Autorizzata la dismissione anticipata del Gruppo 2 della Centrale di Cerano dal 1 Gennaio 2021

Via libera alla chiusura ed I primi commenti:

 

Via libera alla chiusura anticipata del Gruppo 2 della centrale termoelettrica Federico II di Brindisi a partire dal primo gennaio 2021: il Ministero dello Sviluppo Economico ha dato riscontro positivo alla richiesta presentata da Enel lo scorso gennaio. Si tratta della prima delle quattro unità produttive a carbone della centrale che si avvia alla chiusura definitiva. In coerenza con la propria strategia di decarbonizzazione della produzione di energia elettrica e con gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), Enel ha avviato negli scorsi mesi l’iter di permitting per la riconversione del sito con un impianto a gas ad altissima efficienza necessario per assicurare la chiusura completa dell’impianto a carbone di Brindisi entro il 2025 e per assicurare contestualmente la sicurezza della rete elettrica nazionale. Inoltre, Enel sta sviluppando progetti per l’installazione di capacità fotovoltaica all’interno del sito, come parte della più generale iniziativa di sviluppo di nuova capacità rinnovabile su tutto il territorio italiano.

La chiusura anticipata del Gruppo 2 della centrale Federico II di Brindisi rientra nell’impegno di Enel per la transizione energetica verso un modello sempre più sostenibile. A livello globale, nel 2019, la capacità installata di Enel da fonti rinnovabili ha superato per la prima volta quella da fonti termoelettriche e nel primo trimestre del 2020 la produzione di energia elettrica a zero emissioni ha raggiunto il 64% della generazione totale del Gruppo. L’obiettivo a lungo termine del Gruppo Enel è la completa decarbonizzazione del mix entro il 2050, con una serie di traguardi intermedi come il completamento del phase out dal carbone in Italia entro il 2025 e a livello globale entro il 2030.

Ecco i primi commenti:

“La dotazione del nuovo Fondo per la transizione equa proposto dalla Commissione europea sale da 7,5 a 40 miliardi. L’Italia, al posto di qualche centinaia di milioni, ora beneficerà di più di 2 miliardi di euro. Come ha anche riconosciuto la Commissaria Ferreira, adesso è tempo di allargare la platea dei territori coinvolti. Il Governo italiano, che meritoriamente aveva coinvolto Taranto e il Sulcis, ora ha finalmente gli strumenti per aprire a nuove realtà, penso a Brindisi e al suo polo energetico ad esempio”.

Così l’eurodeputato del partito democratico Andrea Cozzolino.

 

“Questa è una buona notizia – dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – abbiamo lavorato con grande determinazione per convincere Enel a dismettere la centrale a carbone di Cerano e questo impegno è stato preso per il 2025. Dobbiamo dare atto ad Enel che ha preso questo impegno alla dismissione e lo sta mantenendo. La battaglia ambientale, che è la battaglia di tutti, la stiamo vincendo e questo è un presupposto fondamentale per la tutela della salute pubblica. Ovviamente la nostra attenzione resta alta anche sul nuovo modello industriale, perché i lavoratori e le loro famiglie vanno tutelati.

Implemtati i fondi del Just Transition Fund, Rossi: “ottima notizia per Brindisi”

 

“Un’ottima notizia arriva oggi da Bruxelles: sono stati implementati i fondi del Just Transition Fund che passa da 7,5 a 40 miliardi di euro, con la quota per l’Italia che aumenta da 364 milioni a 2,14 miliardi di euro.

È un’ottima notizia per l’Italia e lo è anche per Brindisi che ora potrà rientrare nel programma, anche in relazione all’annuncio dell’allargamento fatto dalla Commissaria europea alla Coesione Elisa Ferreira.

Ringrazio l’onorevole Andrea Cozzolino, del Partito Democratico, per l’impegno profuso e l’attenzione che ha rivolto al nostro territorio”, lo dichiara il sindaco Riccardo Rossi.

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