Il Sindaco Matarrelli risponde a Carmine Dipietrangelo.
Caro Carmine,
il tuo suggerimento è non solo ben accetto ma incontra anche la direzione che vorremmo dare al progetto con il quale la nostra città si prepara a candidarsi a Capitale italiana della Cultura per il 2024. Nella proposta da presentare al Ministero non si potrà trascurare un elemento, il vino, così intimamente collegato alla nostra tradizione contadina, quindi agricola e paesaggistica. Sappiamo come non sia affatto un caso che “coltura e cultura abbiano identica etimologia. Coltura significa coltivazione del terreno. Cambi la o in u, cultura, ed hai il complesso delle conoscenze intellettuali”, come scriveva Luigi Veronelli nella sua “Lettera ai giovani estremi”.
Vino è cultura perché lo studio dei vitigni permette di conoscere popoli, tradizioni e gusti che attraverso il vino si raccontano. E Mesagne, che con i Comuni vicini condivide caratteristiche simili, anche su questo fronte ha una storia millenaria da mettere nero su bianco. Una storia dalle radici antiche in cui passato e presente si intrecciano. Per proiettarsi in un futuro in cui coltura e cultura vitivinicola sanno rappresentare un solido riferimento di sviluppo, dal quale attingere per generare e infine capitalizzare ricchezza autentica.
La nostra città, come correttamente dici tu, è cresciuta tanto negli anni, al punto da sentire oggi tutte le ragioni per poter ambire ai traguardi più belli. E per questo grande merito va dato ad una comunità che ha esercitato fino in fondo la capacità di confrontarsi e di scegliere il meglio per se stessa.
Tony Matarrelli