Sullo slargo di Porta Grande e sulla sua fruizione (di Carlo Ferraro)

Ringrazio prima di tutto il sig. Marco Profilo che, nel dichiarare la necessità di uno spazio pedonale a Porta Grande,

nonostante la sua chiara preferenza per la soluzione proposta dai Cicloamici, ha avuto la cortesia di mettere a confronto quella con la proposta dei CinqueStelle, aiutando così i cittadini nelle loro valutazioni.

Penso che si possa, ora, entrare nello specifico, dal momento che sull’argomento è stata ottenuta la dovuta attenzione da parte dei lettori.

Una precisazione preliminare a tutto il discorso: Largo Porta Grande non è una piazza, ma, appunto uno slargo. È uno spazio dinamico e multifunzionale, data la presenza delle diverse parti di città che vi si affacciano ed interagiscono. Uno spazio alquanto differente da quello che usualmente chiamiamo piazza, spazio statico per eccellenza, luogo di sosta e contemplazione. Basta osservare quanta gente ama “stare” in Piazza IV Novembre in estate, e quanti sostano in Porta Grande. Il suo ampio spazio ci permette di affollarla negli appuntamenti più importanti per la cittadinanza, quali le manifestazioni legate al luglio mesagnese, evento collettivo per eccellenza, ma sicuramente a nessuno piace guardare il traffico intenso che vi scorre quotidianamente; stiamo parlando della strada per Brindisi, non del Canal Grande a Venezia.                                                                                                                                          Per questo la proposta di creare una piazza lastricata in pietra, come proposto dai Cicloamici in quel luogo, è abbastanza ardua da realizzare; non tanto per la sua fattibilità quanto per la sua reale fruizione.

Torniamo per un momento al “passato”, rappresentato dalla famosa cartolina in cui si vedrebbe una sola strada centrale che porta verso l’accesso al centro storico: a ben guardare sono visibili le strade laterali presso cui sono parcheggiati i famosi “traìni”. Per cui l’affermazione che ci fosse una sola strada di accesso è infondata.   Quelle strade laterali servivano a superare la forte pendenza della strada centrale, visto che i cavalli ferrati potevano scivolarci sopra.

E veniamo alla pendenza dello slargo: dal marciapiede della chiesa dell’Immacolata all’ingresso della Porta c’è un dislivello di quasi tre metri! Cosa che il progetto dei Cicloamici sembra non aver tenuto conto, dal momento che non sono visibili nel disegno tracce  di gradonate, cordonate o scalini. E questo mi sembra essere il principale limite tecnico della proposta. Per normativa le rampe più lunghe di 5 metri devono avere una pendenza non maggiore del 5 per cento, per permettere ai portatori di handicap di poter guidare autonomamente la loro carrozzina. Ebbene, la pendenza della strada centrale sarà dell’8 per cento, andando contro la normativa ed obbligando i portatori di handicap ad essere accompagnati da qualcuno che li aiuti. Ma su questo vorremmo un chiarimento da parte dell’estensore della proposta; è possibile che io abbia letto male la planimetria e mi sia perso qualche dettaglio. Non oso pensare ai tavolini dei bar in pendenza!

È proprio in relazione alla pendenza che il nostro progetto è stato pensato: la gradonata verde serve a rendere gradevole il superamento di questa, conformandosi a modo di cavea naturale, ottima nell’accogliere ordinatamente i cittadini che affollano lo spazio in occasione dei vari spettacoli concertistici che si tengono nel luglio mesagnese.  E le due strade, che noi teniamo allo stesso del marciapiede, servono per una corretta e ordinata circolazione della folla.

Sulla  limitazione del traffico: affermare che con una sola strada si possa limitare il traffico nel centro storico è come scambiare l’effetto per la causa. Costruendo il centro storico i nostri antenati non pensavano certo al traffico di oggi, ed i nostri centri antichi sono belli perché sono stati costruiti pensando all’architettura, non al traffico. Per il traffico bastano le ordinanze, che mutano al mutare dell’uso che se ne fa degli spazi antichi. Per cui, che ci siano due strade o una, le cose non cambiano, se l’amministrazione avrà la prontezza nello stabilire i modi e gli orari di attraversamento del centro storico. 

Un’ultima cosa sul verde proposto nel progetto dei Cicloamici: i due filari di alberi proposti impediranno col loro fogliame la vista delle cortina edilizia che individua il limite e la forma del centro storico stesso, ed incorniciano la Porta Grande in modo che questa sia visibile solo da un punto centrale. Non mi pare la cosa migliore da fare se si vuol godere dell’ampiezza di questo spazio, che è il suo pregio principale.

Mi scuso con l’amico Profilo per questa mia analisi più approfondita; ha avuto il garbo di definire la mia proposta “rispettabilissima”, e sembrerebbe che io non abbia avuto lo stesso rispetto per l’altra proposta. Ma qui non si tratta di rispetto, quanto di analizzare nel dettaglio e nelle conseguenze le scelte che si fanno, per rispetto, questo sì, dei cittadini che vivranno quello spazio collettivo.

Carlo Ferraro

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