Rita Cioce ed il suo "Laboratorio di digital marketing per le imprese rurali" (G. Florio).

Minuta e sovraccarica di energia: Rita Cioce potrebbe essere la versione antropomorfa di un elettrone, in perenne andirivieni intellettuale.

Quarant'anni valicati da poco ma comunque davvero ben dissimulati, questa brunetta barese dal tocco casual ha scoperto quasi due decenni addietro la passione per la scrittura web, l'ha irrorata di talento e competenze e, usando un'espressione che le è cara, «ha fatto di un sentimento un lavoro».

«Sono una letterata alla riscossa!», spiega stressando la prima di una lunga serie di esclamazioni. Dal capoluogo levantino si è presto stanziata nella Capitale, impiegandosi nell'Università LUISS “Guido Carli”. Oggi è una rinomata specialista del settore e tiene corsi sul digital marketing prevalentemente per enti di formazione convenzionati con le regioni. «Ma non solo», precisa. «Sono anche un editor all’americana, per intenderci! Nel tempo libero mi dedico alla fotografia e alla cucina». La Cioce ha attraversato la vita cittadina mesagnese per un paio di giorni, gestendo un «Laboratorio di digital marketing per le piccole imprese rurali» nella sede locale del GAL “Terra dei Messapi”.

In che cosa consiste l'iniziativa?

«Inizio i miei seminari sempre con due domande un po' provocatorie: “Che cosa significa secondo voi scrivere per il web?” e “Perché essere sui Social Media?"”.
Il mio corso risponde a queste domande e fornisce gli strumenti assolutamente gratuiti per farlo al meglio, anche grazie alla creazione di contenuti originali e multimediali».

Quali benefici immediati possono portare queste competenze?

«Utilizzare il web ed i suoi strumenti in modo funzionale ed efficace può fare molto per chiunque abbia un'attività o una professione. In rete potenzialmente ci sono tutti i clienti e tutti i ganci possibili. Puoi farti conoscere e fidelizzare da chiunque se ciò che fai risponde ad un'esigenza, ma devi farlo sapere e per fare questo devi imparare a comunicare sul web. Sono stata invitata a tenere molti corsi semplicemente grazie al passaparola sul web».

Guai a dubitarne, Rita Cioce ha un proprio sito, con un bel titolo ammiccante (www.ioscrivoitaliano.it), a metà tra la rivendicazione e l'esortazione.

Di quale qualità è l'italiano scritto sul web?

«Ho fondato il mio microblog perché mi sono resa conto che l'esplosione dei social network ha portato alla luce una grossa falla: moltissimi non sanno scrivere! Saper scrivere in italiano è un valore aggiunto e non è una capacità così banale come si pensa. Se è unita poi a competenze specifiche può offrire grosse opportunità di lavoro». Compulsandone le pagine, si rinvengono utili consigli pratici per diventare un buon redattore web e social media, risorse (ancora una volta completamente gratuite) per reperire immagini, foto e video.

Quali altre iniziative intende allestire nel nostro territorio?

«Insieme al dott. Cristiano Legittimo (responsabile della comunicazione per il GAL, ndr) stiamo pensando a come rivalutare le risorse del territorio pugliese e portarle nel mondo utilizzando i new media grazie ad una leva straordinaria: l’entusiasmo e la voglia di rete non solo con gli operatori locali ma anche con il resto del mondo. Approfitto della sua intervista per ringraziare “Terra dei Messapi” e lo splendido popolo di Mesagne, la loro accoglienza è stata incredibile, mi mancheranno!».

Non ha ancora terminato la frase che subito, per il principio di indeterminazione di Heisenberg, si catapulta verso altre idee: «Ho inoltre un progetto che mi gira in testa da qualche tempo. Creare un’asse tra Nomad study e Nomad working, ma...non posso ancora parlarne!».

Giuseppe Florio

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