ProgettiAmo Mesagne sul bando di gara del canile.
Come è noto, pochi giorni fa è stato pubblicato il bando di gara per l’affidamento della gestione del canile municipale;
un provvedimento che si attendeva da lungo tempo. Si dovrebbe così porre fine ad una situazione di illegittimità che durava oramai da quasi tre anni; anni in cui, purtroppo, si è proceduto a reiterati affidamenti diretti, fra l’altro a favore dello stesso gestore! Tali procedure, come ha più volte sottolineato il Presidente dell’autorità anticorruzione Cantone, delineano un modo di amministrare la cosa pubblica deprecabile, soprattutto non conforme ai principi di buon andamento e di imparzialità dell'amministrazione sanciti dalla Costituzione. Tuttavia dalla lettura del bando, siamo fortemente perplessi che questa sia la volta buona; si ravvisano infatti diversi elementi di illegittimità che potrebbero aprire a possibili contenziosi e non raggiungere l’obiettivo prefissato. La gara, a nostro avviso, laddove l’amministrazione non si adopererà per porre in essere dei correttivi, rischia di andar deserta o di essere inficiata dalla presentazioni di ricorsi di soggetti economici improvvidamente esclusi dal bando, atteso che è prevista una riserva esclusiva di partecipazione alle sole associazioni iscritte nel registro nell’albo delle associazioni di protezione animali della regione puglia.
Vi sono diverse e recenti pronunce, TAR e Consiglio di Stato, che su questo specifico argomento hanno ritenuto illegittimo il bando riservato solo ad alcuni operatori economici. Innanzitutto il Tar Piemonte (sentenza n° 306 del 3 marzo 2016), dove si afferma che il servizio di gestione del canile municipale rientra nell’ambito dei servizi pubblici e per tali servizi non si può prevedere nessuna riserva di partecipazione a determinati soggetti economici. Solo nel caso di forniture di beni e servizi, spiega il TAR, si possono prevedere specifiche riserve(legge 381/1991). Tuttavia se il bando di gara è superiore alla soglia europea, come nel caso specifico del Comune di Mesagne (il bando infatti ha un valore di € 570.000 circa, quindi ben oltre la soglia europea) indipendentemente se esso riguardi l’erogazioni di servizi pubblici o forniture di beni, nessuna riserva di partecipazione è consentita indipendentemente se prevista da legislazione regionale o nazionale! Dello stesso avviso il Consiglio di Stato che con ordinanza n° 95 del 22 dicembre 2014, proprio su un caso riguardante un affidamento ad un Canile comunale pugliese, in merito ad un ricorso proposto da una società esclusa, ha affermato che la volontà del legislatore statale(art.2 comma 371 legge 244/2007) è quella di garantire al settore in discussione una struttura concorrenziale, escludendone la riserva a favore delle associazioni come previsto dalla norma regionale, norma che contrasta quindi col principio, di esclusiva competenza statale, di tutela della concorrenza. Vi è di più! Nel bando si prevede la cura e il mantenimento di 200 cani; attualmente pare invece che il numero degli animali arrivi intorno ai 300; ci chiediamo quindi, come verrà gestita tale situazione? Ed ancora il bando copre per il 75% circa le spese del solo personale(420.000 euro), mentre per l’espletamento di tutti gli altri servizi è prevista, a nostro avviso, una quota inadeguata(150.000 euro), quota fra l’altro sottoposta anche a ribasso d’asta. Tutti elementi dunque che rendono il bando poco vantaggioso e tutt’altro che chiaro. Ciò detto auspichiamo che la questione, possa essere discussa in seno alla commissione consiliare preposta, al fine di vagliare attentamente i profili di legittimità sollevati per scongiurare che al termine della gara si debba ricorrere nuovamente all’ennesima proroga.
Il coordinatore di ProgettiAmo Mesagne
Antonio Calabrese