A 4 anni dalla morte di Regeni.
Il prossimo 25 gennaio saranno 4 anni dalla scomparsa di Giulio Regeni, il ricercatore friulano trovato senza vita alla periferia del Cairo il 3 febbraio 2016.
“Verità per Giulio Regeni” è diventato l’appello di enti locali e comuni italiani, delle università e di altri luoghi di cultura del Paese che hanno affidato ad uno striscione una richiesta accorata affinché sia fatta chiarezza sulla morte del ventottenne triestino. La scritta gialla ha fatto il giro del mondo grazie alla campagna lanciata dall’associazione “Amnesty International Italia” e “La Repubblica”. “Mesagne conferma questa adesione ideale di richiesta di verità per un brutale omicidio che non può essere archiviato: lo dobbiamo all’impegno intellettuale e civile di Giulio, alla sua giovane vita e alla sua famiglia, alla verità come pratica di democrazia alla quale il nostro Paese non può rinunciare”, ha dichiarato il sindaco di Mesagne, Toni Matarrelli.
Le circostanze della morte di Regeni continuano a rimanere tutt’altro che chiare: emergono a tratti le ricostruzioni oggettive sulle modalità e le ragioni per le quali lo studioso è stato massacrato; tante le incertezze nonostante le indagini dello Stato e degli investigatori italiani che, nei fatti, non sono supportate dalle autorità egiziane. “Giulio era un giovane brillante; si trovava in Egitto per completare una ricerca di dottorato sui sindacati locali. In questi anni abbiamo assistito alle prove di coraggio dei genitori dello studente, provati ma mai distolti dalla ferma volontà di non lasciar cadere nell’oblio la vicenda, come pure si sarebbe voluto fare stando ai depistaggi che si sono messi in atto.
Un epilogo diverso dall’individuazione e dalla condanna dei responsabili della drammatica fine di Giulio è insopportabile anche solo da pensare”, è il commento di Vincenzo Sicilia, consigliere comunale alle Politiche giovanili del Comune di Mesagne che ha preso a cuore questa battaglia di giustizia. Lo striscione sulla facciata della sede del Comune di Mesagne è lì per provare a gridare tutto ciò.