Polemiche sulla "Granafei". La biblioteca chiude per i lavori del progetto "Community Library" e sarà altro.

Ancora polemiche sulla biblioteca comunale che, come scritto già ad aprile dalla “Gazzetta” non sarà più tale e rischia di scomparire.

In questi giorni, sono stati pubblicati gli atti di inizio dei lavori che presuppongo la chiusura della struttura, mentre “La Biblioteca comunale non perderà nulla, aumentano i servizi”, dice una nota inviata dal Comune la sera di sabato, giorno della Commemorazione dei defunti. “In relazione a quanto apparso sulla stampa locale - circa la preoccupazione per il destino e la prossima destinazione della Biblioteca comunale - va subito precisato che essa conserverà la propria funzione e il proprio patrimonio librario. Questo sarà preservato, implementato e ne sarà incentivata la fruizione. Il progetto candidato e finanziato nell'ambito del Bando Regionale "Community Library", durante la consiliatura Molfetta, prevede un’integrazione delle attività; a titolo esemplificativo: un aumento dei servizi e degli spazi dedicati alla letteratura dell’infanzia, un’implementazione del patrimonio librario, la predisposizione di una sala letture e una sala studio, una serie di attività di animazione che si aggiungeranno ai servizi ordinari gestiti dal personale comunale”, dice la nota dell'avvocato Marco Calò, consulente politico del Comune di Mesagne per la promozione delle politiche culturali, sul progetto “Community Library’”.

“L’obiettivo che ha guidato la recente progettazione è stato quello di una ulteriore e più efficace ‘apertura’ del luogo che da anni rappresenta un punto di riferimento per tanti studenti e studiosi, soprattutto di divulgazione del sapere per l’intera comunità. Continuerà ad esserlo. L'identità della Biblioteca sarà tutelata e arricchita; di questa autentica ‘Casa del Sapere’ saranno meglio esplicitate le potenzialità: nulla di quanto previsto con cura e studio può essere svilito prima di essere posto in essere”, conclude il consulente politico.

E non poteva essere diversamente visto che l’avv. Calò a suo tempo, da assessore alla Cultura nella consiliatura Molfetta ha firmato tutti gli atti necessari acché di arrivasse a questo punto.

Insomma, “Iudex in causa propria” l’avv. Calò, che non si è accorto, innanzi tutto, che la “gloriosa” (sia consentito) “Biblioteca comunale “Ugo Granafei” diventerà – lo dice il progetto – “Casa delle storie”. Poi prosegue parlando di un aumento degli spazi dedicati alla letteratura dell’infanzia, che a vedere nelle foto del progetto occuperà la quasi totalità della superfice calpestabile, lasciando – servizi  igienici esclusi – uno sgabuzzino per la sala studio, perché sono più importanti i divani e le poltrone rispetto a ciò che resterà come “sala letture e una sala studio” e non è dato sapere perché l’avv. Calò non ha inteso descriverli cosa siano i “servizi ordinari gestiti dal personale comunale”, posti alla base di un valore aggiunto che sarebbe costituito dalla “serie di attività di animazione”. Vorrà dire, l’avvocato, “animazione culturale”, che anche in tempi di scarsa considerazione da parte degli amministratori che si sono succeduti, la biblioteca è riuscita a tenere un alto spessore: insomma una biblioteca, non altro come si sta cercando, ostinatamente, di farla diventare. (a. scon.)

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