Pochi spiccioli a proposito dell’alcool (L'ebreo errante).
Da qualche giorno infuria una polemica a seguito del rinnovo del contratto di comodato al Salento Fun Park
che contiene un articolo che vieta la vendita di alcolici.
La decisione è stata presa in consiglio comunale ed il dibattito politico ha coinvolto un po’ tutti con toni alcune volte anche fortemente contrapposti.
Non ci sono spiegazioni che giustifichino la canéa che si è registrata in questi ultimi giorni dove si è cercato da una parte di far passare un argomento molto delicato come problema da risolvere in poco tempo, dall’altro affrontando la questione in termini diversi e più adeguati alla realtà delle cose!
Forse sarebbe il caso che qualcuno ci pensasse due volte prima di parlare di argomenti connessi alla “dipendenza” e forse sarebbe il caso che ognuno di noi intervenisse in area di propria pertinenza.
La questione dell’alcool avvolge le nostre società in maniera sconvolgente e c’è quasi da non credere che l’Italia rispetto a molti altri paesi europei e d’oltremare abbia questo fenomeno, tutto sommato, in maniera limitata.
Eppure negli ultimi dieci anni le statistiche ci restituiscono un resoconto veramente raccapricciante ossia una mortalità legata all’alcool di circa mezzo milione di decessi qualcosa come cinquantamila all’anno.
Ed allora che fare? Chiudere tutto e dare vita ad un nuovo proibizionismo? Non se ne parla perché oltre ad avere la presenza più massiccia della criminalità organizzata si rafforzerebbero strade per altre dipendenze forse più pericolose con l’uso di sostanze psicotrope.
Ma probabilmente chi non conosce la questione e ne cerca di fare un populismo di bassa lega dimentica che sull’alcool prosperano più o meno quattro milioni di famiglie che recepiscono il reddito proprio da questo settore. Ed allora cosa dovremmo fare? Chiudere le fabbriche che producono birra non solo con i loro fatturati ma soprattutto con la loro storia o ancora estirpare tutte le piantagioni di viti che rappresentano per alcune regioni italiane economia, storia e cultura?
Tra le altre cose qualcuno dovrebbe sapere che anche nel dramma, la società interviene economicamente nelle devianze e ne allevia lo stesso dramma attraverso l’organizzazione del possibile recupero con tutte le strutture socio riabilitative e sanitarie. Si è chiesto qualcuno quanti sono gli operatori del settore che cercano di curare gli effetti dell’alcool che allestiscono strutture protette di recupero? Si è chiesto qualcuno cosa accadrebbe se tutto ad un tratto si chiudessero i rubinetti dell’alcool quale fine farebbero milioni di operatori?
L’alcool è una devianza più pericolosa di altre perché si insinua nel modus vivendi, nel quotidiano della nostra società: si brinda nelle occasioni di festa, unisce una fratellanza di simili nei voti augurali, sostiene le microeconomie contadine attraverso la produzione di prodotti che da secoli sostengono la società.
Qualcuno nel secolo scorso cercò di riordinare il mercato degli alcoolici sia per la vendita che per la somministrazione e dispose che le licenze fossero contingentate, distinguendo il tutto in alcoolici (facendo rientrare negli alcolici tutto ciò che era nei 21° gradi ossia il vino, la birra e, udite, udite il vermhout ed i rosoli vari, compreso il Caffè Borghetti, il “bicchierino” rito dopo la visita alla cantina) e nei superalcoolici tutto quanto era superiore ai 21 gradi.
Nella memoria storica orale Mesagne aveva un solo bar che poteva somministrare superalcoolici, il Bar Ideale di proprietà dell’unica sciarpa littoria che Mesagne ha avuto. A seguire ci fu la necessità di vendere super alcoolici per privati e si concesse solo la vendita e non la somministrazione delle bottiglie di liquori. Qualcuno dall’alto specificò solo “in bottiglie” e siccome non era chiaro il quantitativo all’interno delle bottiglie, le ditte produttrici confezionarono le mignonettes equivalenti ad un bicchierino di liquore superalcolico che veniva offerto dai rappresentanti di liquori ai gestori dei bar e da questi venduti come bottiglie intere.
La distinzione tra alcolici e superalcolici preservava, se prendiamo come esempio Mesagne le piccole trattorie, le cantine che erano aperte la sera e le cosiddette birrerie che ogni sera, una tradizione, oggi, ormai traslata al mattino, vendevano la “menza pagnotta e ‘nu peroncinu”.
Entrare in una questione di lotta all’alcool vietando la vendita di alcool senza una specifica distinzione penso che sia pretestuoso. Ed una tale affermazione viene ad essere maggiormente validata quando girando per la città si incontrano distributori al pubblico che offrono birra h 24 con l’inserimento di una tessera sanitaria per accertare l’età.
Quindi se l’Amministrazione comunale dovesse tornare indietro su questa decisione non farebbe altro che rispettare la cultura, la vita della nostra comunità, una scelta dai più condivisibile che mitigherebbe la contrapposizione politica.
E se proprio, qualcuno vuole combattere “le dipendenze”, prima vada ad informarsi sul come, perché e quando nascono, della necessità delle stesse nella società (purtroppo) e come si opera il controllo e si va al contenimento delle stesse.
Non serve demonizzare il consumo dell’alcool, perché si rischia di ottenere l’effetto contrario, ma piuttosto promuovere iniziative rivolte soprattutto ai giovani e giovanissimi che li stimoli ad un consumo moderato e consapevole.
La lotta al tabagismo nell’ultimo mezzo secolo, i risultati ottenuti sono l’esempio concreto di quanto sia possibile riuscire a contenere il fenomeno.
Ci sono voluti 50 anni per arrivare ad una diminuzione considerevole di consumo di tabacchi, ci sono voluti 50 anni per non vedere il “gruppo dei pari” a 18 anni coinvolgere tutti coloro che ne facevano parte a fumare e ci son voluti 50 anni per registrare la protesta dell’ “insolito di turno” che contesta Ubaldo Lay, simbolo di un’epoca trascorsa, con la sigaretta in bocca.
Nonostante tutto qualcosa si è mosso anche se lo scorso anno si sono registrate 83.000 morti per cancro polmonare!
Nel frattempo, chi scrive continuerà a gustarsi la menza pagnotta con un peroncino, a festeggiare la vittoria di Carlo Molfetta alle Olimpiadi con una bottiglia di spumante ed a bere a tavola un bicchiere di vino rosso a pasto (e solo un bicchiere) visto gli effetti benefici che Il resveratrolo, presente nel vino rosso, produce all’organismo migliorando la salute del cuore in vari modi.
L’ebreo errante
Nella foto la birra in vendita a Mesagne nei distributori automatici con tessera sanitaria