Oggi la protettrice viene portata in Cattedrale. Il discorso del Sindaco.
Il discorso del sindaco in occasione della consegna delle chiavi per il Patrocino della MadonNa del Carmine.
Reverendo Arciprete, Reverendo Vicario Foraneo, Reverendi Padri Carmelitani, Parroci e Clero tutti, Autorità Civili e Militari, concittadini carissimi!
La Tradizione vuole che nel cuore dell’inverno la nostra città abbia una seconda occasione, dopo di luglio, per guardare alla nostra Protettrice. Una commemorazione percepita dal nostro popolo come più intimistica e religiosa rispetto alla di piazza in festa dell’estate ma non per questo meno carica di cesure importanti anche per il mondo civile.
Mi ha molto colpito la scansione temporale che la Tradizione assegna a questi due momenti di fede: quando il freddo pungente dei giorni della Merla, o della Candelora, rendevano difficile raggiungere un Santuario posto ai margini della città era la Madonna a venire a Mesagne, nelle Mura antiche della città, e qui vi stazionava per un tempo lungo che consentisse al popolo un rapporto intenso ed intimistico. Quando, invece, la canicola adornava di luce le piazze, come a luglio, allora la fede diventava momento di gioia e di festa ed era il popolo ad andare incontro alla Madonna. Ѐ bello ritrovare questi richiami simbolici ricchi di storia e di identità di un popolo fedele che dal 2003, si onora di essere Civitas Mariae, città di Maria.
Il ricordo è quello del 1743 e del devastante terremoto che sconvolse tutto il Salento. I nostri avi videro nell’intervento della Vergine l’àncora di salvezza, la misericordia di Dio verso il suo popolo, l’intercessione del Divino tra i disastri dell’umano tanto da far cessare la devastazione della terra che trema.
Oggi di quel provvidenziale intervento dall’Alto ne sentiamo ancora vivo il bisogno: ogni giorno sembra mancarci comunque la “terra da sotto ai piedi” quando nella nostra vita mancano le sicurezze primarie. La mancanza di lavoro, specie per i più giovani, esclude centinaia di vite dal mondo che conta; l’impossibilità di soddisfare i bisogni quotidiani toglie fiato ed affanna il respiro a sempre più padri e madri di famiglia.
La sfiducia nelle Istituzioni, percepite – non con tutti i torti rileggendo le cronache locali a noi molto vicine – come corrotte e fuorviate portano nel tessuto sociale la stessa devastazione di quel clamoroso evento sussultorio di trecento anni fa.
L’impegno civile è un continuo cercare di dare risposte con la propria vita a queste difficoltà: progettando azioni ed interventi che possano invertire la rotta, impegnandosi in prima persona in un concreto volontariato, proponendo cultura e sensibilità d’animo ad apatia e rassegnazione. Se ne ero certo prima di quest’incarico ora ne sono completamente persuaso.
In questi primi mesi da primo cittadino fra pari ho verificato che la nostra città è viva: la solidarietà più concreta ha le voci delle tante associazioni di volontariato che chiedono insistentemente spazio e strumenti per operare. La speranza ha il volto dei fanciulli delle nostre scuole e della loro fiducia nel futuro espressa in mille e più attività che richiedono a chi ha responsabilità di essere messe in primo piano. La legalità ha le mani callose di chi fatica il proprio pane ogni giorno con il sudore della fronte. La città del domani suona con i ritmi dei giovani e della loro espressività che pervade la città in tanti appuntamenti. La città è viva e partecipa anche nel progettare il futuro dei suoi spazi pubblici: dove la rinascita e la riqualificazione di uno spazio urbano significa rinascita e rilancio delle relazioni sociale ed economiche.
La città vive e spera: per questo chi ha responsabilità pubbliche non può deludere le aspettative di cambiamento!
E cambiare significa abbandonare consolidate abitudini, rimettersi costantemente in gioco in un mondo che cambia rapidamente. Cambiare significa comprendere che maggior rigore e disciplina nell’uso dell’autoveicolo nella sosta in una città fortemente condizionata può imporre qualche sacrificio; significa comprendere che per garantire chi ha più diritto e chi ha bisogno è necessario tagliare gli sprechi, ch in un contesto di grave crisi economica e finanziaria è ancor più necessario corrispondere ai tributi dovuti per garantire i servizi essenziali.
Ogni sforzo di cambiamento, anche e soprattutto quello che può urtare la nostra zona di comodo personale, è un tentativo di invertire la rotta e di dare delle risposte alle attese della città.
È questa la sfida quotidiana mia, della mia squadra e dei miei collaboratori; certi, in ogni caso, che tutto l’impegno di un sindaco e di una Amministrazione Comunale non possano mai soddisfare tutte le esigenze che l’umano porta con sé.
Ecco il senso dell’antico rituale della consegna le chiavi della città alla Vergine del Carmelo: non un cerimoniale vuoto e teatrale reso antiquato dalla modernità ma viva esigenza di rimettere tutto il proprio impegno, tutta la propria persona, e quella dell’intera città nelle mani della Vergine.
In queste giornate di Novena religiosa anche chi non crede si fermi un attimo in silenzio a riprendere il senso della propria quotidianità per riallacciare la propria esperienza ad un senso ultimo e quest’ultimo a una Comunità in cammino.
Buona festa a tutti e non perdiamo mai la speranza!