigna, 21-23 maggio 1917

Medaglia di bronzo al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria  Medaglia di bronzo al valore militare

«Messe Giovanni, da Mesagne (Lecce), capitano 57 reggimento fanteria. - Alla testa del suo battaglione assaltava di sorpresa in pieno giorno una forte posizione nemica e la manteneva, poi, nonostante un violento bombardamento avversario e ripetuti contrattacchi. Pochi giorni dopo compiva una rischiosa ricognizione oltre le nostre linee, durante la quale rimaneva ferito. Lasciava il suo posto di combattimento solo in seguito a perentorio ordine dell'autorità superiore. Esempio costante ai suoi soldati, di ardimento, di valore, di calma e di sereno sprezzo del pericolo.»

— Monte S. Gabriele - Weliki - Krib, 1-2 ottobre 1917.

Medaglia di bronzo al valore militare - nastrino per uniforme ordinaria  Medaglia di bronzo al valore militare

«Messe Giovanni, da Mesagne (Lecce), sottotenente. - In ripetuti combattimenti comandò il plotone con intelligenza e coraggio.»

— - Messri, 13 novembre 1911 - Zanzur, 8 giugno 1912.

Croce al Merito di Guerra - Concessione per Valore Militare - nastrino per uniforme ordinaria    Croce al Merito di Guerra - Concessione per Valore Militare

«Messe cav. Giovanni, tenente colonnello 9º battaglione d'assalto. - Incaricato della conquista d'importante posizione, nelle alterne vicende dell'aspra lotta, tenne con mano ferma il comando dei suoi arditi dando prova di coraggio e sprezzo del pericolo.»

— Maj e Sturos (Albania), 19 giugno 1920.

Croce al merito di guerra (3 concessioni) - nastrino per uniforme ordinaria Croce al merito di guerra (3 concessioni)

Medaglia commemorativa della campagna in Cina Ed Estremo Oriente - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa della campagna in Cina Ed Estremo Oriente

Medaglia commemorativa della guerra italo-turca - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa della guerra italo-turca

Medaglia commemorativa della spedizione in Albania - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa della spedizione in Albania

Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa (1882-1935) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa delle campagne d'Africa (1882-1935)

Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale (1935 – 1936) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa delle operazioni militari in Africa Orientale (1935 – 1936)

Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna) - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 18 (4 anni di campagna)

Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa dell'Unità d'Italia

Medaglia commemorativa italiana della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria Medaglia commemorativa italiana della vittoria

Promozione per merito di guerra (fino a Ufficiale superiore) - nastrino per uniforme ordinaria Promozione per merito di guerra (fino a Ufficiale superiore)

«Messe Giovanni, maggiore 9º reparto assalto. Promosso tenente colonnello con anzianità ottobre 1918 e con diritto a fregiarsi del distintivo di cui alla circolare 82 giornale militare 1918.»

Promozione per merito di guerra (fino a Ufficiale superiore) - nastrino per uniforme ordinaria Promozione per merito di guerra (fino a Ufficiale superiore)

«Messe Giovanni, generale di divisione in s.p.e. - È promosso, per merito di guerra, generale di corpo d'armata.

( R. D. 25-6-1941-XIX - registrato alla Corte dei conti li 7-7-1941-XIX - registro 23, foglio 87 ). Assunto in critica situazione il comando di una grande unità già duramente provata, riusciva a centuplicare le forze e la volontà e a stroncare così l'azione irruente del nemico proteso alla conquista di una delle più importanti basi marittime d'Albania. Organizzava quindi in breve tempo una solida barriera difensiva, sulla quale il suo corpo d'armata, esaltato dal suo esempio e dalla sua virtù incitatrice di un capo, resisteva incrollabilmente ai rabbiosi, replicati attacchi dell'avversario. Dopo averne gradualmente stroncato ogni capacità reattiva, balzava poi alla controffesa, premendo e inseguendo il nemico sino alla sua totale dissoluzione.»

— Valona - Val Sciuscizza - Kalamas, 21 dicembre 1940-23 aprile 1941-XIX

Onorificenze straniere

Croce di Cavaliere della Croce di Ferro - nastrino per uniforme ordinaria Croce di Cavaliere della Croce di Ferro

— 23 gennaio 1942

La foto pubblicata appartiene ad un Archivio privato. In alto a sinistra si intravede scritto in trasparenza “Massoni” e si trova a pag, 65 della rivista “Officinae” n. 4 del dicembre 2014 in una rubrica “Massoni in divisa”.

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