Asfaltolo (di Carlo Ferraro)
L’altra sera mi son recato nel centro storico per constatare de visu lo stato delle vie antiche coperte di asfalto.
Non ho fatto in tempo a metter piede nella piazzetta Ubaldo Lay che un “turista” (era comunque uno di queste parti) con folto gruppo familiare al seguito, mi ha assalito indignato per l’asfalto ed il colore nero delle vie, chiedendo spiegazioni. A favor di famigli ha inveito dicendo che non era cosa tenere le strade di un centro antico in quelle condizioni. Sono riuscito a stento a non mangiarmelo e, in un moto di amor patrio gli ho spiegato che quella condizione era provvisoria e che presto le chianche sarebbero tornate al loro posto.
Certo, sbagliare i tempi di programmazione dei lavori di rifacimento stradale è un brutto colpo per l’amministrazione e per la nostra cittadina, ma credo che la cosa sia più complicata di come la si presenta.
Non credo si potessero programmare i lavori prioritariamente sulle vie più importanti e poi su quelle minori; le leggi dell’idraulica seguono logiche diverse da quelle viarie; tutti abbiamo visto l’enorme lavoro condotto dall’impresa durante l’inverno e la primavera negli slarghi maggiori, per collocare le valvole di compensazione che avrebbero poi accolto le condotte. Quindi il lavoro prioritario era quello di risolvere gli snodi idraulici, e non posare le condotte e via. A naso, mi sembra che sia una logica diversa da quella degli stradini.
Rimane lo “scandalo” delle vie asfaltate. Il sindaco ha rassicurato che saranno colorate dai writers, cosicchè il loro impatto visivo sarà meno deprimente. Francamente io farei tutto il contrario, farei in modo che la gente, i turisti, guardassero in alto, invece che in basso. Come? In Spagna, dove la calura estiva è simile alla nostra, usano i “tendidos” per ombreggiare le vie storiche di maggior afflusso. Si tratta di teli semitrasparenti stesi da un cornicione all’altro delle strade per attenuare la forza dei raggi solari. Il nostro ex assessore delle meraviglie sa di che parlo; l’ho intravisto da qualche parte a Siviglia o a Madrid. L’effetto che si ha passando da una stretta via ombreggiata dai tendidos in una piazza invasa dalla luce del sole è spettacolare. E per non farci mancare niente proporrei che i nostri tendidos fossero dipinti da giovani artisti, ognuno con il proprio estro. Ce la facciamo in una settimana? Sarebbe bello vedere le madonne dipinte dai madonnari per una volta in cielo invece che in terra.
Carlo Ferraro
Architetto
Portavoce Movimento 5 Stelle