Le dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione Michele Emiliano
Di seguito il testo integrale delle dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano,
nel corso della seduta di insediamento del Consiglio regionale.
"Giuro di essere fedele alla Repubblica italiana, di osservare lealmente la Costituzione e lo Statuto della Regione Puglia, di adempiere ai doveri del mio ufficio nell’interesse dell’Amministrazione per il pubblico bene. (Applausi)
L’ho detto all’inizio: è la quinta volta che giuro sulla Costituzione ed è come se fosse la prima volta, nel senso che la prima volta è stata in un’aula di un’udienza civile, in maniera frettolosa. Mi sono messo una toga che non era la mia ed ero emozionato come oggi, perché la Repubblica italiana non è una delle cose della mia vita, è stata ed è tutta la mia vita. Ed è una fortuna poter vivere in una democrazia matura, profonda, che ci consente oggi di affrontare, senza limitazioni delle libertà fondamentali, che non siano assolutamente necessarie, persino la più grave, credo, pandemia della storia che l’umanità ricordi. Nonostante i nostri mezzi, nonostante la potenza, i mezzi di trasporto, la ricerca scientifica, siamo ancora quella umanità che trova, soprattutto nella solidarietà, nell’aiuto reciproco, l’unico conforto possibile.
Sono ancora qui grazie al popolo pugliese e voglio ringraziare tutti, a partire coloro che in quest’Aula si sono battuti per la mia elezione, perché nulla è scontato in democrazia.
Voglio ringraziare anche Raffaele Fitto, il mio avversario un po’ di sempre (diciamo la verità), che ha interpretato il suo ruolo con rispetto e con grande dignità, e conto sul suo suggerimento, e conto sul suo aiuto nel Parlamento europeo.
Voglio veramente ringraziare anche l’opposizione per il contributo che mi ha dato nei primi cinque anni e che sono certo mi darà anche negli anni a venire, certo con uno stile libero, ci mancherebbe, ma che, comunque, ho sempre apprezzato.
Voglio anche vivere questo momento di iniziale collaborazione sul programma con il Gruppo del Movimento 5 Stelle con grande umiltà, con grande apertura d’animo. Ringrazio la maggioranza che ha saputo, assieme anche al Governo nazionale, costruire un processo politico trasparente, nitido, di incontri che si sono sempre avuti in modo aperto. Ringrazio il Presidente del Consiglio Conte per come sta collaborando e ha collaborato con la Regione Puglia e per come ha sostenuto questo processo. Ringrazio Vito Crimi, il capo politico del Movimento 5 Stelle, con il quale si è aperta una discussione leale, della quale sento tutta la responsabilità. Sentire la responsabilità di un passaggio così difficile è l’unico modo per mostrare gratitudine per l’interesse che è stato mostrato alle proposte del centrosinistra, in modo tale che alla collaborazione che sta tenendo fermo il Governo nazionale possa corrispondere, credo per la prima volta nella storia d’Italia in una regione, una collaborazione tra il centrosinistra e il Movimento Movimento 5 Stelle.
Questa, dunque, è una seduta importante, storica, perché dimostra... Abbiamo già accolto l’invito della Presidente Capone a essere uniti, a mettere davanti l’interesse generale, la volontà di collaborazione, che non vuol dire mai recedere dal proprio intendimento. Avere un intendimento significa voler cogliere un obiettivo concreto per i cittadini, non mantenere sempre la stessa tattica di gioco. Per raggiungere lo stesso obiettivo è ovvio che, man mano che l’evoluzione del quadro storico e politico muta, cambia anche la modalità attraverso la quale si arriva allo stesso scopo. La maturazione di ogni processo politico determina dei cambiamenti di assetto. L’importante è che questi cambiamenti siano trasparenti, siano fondati su argomenti oggettivi e non su convenienze o accordi segreti.
La cosa che mi fa piacere più di ogni altra è che tutto è avvenuto ‒ forse sarà difficile crederci, ma è la verità ‒ nell’Aula, è avvenuto in un momento nel quale, sulla base di un rapporto di speranza, lo chiamerei così, la maggioranza... Ringrazio il Capogruppo e gli faccio gli auguri per il lavoro. Il Capogruppo del principale partito di maggioranza ha ritenuto di auspicare l’avanzata di questo processo politico, che ovviamente è sostenuto dal Segretario nazionale del nostro partito, è sostenuto da tutti coloro che in questo momento sperano che il Paese riesca a costruire la sua risposta al momento di difficoltà attraverso un’intensa solidarietà sul programma, non solo sulle intese personali, di quello che io chiamerei “il fronte” della Costituzione, il fronte progressista, forse, aggiungerei io, ma già si tratterebbe di una petizione di principio ideologica, che non ho concordato. Quindi, lo devo precisare, è una definizione solo mia.
Io mi sento in questo momento di aver fatto, assieme a voi, un grande passo avanti di civiltà, anche avendo cura di studiare i punti di vista degli altri, che quando vengono approfonditi... Mi è piaciuto molto l’intervento del consigliere Amati. Quando si approfondisce il punto di vista degli altri, e lo si fa in modo garbato, senza far precedere un giudizio personale sugli argomenti che si utilizzano, si costruisce la democrazia. Poi, la democrazia ha anche bisogno del diritto e delle affermazioni formali, perché, altrimenti, torniamo all’assolutismo, dove il parere del sovrano prendeva il posto del giudizio di un magistrato o di una sentenza, e dove essere simpatici o antipatici al sovrano poteva cambiare la sorte di una persona.
Ma noi stiamo in un percorso difficile nel quale la Puglia, con umiltà, ha anche colto il risultato di rimediare, lo dico al principale vulnus della precedente legislatura, che era quello di non avere, la maggioranza, eletto donne in Consiglio regionale. Un vulnus che è passato attraverso l’appello accolto al Governo, al Presidente del Consiglio Conte, di utilizzare i poteri sostitutivi per modificare la legge elettorale, una legge elettorale che ha comunque mostrato tante problematiche sulle quali io mi auguro che il Consiglio voglia intervenire nella sua sovranità e nella sua autonomia.
Oggi, ovviamente, non posso fare a meno di dire che questa è una seduta storica, non solo per la apertura di un percorso di collaborazione programmatica con il Movimento 5 Stelle, ma anche e soprattutto perché per la prima volta la Puglia ha il Presidente del Consiglio regionale donna, e che donna, direi! È una persona che ha una lunga esperienza. Non le abbiamo regalato niente, questo deve essere chiaro a tutti. Se qualcuno ha mai pensato che le quote rosa potessero corrispondere a una mancanza di merito, vi dico che nel caso di specie proprio questo discorso è insostenibile, perché si tratta di una donna che ha sempre raccolto molto consenso, ha sempre avuto la forza di affrontare le vittorie elettorali e le sconfitte con lo stesso spirito, con la stessa educazione, lo stesso garbo, la stessa competenza, aggiungerei anche la stessa umanità. Quindi, dopo essere stato aiutato e sostenuto dal Presidente Mario Loizzo, che guardo ringraziandolo dal profondo del cuore per tutti gli insegnamenti che mi ha dato nel corso degli anni. E ce n’era bisogno, Mario, lo sai, perché l’apprendistato è necessario in tutte le attività, a maggior ragione in quelle particolarmente difficili come la politica. Aver cominciato tardi a far politica, per quanto mi riguarda, evidentemente non è stato sempre un vantaggio. Mario, grazie per tutto quello che hai fatto, per l’incoraggiamento e anche per i rimproveri che qualche volta non mi hai risparmiato, nel bene dell’Amministrazione, nel bene della regione Puglia, ma anche – lo so – per il mio bene personale.
Sono convinto che i rimproveri del Presidente Capone saranno probabilmente meno spigolosi, ma altrettanto efficaci perché, come sapete, una delle caratteristiche – lo dico alla mia Giunta – che dobbiamo immediatamente apprendere e mettere in pratica è quella di imparare dagli errori. Imparare dagli errori è un’operazione complessa. Tant’è che qualcuno dice: è bellissimo imparare dagli errori, peccato che a me non sia mai successo. Invece no, succede. Vi garantisco che succede.
È per questo che nel presentarvi – io unificherò i due momenti, se mi è consentito, Presidente – devo presentarvi innanzitutto il Vicepresidente Raffaele Piemontese, che ha la delega al bilancio, alla programmazione, alla ragioneria, alle finanze, agli affari generali, alle infrastrutture, al demanio e al patrimonio, alla difesa del suolo e il rischio sismico, alle risorse idriche e tutela delle acque e allo sport per tutti, perché, come è noto, Raffaele alla delega allo sport per tutti proprio non ce la faceva a rinunciare, per cui con il permesso dei colleghi ha deciso – l’ha deciso lui, lo riconosco – di insistere. Sei arrivato qui che eri il più giovane degli assessori, eri abbastanza intimidito, nonostante facessi finta di nulla, però hai realizzato, sempre con quelle caratteristiche di verità, tutta una serie di passaggi, che sono stati importanti. Oggi, il Vicepresidente è particolarmente importante in questo momento. Non è solo una carica onorifica, senza ovviamente fare scongiuri, ma è un ruolo particolarmente importante, che quindi dovrai interpretare con il senso del limite che ti ha sempre contraddistinto.
L’altro assessore che vi presento è Massimo Bray, che ha la delega alla cultura, alla tutela e sviluppo delle imprese culturali, al turismo, allo sviluppo e all’impresa turistica. Massimo, innanzitutto devo ringraziarti per averci dato la tua disponibilità, perché questa è la verità. Non è comune che una persona impegnata in ruoli istituzionali e di impresa così importanti come te si conceda a una militanza politica diretta nella trincea di una Regione che combatte per sopravvivere dal punto di vista economico e anche in senso proprio. Quindi, non siamo qui, ovviamente, per raccogliere gloria, lo sai bene, ne hai già avuta tanta riconosciuta da tutto il Paese. Ti ringraziamo perché in questo momento la tua regione ha bisogno di te e tu hai risposto “ci sono”. E questo per noi è importantissimo. Anche oggi so che non era facilissimo per te essere qui, so che ripartirai al volo dopo la fine di questo discorso e ti sono particolarmente grato per essere fisicamente qui.
La vostra presenza fisica e non in videoconferenza mi è di particolare conforto.
Alessandro Delli Noci, sviluppo economico, competitività, attività economiche e consumatori, politiche internazionali e commercio estero, energia, reti, infrastrutture materiali per lo sviluppo, ricerca industriale, innovazione, politiche giovanili. Alessandro è una delle personalità che in qualche modo io avevo percepito come molto positivo per la Regione Puglia sin da diversi anni fa, anche quando appariva complesso, diciamo così, ipotizzare una collaborazione. Di lì, seminando, seminando umanità, politica, visioni, non discorsetti sulla convenienza politica di ciascuno, ma cose molto più rilevanti, come quelle di cui abbiamo parlato oggi con i colleghi del Movimento 5 Stelle, noi abbiamo costruito, sulla base di programmi, di cose concrete, un cambiamento che è passato innanzitutto da una delle città più commoventi che io abbia mai visto. Ogni volta che arrivo nella tua città – e lo dico da barese purosangue, da biancorosso purosangue, una città che mi commuove e della quale sono profondamente orgoglioso. E tu rappresenti qui quella esperienza, anche amministrativa, del Sindaco Salvemini, che, in maniera non semplice, perché non è stato semplice, ti ha consentito oggi di acquisire non solo un grande consenso popolare, ma anche l’esperienza sufficiente ad assumere un ruolo delicatissimo, al pari di tutti gli altri tuoi colleghi, ma è evidente che senza una ripresa autentica dal punto di vista economico sarà difficile dire di avere assolto al compito che ci hanno assegnato.
Sebastiano Leo, un professore di matematica che non mi fa paura, a differenza di tutti gli altri della mia vita. È un professore di matematica che ha vissuto la delega, difficile anch’essa, a cavallo con il welfare del Reddito di cittadinanza, di riforma del lavoro, di Garanzia Giovani, delle insufficienze strutturali degli Assessorati che ho dato da gestire e che vanno potenziati. Soprattutto, sarà in futuro colui che dovrà vivere la ripresa del ruolo della formazione tout court, nel suo complesso, nei momenti difficili nei quali la formazione in presenza non è così semplice, pur essendo essenziale ai fini della ripresa.
Pier Luigi Lopalco. Ovviamente è il più conosciuto, credo, degli assessori. Non so se questo sia un elemento positivo. Certamente assumo la responsabilità, in un momento delicato come questo, di farmi spesso anche sostituire sui media. Questo lo dico per giustificazione. Una Regione spesso deve essere presente sui media. Qualcuno ti starà già buttando la croce per questo. È colpa mia. Lo chiedo io. Anche perché insieme abbiamo vissuto una delle esperienze più incredibili e dolorose che si potessero immaginare. Stiamo parlando di una vicenda dove, come su un campo di battaglia, bisogna prevedere ciò che l’avversario farà, possibilmente senza esagerare né in un senso né nell’altro, perché sono tutti buoni con il senno di poi, a stabilire quante terapie intensive bisogna aprire oppure no, ma se per ipotesi qualcuno avesse, in tempi sbagliati, tenuto ferme risorse sanitarie in uomini e mezzi su obiettivi sbagliati si rischiava moltissimo. Si tratta un po’ di avere il tempo giusto, perché ho capito che la epidemiologia, la materia nella quale tu sei specializzato, è la materia del tempismo, come la guerra. Se tu schieri le tue truppe troppo presto o troppo tardi, perdi la battaglia. Le devi schierare al momento opportuno, giusto, e normalmente si fa tutto molto in fretta, si ridispiegano con meccanismi logistici le energie dove servono. È la virtù. Non c’è bisogno di leggere Sun Tzu per conoscere questa cosa. Noi, nel limite del possibile, lo abbiamo fatto. Adesso, però, hai un compito ancora più difficile, cioè quello di trasformare la straordinarietà del nostro intervento, che ci sta prendendo tutta la testa, questo lo devo dire a tutti, mi scuso con tutti perché in questo momento la testa del responsabile della Protezione Civile, che sono io, del Capo della Protezione Civile, che sono io, e del Capo della sanità sono molto influenzate dalle emergenze. Ci dovrete anche, però, riportare all’ordinarietà perché noi dovremo nello stesso tempo abbassare la curva epidemiologica, ridurre il numero di persone che si ammalano e che muoiono e, contemporaneamente, predisporre quello che servirà quando tutto questo, mi auguro presto, sarà passato.
Anna Grazia Maraschio. Anna Grazia, ti conosco da un po’, da qualche anno. Hai svolto bene il ruolo a InnovaPuglia. Hai una forza, tipicamente femminile, interiore, che ti ha permesso di arrivare sin qui. La tua delega è una delle più impegnative, per la durezza degli argomenti e per il contesto politico nel quale ti viene assegnata: ambiente, ciclo dei rifiuti e bonifiche, vigilanza ambientale, rischio industriale, pianificazione territoriale, assetto del territorio, paesaggio, urbanistica, politiche abitative. C’è da far tremare i polsi. Devi, però, sapere che sono consapevole del peso che ti ho messo addosso e del desiderio di tutti noi di progettare, immagino, delle bellissime discussioni tra te e Massimo Bray, e anche Donato Pentassuglia, di progettare la nostra riscossa nei confronti di un’altra epidemia, quella della Xylella, che ci consenta di reagire al problema che abbiamo non solo dal punto di vista agricolo e produttivo, ma anche dal punto di vista paesaggistico. Sono tante le suggestioni che ho ogni volta che vi guardo, ogni volta che leggo le deleghe che vi ho assegnato.
Anna (Anita) Maurodinoia: trasporti e mobilità sostenibile. Anita è intimorita. È inutile che fai finta di nulla. So che la pressione è tanta. So che hanno cercato di aumentarla oltre quella fisiologica. Devi avere pazienza. Devi pensare a Giobbe. Devi pensare a tutte quelle persone, come Fabiano Amati ti ha detto, che attendono la giustizia e le cose che avverranno. Io ti auguro, avendo ovviamente compiutamente letto tutte le carte che ti riguardano, che questo giorno arrivi presto e che tutte le amarezze di queste ore si dissolvano, come è prevedibile che avvenga.
Donato Pentassuglia. Io non l’ho nominato assessore nei primi cinque anni perché – lo confesso – mi sono forse spaventato di alcune condizioni personali che ti riguardavano e ho commesso un errore. Quando si ha a disposizione un galantuomo come te, una competenza come la tua, un’energia come la tua, bisogna avere coraggio, e io non ne ho avuto abbastanza. Ma questa volta per rimediare ti ho nominato addirittura prima di essere insediato, nella vecchia Giunta. Ti dico grazie già da adesso per il lavoro straordinario che stai facendo in silenzio e anche per la pazienza – lo dico anche a te – che stai dimostrando in questo momento. Avere pazienza e scusare gli eccessi degli altri è un segno di grande forza, e tu l’hai sempre mostrata. Hai la delega all’agricoltura, all’industria agroalimentare, alle risorse agroalimentari, alla riforma fondiaria, alla caccia e pesca e alle foreste.
Giovanni Francesco Stea: personale e organizzazione e contenzioso amministrativo. Ti ho dato una delle deleghe che normalmente mollo mal volentieri, quella al contenzioso, per seguire tutte le vicende giudiziarie complicatissime della Regione Puglia, ma soprattutto il patrimonio più importante che la regione Puglia ha, il suo capitale umano. Bisognerà motivarlo, proteggerlo, perché queste grandi organizzazioni umane sono molto esposte in questo momento pandemico e ci vuole quello spirito pragmatico, ma anche di vicinanza umana, che è necessario avere per gestire bene l’unica vera arma che noi abbiamo per realizzare il programma di cui sto parlando. Tutte le persone che lavorano per noi, in questo Consiglio, negli Assessorati, sono quelle persone che consentono all’indirizzo politico di trasformarsi in una cosa che i cittadini possono toccare. Senza questo capitale umano, le nostre chiacchiere, il nostro indirizzo politico rimane tale. La burocrazia weberiana – avrebbe detto qualcuno – non è solo una cosa che fa perdere tempo; è quella cosa che realizza le nostre idee, i nostri sogni, determina se funziona o non funziona il reddito di dignità, se funziona o non funziona un pagamento, un finanziamento. Quando le burocrazie non funzionano – non voglio fare riferimento al PSR, ma mi è scappato – quando le burocrazie non funzionano e non sono adeguatamente rodate, sono i cittadini immediatamente dopo che ne pagano le conseguenze.
Quindi, io voglio ringraziare questo capitale umano straordinario, fatto di persone che forse non sono riuscito neanche a incrociare una volta, perché sono tantissime, sono migliaia e migliaia, non parliamo poi in sanità. Sono tantissime queste persone e quindi le voglio ringraziare, perché so che tutto quello che realizzeremo passerà attraverso di loro.
Ho mantenuto la delega alla protezione civile, anche perché mi sono liberato di altre deleghe e in questo momento avere una interlocuzione diretta col Presidente forse è più opportuno, e temporaneamente la delega al welfare. Io mi auguro che la delega al welfare possa essere al più presto assegnata e mi auguro che questo passi da un approfondimento del programma specifico con la maggioranza nel suo complesso. Si tratta di una delega che viene, ovviamente dopo quella di Totò Ruggeri, ma se lui stesso me lo consente – e lo ringrazio di tutto quello che ha fatto per noi – soprattutto dopo Totò Negro, che è stata quella persona che all’inizio era tanto messa in discussione, diciamocelo, da una parte della nostra stessa maggioranza politica per le sue origini politiche e che poi, invece, si è mostrato uno dei più straordinari interpreti, sensibile e intelligente, della nostra idea di welfare. Quindi, la delega che attende di essere assegnata non è una delega qualunque. È una delega che, anche dal punto di vista dell’esperienza personale, è quella di un uomo straordinario, ma è quella che caratterizza più di ogni altra, forse, per certi versi, il carattere di identità politica solidale, basata sulle cose concrete, quindi sull’aiuto, sul benessere delle persone, che si possa immaginare. Non aggiungo altro. Immagino che sia superflua ogni altra parola.
Insieme alla Giunta che vi ho presentato... Ve l’ho già detto, ho giurato sulla Costituzione. La Costituzione consideratela innestata dentro il nostro programma. Considerate innestata nel nostro programma la questione del Green New Deal, Laudato si’, scegliete voi qual è il vostro riferimento culturale. Noi siamo una maggioranza composita, quindi si può arrivare alla stessa conclusione attraverso strade diverse. Noi teniamo la decarbonizzazione totale della nostra economia entro il 2050. Siamo felici che il Presidente eletto Biden abbia spazzato via le follie della uscita del più potente e importante Paese democratico del mondo, gli Stati Uniti, dal Trattato di Parigi e che voglia rientrarci. Se non apparisse un po’ patetico, gli manderei pure un messaggio di ringraziamento. Non so se si usa che il Presidente di una piccola Regione europea possa ringraziare direttamente il Presidente degli Stati Uniti. Però lo faccio qui, di fatto, sperando che lui in qualche modo sappia che la Puglia è felice del fatto che anche loro sono tornati in famiglia, sono tornati nella famiglia di coloro che vogliono salvaguardare il creato e che hanno a cuore le persone.
Sulla questione dell’ILVA abbiamo discusso nell’alternativa tra la decarbonizzazione degli impianti e la chiusura dell’area a caldo. Ribadisco ancora una volta che se l’ILVA, lo dico veramente anche con dolore, perché so quanto sangue, anche, l’ILVA l’Ilva ci ha costretto a versare, tra lavoratori, persone che sono morte a causa dell’inquinamento, incidenti e forse anche il contributo che ha dato all’economia nazionale che io probabilmente non ho precisamente chiaro in questo momento. Però, se l’Ilva non fosse mai esistita Taranto oggi sarebbe una città importantissima. Invece, oggi è solo un’acciaieria importantissima, e c’è una bella differenza tra essere una città importantissima ed essere solo un’acciaieria importantissima.
Voglio che Taranto sia una città importantissima. Quindi, se il Governo, e lo dico con tutta la delicatezza del caso, sta in queste ore chiudendo un accordo del quale ancora io non so nulla, come non sa nulla il Sindaco di Taranto, i Sindaci dell’area metropolitana, non sappiamo i termini di questo accordo, se decidessero – l’ho già detto – di chiuderla e ci danno la possibilità e le risorse per chiuderla saremmo tutti contenti. Se decidono di chiudere l’area a caldo, e ci garantiscono le risorse per fare un’operazione pesante come questa, a noi sta bene. Se decidono di lasciarla a ciclo integrato non consentiremo mai la ricostruzione di AFO5, AFO1 e AFO2 con il ciclo integrato. Mai.
Siamo disponibili, al massimo, ad accettare la decarbonizzazione di questo impianto. Credo di essere chiaro. Quindi, chiunque voglia giocare sull’equivoco delle mie parole deve sapere che noi abbiamo bisogno di una visione comune sull’Ilva perché non è più un terreno di scontro elettorale. È una decisione che bisogna prendere. Ho un lungo elenco di questioni che non voglio approfondire perché sono parte del programma e della delibera che vi è stata, credo, trasmessa, che racchiude tutto il programma, però il nuovo Piano regionale integrato dei trasporti è uno dei punti oggetto di discussione programmatica con il Movimento 5 Stelle.
Penso che rientri perfettamente nella nostra visione che quest’ultimo sia orientato alla mobilità sostenibile incentivando la mobilità elettrica con l’installazione di duemila nuove colonnine per la ricarica dei veicoli, ampliando la rete delle ciclabili.
Abbiamo un accordo con ENEL sulle smart grid esattamente in questa direzione, progetto che può essere ampliato e moltiplicato anche con altre aziende, perché è noto che le reti ciclabili della Puglia stanno aumentando. E noi investiremo sempre di più.
Vogliamo trasformare la parola “rifiuti” in parola “risorsa” e vogliamo ridurre tendenzialmente a zero i rifiuti da conferire in discarica, confermando il “no” ai termovalorizzatori e costruendo un sistema regionale fondato sull’impiantistica pubblica, finalizzata al riciclo e al recupero della materia, in grado di assicurare la piena autosufficienza e la sostenibilità del nostro sistema regionale. Anche su questo punto c’è una coincidenza tra il nostro programma e quello del Movimento 5 Stelle.
Il primo obiettivo sarà la riduzione della produzione dei rifiuti. Mi auguro che si possa varare in fretta una legge complessiva sull’economia circolare, come tante volte ci siamo detti nella prima legislatura. Vogliamo avere un confronto tra Regione e Comuni per la localizzazione degli impianti, precisando che gli impianti… Se non vuoi i termovalorizzatori, devi avere degli impianti. Puoi decidere come questi impianti possono essere, ma non puoi giocare alla spazzola, perché l’impianto va bene se sta a casa di qualcun altro. Ci vuole una grande solidarietà tra di noi, politica, per evitare che il nuovo Piano energetico regionale, che noi speriamo sia totalmente decarbonizzato, ci dia la possibilità anche di efficientare il patrimonio edilizio pubblico e privato.
Proseguiremo con la messa in sicurezza del territorio. Abbiamo investito moltissimi soldi sul riuso delle acque, sul potenziamento dei nuovi depuratori. Abbiamo il mare più pulito d’Italia grazie a questi investimenti. Dobbiamo tutelare le coste e il mare. Vogliamo diventare anche più competitivi.
La pandemia ci impone di migliorare ancora. Non ci deve scoraggiare. Dobbiamo semplificare. Il consigliere Amati ci ha più volte sollecitato in questa direzione e mi auguro di poter collaborare direttamente con lei sul piano della semplificazione delle procedure. È una di quelle cose che mi auguro si possano realizzare attraverso un incrocio tra esame dei flussi organizzativi e dei presupposti organizzativi anche con il quadro giuridico normativo.
Bisogna aumentare il numero delle Conferenze di servizi decisorie, bisogna individuare procedimenti autorizzativi unici, sbrigare maggiormente, attraverso questi espedienti, una maggiore attrattività della nostra regione per gli investimenti. Anche perché se questi piani di riscossa dalla crisi economica che hanno varie denominazioni si attuano, si attueranno nelle zone più capaci di accoglierli rapidamente, senza rinunciare alla tutela dell’ambiente, ma evidentemente favorendo la propensione agli investimenti. Noi non siamo certamente per le grandi opere tout court, siamo anche per i piccoli e piccolissimi investimenti, ma evidentemente anche questi alle volte rischiano di essere fermati.
Noi pensiamo anche – lo dico a Massimo Bray – che la Puglia possa diventare con l’ICT, con le nuove tecnologie, un luogo culla di ciò che l’Italia non riesce a coltivare. Possiamo riuscirci? Io penso di sì. Abbiamo già cominciato a parlarne quasi in modo istintivo.
Costruiamo un portale unico dell’agricoltura dove le tecnologie ci danno una mano a non farci divorare dai meccanismi che ci hanno tanto fatto penare? Possiamo lavorare sulla blue economy? Donato, io penso di sì. E chiunque abbia voglia, tra i consiglieri, di ragionare sulla implementazione di queste politiche trova le porte aperte.
Vogliamo che la Puglia sia giusta dal punto di vista sociale nella sicurezza e nella legalità. La Corte costituzionale finalmente si è pronunciata su una magnifica legge che avete approvato nella scorsa legislatura, quella sulla lotta non repressiva alla criminalità organizzata, quella sull’antimafia sociale. Potremo finalmente – scusate la citazione, ma comprenderete – realizzare l’agenzia che è dedicata alla memoria di Stefano Fumarulo e credo che tutti i parenti delle vittime di mafia che aspettano l’attuazione di quella legge ci daranno una mano, e si sono già impegnati da questo punto di vista a sostenere un processo che evidentemente andrà ben oltre la legge, che è bellissima, forse è la più avanzata, ma passare poi da una legge scritta ad una attuazione sarà un’impresa titanica.
Oggi il GUP del tribunale di Bari ha condannato ‒ se ho capito bene; mi scuso per eventuali errori ‒ quasi tutti gli imputati che avevano richiesto il giudizio abbreviato in un processo molto importante che riguarda la città di Foggia, un processo nel quale la Regione Puglia si è costituita parte civile. Ho partecipato alla prima udienza. Non sono potuto andare a sentire la lettura del dispositivo, perché ero qui. La coincidenza è stata fatale, da questo punto di vista. Ma noi abbiamo oggi messo un punto chiaro per tutti i foggiani, perché abbiamo ribadito loro che stare dalla parte della legge, della legalità, anche patire... Come è capitato più volte a Luca Vigilante, amministratore di una società colpita, credo, tre o addirittura quattro volte da attentati al fine di ottenere da quest’ultimo pagamenti estorsivi. Noi siamo tutti foggiani oggi, in occasione di questa sentenza, che ‒ ripeto ‒ fa giustizia, non vendica nessuno.
È prioritaria, però, anche la lotta alla diseguaglianza. Il Reddito di cittadinanza e di dignità dovranno integrarsi, utilizzare le loro specificità. Ovviamente welfare, salute, istruzione, lavoro, casa sono cose che si devono integrare tra loro. Non è semplice. Noi rafforzeremo l’organizzazione dei singoli Assessorati, in modo tale che ciascun assessore possa avere la giusta forza dal punto di vista delle collaborazioni, ma non dovrà immaginarsi un meccanismo a monadi. Queste organizzazioni sono specifiche fino a prova contraria, ma l’approccio sistemico all’esecuzione complessiva del programma sarà centrale.
Abbiamo approvato anche una legge sui caregiver. Speriamo di poter approvare anche, rivisitandola, la legge sulla bellezza, che non siamo riusciti ad approvare in passato. C’è un nuovo Piano casa da incentivare. Dobbiamo dare attuazione al lavoro formidabile che è stato fatto tra maggioranza e opposizione sui Piani familiari, sul grande lavoro che è stato fatto dal Forum delle famiglie su varie questioni, che sono importantissime. Soprattutto, ci piacerebbe nei prossimi cinque anni, dare il diritto all’asilo nido per tutti. È un punto oggetto anche di discussione con il Movimento 5 Stelle, come la istituzione della Carta bimbi, che sono elementi di fondamentale importanza.
Nei prossimi cinque anni vorremmo anche consentire più facilmente il rientro in Puglia dei nostri ragazzi. Vogliamo prevedere un bonus casa, cioè dare la possibilità a chi decide di rientrare per un certo periodo di tempo di non avere il peso del costo della casa, finalizzare i nostri contributi, sostegni alle imprese in modo tale che stimolino questo rientro di personale non necessariamente intellettuale, perché la fuga dei cervelli sicuramente ci preoccupa, ma a me interessa che rientrino anche i pizzaioli, se hanno voglia di tornare nel loro Paese, anche perché la pizza è una cosa importantissima e soprattutto perché tra un ricercatore e un piccolo imprenditore c’è un nesso fondamentale, perché il piccolo imprenditore paga le tasse che servono al ricercatore per fare la ricerca. Quindi, è inimmaginabile che noi facciamo rientrare solo una categoria. Noi abbiamo bisogno di rimettere in moto una economia e, peraltro, la nostra identità culturale passa attraverso molte cose. Già le politiche giovanili, che sono passate ad Alessandro, avevano fatto un buon lavoro da questo punto di vista. Abbiamo dei programmi interessanti, che possono essere resi ancora più amichevoli, più friendly e ci auguriamo anche che questo raccordo tra la idea di impresa e il grande investimento possa essere più rapido e connesso con la ricerca. Il programma regionale “Giovani Protagonisti”, che stiamo costruendo, è un vero passaporto di opportunità. Le politiche attive del lavoro, delle quali ci siamo occupati più volte, hanno bisogno di una struttura organizzativa più forte, l’abbiamo già detto. È un impegno che prendo qui esattamente come con Donato per l’agricoltura. Avevamo carenze strutturali in questi due assessorati che ci hanno spesso fatto fare delle brutte figure, non perché fosse sbagliata la misura o l’indirizzo politico, ma perché non c’erano le gambe per far funzionare queste cose. La stessa cosa in sanità. Noi abbiamo fatto crescere la sanità pugliese in questi anni dagli ultimi posti alla parte alta della classifica con una squadra molto limitata, ma ne parleremo quando arriverò al punto della relazione.
La conoscenza e la formazione: stiamo lavorando con le università, innanzitutto con le facoltà di medicina, ma anche con altre facoltà, per creare grande sinergia. Ho colto con grande favore l’idea della Presidente Capone del Forum Euromediterraneo. Voglio ricordare che il nome del Piano strategico della città di Bari, ma credo che a questo punto si parli di un’idea comune di tutta la Puglia, è proprio Bari Città euromediterranea della pace, che è quella visione che ci ha portato ad avere relazioni positive con la Federazione Russa, con la Repubblica Popolare Cinese, con gli Stati Uniti, con l’Europa, che ci ha consentito amicizia e anche qualche volta di dire la nostra per ricomporre, nel nostro piccolo, dissidi internazionali, sanzioni, che ancora oggi in tutta sincerità non hanno un grande motivo di essere. Naturalmente, io mi auguro che questo Recovery Fund sia un’occasione di rilancio dei servizi, di quegli elementi che costituiscono l’eguaglianza sostanziale dei cittadini di fronte alla legge.
Massimo, il turismo per noi non è mai stato solo marketing, è stata ospitalità, accoglienza. Probabilmente, il fatto che non abbiamo mai ceduto all’idea che ci fossero ospiti buoni e ospiti cattivi ci ha aiutato a ospitare tutti nella migliore delle maniere. D’altronde, quando ospiti, ospiti. Poi c’è chi può pagare, ed è bene che paghi e ci dia una mano, e c’è chi non può pagare. Chi non può pagare deve lavorare, si deve dare da fare, ci deve dare una mano. Non perché siano lavori forzati, ma perché così si fa. Se non puoi pagare, lavi i piatti, o costruisci un brevetto, o apri un negozio, o ti dai da fare, o ci regali personalità artistiche, un giocatore di calcio, perché mettere insieme le persone che ospiti e farle vivere tutte insieme ti dà sempre un risultato che ti sorprende.
Il turismo, sia pure in modo meno drammatico, svolge la stessa funzione. Infatti, moltissime persone che vengono da noi per farsi un bagno o per mangiare bene potrebbero anche diventare qualche cosa di più, e lo diventano spesso. Cioè, diventano cittadini pugliesi che hanno desiderio di proseguire le loro attività partendo da noi.
Il lavoro che Loredana ha fatto è molto importante: ha istituito l’Osservatorio regionale della cultura, il sistema regionale della cultura, ha fatto il Piano strategico che si chiama “Puglia365”, ma abbiamo qualche cosina da rafforzare. Dobbiamo forse ridefinire la mission di Pugliapromozione, perché una grande agenzia che crea attrazione o attrattività… Deciderai tu, perché adesso con le parole dovremo stare tutti attenti, l’epistemologia diventa complicata – ti piglio un po’ in giro – quindi dire la parola giusta al momento giusto è importante. Pugliapromozione potrebbe essere una grande calamita generale della attrattività tout court, cioè non solo economica, ma generale, quello che crea un brand Puglia.
Abbiamo già detto della nostra volontà di digitalizzare la nostra economia. Adesso è una necessità. È necessario per la salute… Adesso ho il pezzo sulla salute, che è complesso; ci sono alcuni elementi molto rilevanti che abbiamo accolto nella discussione col Movimento 5 Stelle. Mi riferisco al budget salute, che è un’interessante modalità attraverso la quale si può definire il punto di equilibrio di contesto, cioè quello che ci è consentito dalle risorse umane, economiche, dalle nostre capacità, per stabilire qual è il diritto complessivo e sistemico di un cittadino rispetto al mantenimento del suo stato di salute.
Speriamo di poter implementare – e dobbiamo farlo in modo progressivo – i presìdi territoriali assistenziali, il potenziamento delle attività specialistiche ambulatoriali, la valorizzazione dell’approccio di genere nella cura (è un punto sul quale ci siamo intrattenuti a lungo), e avere un unico Piano integrato sociosanitario, mettere insieme welfare e sanità, senza sovrapporre e senza fare confusione, ma avendo un forte approccio integrato, può essere estremamente importante; l’estensione dei programmi vaccinali per tutte le età, la prevenzione. Però tutte queste cose camminano su quelle persone di cui ha parlato Loredana, quelle persone che, mentre noi stiamo qui adesso a parlare di tutte queste cose pur importantissime… Chiariamolo, qui reggiamo perché ognuno di noi fa il suo lavoro, nessuno ha avuto la tentazione in questi mesi di fare una gerarchia tra quelli che sono più importanti e quelli che sono meno importanti, però ce ne sono alcuni che si stanno sottoponendo ad una sofferenza che, anche dal punto di vista tecnico-scientifico, è molto più gravosa di quella che ordinariamente si richiede a chi lavora. Mi riferisco a tutto il nostro personale sanitario. Personale sanitario che, per quanto ci stiamo sforzando di fare nuove assunzioni, e ne abbiamo fatte tantissime, ha però un limite tecnico. Come voi sapete, non riusciamo a trovare figure professionali, al di là degli elenchi che danno nelle trasmissioni televisive e che poi sono tutt’altra cosa rispetto alle reali possibilità di assunzione, tant’è che ci stiamo rivolgendo anche a Paesi esteri per cercare anestesisti, pneumologi, infettivologi e medici di medicina generale.
Rimane, ovviamente, che queste persone adesso, in un numero ancora inferiore a causa di quanto accaduto nei decenni passati rispetto ad altre regioni, che ovviamente fanno meno fatica di noi, perché hanno 15.000-20.000 unità di personale più di noi, a parità di esigenze... Provate a giocare una partita in sette. Anche il Real Madrid sarebbe in difficoltà. Ammesso che il Real Madrid sia la squadra in questo momento più importante. Giocare per un lungo periodo di tempo in inferiorità numerica crea problemi molto, molto pesanti, che refluiscono sull’umanizzazione dei percorsi e in generale sulla tenuta complessiva del sistema. Sono mesi e mesi che tutto il sistema sanitario pugliese è sottoposto a uno stress senza precedenti. Qualcuno dice: “Che avete fatto ad agosto?”. Ad agosto abbiamo dovuto recuperare tutti i budget di salute ordinaria che il Covid aveva sospeso. Quindi, quelle stesse persone, non altre, le stesse persone, hanno riaperto tutti i reparti ordinari e, approfittando della tregua che il Covid ci ha dato, hanno cominciato a curare le altre malattie, che di fronte all’ondata successiva che si sta verificando, un’ondata dodici volte, ad oggi, più alta di quella di marzo e aprile per numero di contagiati e per problematiche sanitarie annesse... Il raddoppio delle strutture sanitarie sembrava un orizzonte pazzesco. Raddoppieremo le terapie intensive. Ho capito. Raddoppieremo i posti letto. Siamo già arrivati a tre volte. Il nostro Piano arriva a quattro. E speriamo che basti, perché nessuno ci dice qual è il giorno del picco. Questa cosa va detta, e va detta qui.
Quando noi proponemmo, all’inizio dell’estate, di fare tre grandi strutture di terapia intensiva, una a nord, una al centro e una a sud della Puglia e il Ministero ci disse: “No, rafforzate le strutture degli ospedali che già avete” era chiaro che trasmettevano l’idea che questa seconda ondata non avrebbe avuto le caratteristiche catastrofiche di marzo-aprile. Certo, non è andata così. È stata dodici volte peggio.
Ciononostante, con un meccanismo di ridispiegamento continuo, che sta costringendo alcuni ospedali, che noi pensavamo… L’ultimo credo sia quello di Martina Franca, che è un ospedale che non è molto adatto, lo dico chiaramente, ad ospitare il Covid. Lo dico perché ognuno di noi poi deve spiegare quello che sta accadendo, lo deve spiegare a persone in carne ed ossa, con le quali ha delle relazioni, delle conoscenze. Non è una cosa semplice. Noi stiamo trasformando progressivamente tutti gli ospedali. Qualcuno dice: “Ma perché non riapri l’ospedale militare?”. Con quale personale? Noi dobbiamo convertire gli ospedali che hanno il personale. Colgo l’occasione per dirlo.
Perché se tu converti gli ospedali e non hai il personale, è inutile convertirli. Siccome vi ho detto che li stiamo importando dall’estero i medici, è evidente che, per ottenere la riconversione a Covid, bisogna sospendere alcune attività e chiedere ai medici, agli infermieri, agli operatori sanitari, che già sono in quell’ospedale, di fare un altro lavoro con una istruzione che devo dire realizzano in tempi molto rapidi.
Abbiamo approvato un documento che ho visto avere colpito l’immaginario collettivo della stampa in queste ore, la deliberazione che ho adottato prima della investitura della Giunta, prima della nomina della Giunta, la delibera strategica che riassume tutto quello che stavamo facendo e che ho rimesso in ordine per dare chiarezza di indirizzo a tutti quanti, ma non c’è nulla di eccezionale in questa delibera. Questa è una delibera con la quale il Presidente della Regione, in quel momento rappresentante di tutta la Giunta, dà l’indirizzo a tutte le strutture, in modo tale che si sappia quali sono gli ordini. Gli ordini già c’erano. Questo è, ovviamente, un riepilogo di tutti questi ordini. È anche un’occasione di discussione, perché è una di quelle cose che può consentire a qualcuno di dire che questa cosa forse la possiamo cambiare, la possiamo migliorare. Io mi auguro che tutto questo possa avvenire nella migliore delle maniere.
In sintesi, nei prossimi cinque anni noi vogliamo andare avanti, perché, come dicevamo in campagna elettorale, una campagna elettorale durissima, io mi sono incontrato in due o tre occasioni con Raffaele ed eravamo tutti e due distrutti dalla fatica, dal caldo, dal dover fare due funzioni, lui quella di deputato europeo, io quella di Presidente e autorità di gestione della protezione civile, e ci siamo resi conto che avevamo, però, la stessa voglia di batterci, di non arrenderci. Quindi, quando abbiamo concepito lo slogan “La Puglia ce la fa”, è una constatazione di quello che è avvenuto in questi mesi. L’abbiamo declinata al presente, perché non vuol dire che ce la faremo sempre, perché per farcela sempre ci vuole un impegno, una capa tosta, una determinazione, in senso sportivo anche una cattiveria nell’affrontare i problemi, che non può essere solo del Presidente o della Giunta o della maggioranza, dobbiamo metterla insieme. Poi avremo tempo. Io mi auguro che l’epidemia finisca il prima possibile per consentire poi a Ignazio di suonarmele, come ha fatto per cinque anni, e di rimproverarmi. Ma mi auguro che anche la sua qualità di medico possa consentirci di migliorare quello che stiamo facendo.
Io sono certo che anche dall’opposizione, in uno spirito non dissimile da quello che Cristian ha messo nel suo discorso… Penso che sia stata decisiva questa constatazione: c’è bisogno della massima forza possibile. Questo il Presidente l’ha capito: c’è bisogno della massima forza possibile. Quindi, avere omogeneità tra Governo nazionale e Governo locale dà questa forza. È un’idea positiva. Vediamo se funziona, vediamo se andrà bene. Ma questo lavoro di fare la maggiore forza possibile lo vedo già a Roma, dove l’opposizione sta cercando, facendo e continuando a fare il suo ruolo, di dare una mano. Conto, quindi, anche sull’opposizione.
Questa coesione, però, dipende molto da come la Giunta si comporterà, da come saremo capaci di dare soddisfazione a sindaci, personalità della nostra regione, cittadini, consiglieri regionali, perché i consiglieri regionali devono fare un lavoraccio terribile. Oltre al loro lavoro istituzionale qui in Assemblea, devono tornare a casa e, quando tornano a casa, si rivedono l’elenco dei messaggi che gli arrivano da quelli che gli dicono “ma tu lo sai che sta succedendo? lo sai che hanno preso questa decisione e tu non ne sai niente?”. Allora, siccome a me è capitato di fare questo errore parecchie volte, invito la Giunta a non fare questo errore. Prima di fare qualunque cosa che interessi un territorio, avvisate prima la maggioranza e poi l’opposizione – o prima l’opposizione e poi la maggioranza, decidete voi qual è il galateo che vi piace di più, ma per loro non cambierà – avvisateli di quello che sta accadendo, per grandi linee. Anche quando qualcuno dovesse utilizzare queste informazioni contro di voi, perché vi fa il comunicato contro prima ancora che voi abbiate realizzato l’azione alla quale vi volete dedicare, è comunque valsa la pena, comunque ne varrà la pena.
È faticoso dirglielo prima, perché uno quando comincia a giocare e ha il pallone in mezzo ai piedi… La metafora calcistica oggi è obbligatoria perché, a prescindere dal nostro sentiment calcistico, insomma, è una giornata un po’ particolare, perché la morte di Maradona quando pensavamo che l’avesse schivata ancora una volta ci colpisce tutti, soprattutto la mia generazione, quella generazione che lo ha visto fare cose straordinarie e lo ha visto anche non arrendersi mai davanti a niente e a nessuno, anche – devo dire – con un certo spirito autodistruttivo che io mi auguro che nel Sud abbiano il meno possibile. Ma oggi questo sentimento sportivo aperto questa Giunta lo deve vivere, lo deve vivere con la sua maggioranza, con la sua opposizione, con i territori, con i Sindaci, con le organizzazioni dei Sindaci, col Consiglio delle autonomie. È un’impresa notevole che il Consiglio si propone, quella di dare vita al Consiglio delle autonomie, ma io la condivido e la sosterrò, ovviamente sperando che costi il meno possibile, perché tutte le risorse in questo momento sono destinate, purtroppo, ad altro.
Voglio chiudere questo discorso proprio con un uomo molto diverso da Maradona, ma sempre un uomo del Sud, che su questa terra ha scritto: «La speranza è parente stretta del realismo, è la tensione di chi, incamminandosi su una strada, ne ha già percorso un tratto e orienta i suoi passi verso un traguardo non ancora raggiunto, è impegno robusto che non ha da spartire nulla con la fuga – perché noi non scappiamo, mai – perché chi spera non fugge, si incarna nella storia, non si aliena, costruisce il futuro, e non lo attende soltanto. Ha la grinta del lottatore, non la rassegnazione di chi disarma. Cambia la storia, non la subisce. Ricerca la solidarietà con gli altri viandanti, non la gloria del navigatore solitario. Ovviamente, sapete che questo è don Tonino Bello, salentino del nord della Puglia, perché devo un po’ compensare, se ho capito bene dalle polemiche che leggo sui giornali. Un salentino che si è espresso bene a Molfetta, diciamo così. E nella BAT. Come se il luogo dove nasci dovesse cambiare il senso del mondo e la tua capacità di applicare questo programma, di eseguirlo.
Penso che abbiamo imparato ad amare questa regione con i nostri limiti e che, quindi, siamo in grado di non essere navigatori solitari, ma di costruire tutti insieme, per questo secondo tentativo che mi è stato concesso, una terra aperta, solidale, senza barriere, innovativa, trasparente, partecipata, una regione che rafforza i propri talenti, che scommette sul lavoro buono, che non si lascia soffocare dalla paura della pandemia, anzi continua a scrutare, cercare e costruire con coraggio un futuro migliore del presente.
Grazie a tutti e buon lavoro".
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