Municipio: esposto penale e vertenza civile per presunto “Mobbing”
In queste ultime ore, pare che sia stata formalizzata un’azione legale che chiama in giudizio il segretario generale della città di Mesagne fra pochi giorni in pensione e due dipendenti comunali.
La faccenda rientra, da quanto è dato sapere, in attività di presunto “mobbing” e di conseguenza appare in tutta la sua interezza fortemente delicata e complessa.
Per chi ha esperienza di gestione “risorse umane” non ha difficolta a ricordare quanto spinoso possa essere un argomento del genere. All’interno delle dinamiche di tali fattispecie quel che magari emerge non è certamente l’interesse del rapporto di lavoro o del rispetto verso la comunità di riferimento, quando si tratta di pubblico impiego ma soprattutto l’interesse prioritario ad affermare i propri principi, la propria personalità, quell’importanza personale che, in termini egoistici, si ritiene indispensabile far considerare in tutta la sua interezza.
Da quel che si conosce, il problema non solamente non è stato affrontato da chi con cautela aveva il compito di dirimere la dinamica ma addirittura ne è diventato parte attiva ponendo in essere trasferimenti ed attività tutte da valutare.
La documentazione, ampia e corposa, consegnata ai Giudici elenca tutta una serie di comportamenti e decisioni che sono stati ritenuti lesivi e ritenute rientranti nell’ambito del “mobbing” con conseguente istanze giudiziarie nei confronti del segretario generale del Comune ed altre due dipendenti
Il tutto è accompagnato da una richiesta di un risarcimento per i danni subiti quantificati in 25 mila euro. L'esposto è stato presentato dall’avvocato Davide De Giuseppe, che ha delineato la presunta emarginazione, giorno dopo giorno, con conseguente trasferimento d'ufficio. Sono stati allegati:
1) certificati medici
2) ordine di servizio notificato in data 9 giugno 2015
3) articolo giornalistico del 13 giugno 2015
4) lettera di contestazione ordine di servizio del 17 giugno 2015
5) Encomio del 5 maggio 2015
6) Pendrive contenente n. 2 registrazioni audio del giorno 25 maggio 2015.
Nel contempo è stato avviato anche un provvedimento civile con richiesta al Giudice di lavoro
per ripristinare lo status quo con l’annullamento dell’ordine di servizio del trasferimento ed anche qui con la richiesta di un indennizzo di 25 mila euro.
Il procedimento è fissato per la discussione in data 24 maggio 2016 dinnanzi al Giudice del Lavoro dr.ssa Maria Cristina Mattei del Tribunale di Brindisi.
Brutta faccenda per il Sindaco Molfetta e la Giunta municipale che annovera tra le altre cose un avvocato penalista e che deve gestire una faccenda verificatasi in “atri tempi”.
Da quanto emerge in ambito penale le segnalazioni sono per valutare gli articoli 594, 610, 612, 572, che generalmente sono collazionati tutti insieme non essendoci una specifica legge sul “mobbing”. Il 16 maggio 2016 è ancora abbastanza lontano e tutto può accadere. Al momento c’è solo da registrare un fatto di cronaca, una dinamica di lavoro che per quanto è degenerata ha bisogno di un ampio chiarimento.