Calabrese: la questione Arneo deve essere una questione politica.

Da giorni sul caso Arneo è sceso il silenzio. Nonostante la vicenda continua a lasciar nella più profonda incertezza

tanti cittadini Mesagnesi il Sindaco Molfetta sembra aver completamente archiviato la situazione, rimanendo insensibile anche all’azione intrapresa dai alcuni suoi colleghi del brindisino che, come è noto, sulla vicenda, hanno presentato un esposto in procura. Al contrario i nostri amministratori locali, regionali e nazionali, invece di difendere le ragioni dei cittadini, si sono limitati a fare promesse vane (come quella di Vizzino di richiedere l’annullamento delle cartelle) oppure organizzare assemblee pubbliche, insieme a parti sociali “amiche”, per convincere i cittadini che il problema c’era ma non era al momento risolvibile se non dopo una nuova legge sui consorzi ed infine annunciare la costituzione di una commissione ad hoc che studierà il problema per il futuro: in sintesi cittadini ora pagate e domani si vedrà (sic!)

Di tutt’altro tenore è stata l’azione, pienamente condivisibile, promossa dai sindaci di San Donaci, Cellino, Torchiarolo e San Pietro, che senza perdere tempo con demagogiche montature politiche, si sono fatti carico delle istanze dei cittadini sollevandoli da inutili e costosi ricorsi. La questione Arneo, infatti, non è una questione privata ma essenzialmente politica perché attiene ad una non chiara attività di manutenzione e pulizia di canali che asservono un intero territorio e che è sottratta al controllo del singolo cittadino. Come giustamente è stato sottolineato, nella cartella di pagamento, il consorzio si limita a una mera indicazione generica di un servizio fornito: si parla infatti di una tassa dovuta in parte per la manutenzione delle opere pubbliche di bonifica - senza nulla precisare in ordine alle modalità del servizio prestato - e in parte destinato alle spese di funzionamento del Consorzio (per quanto non coperto dalla contribuzione regionale). Quella che parrebbe palesarsi è dunque l’ennesima tassa pagata ad un Ente “fantasma”, una forma di vessazione illegittima, una tassa ingiustificata che si riconduce a un’attività non chiara da parte del consorzio dell’Arneo; ciò che infatti rende legittimo un tributo è l’esistenza di un rapporto sinallagmatico, ossia di un rapporto di interdipendenza fra prestazione (pulizia e manutenzione dei canali) e controprestazione (tassa); è chiaro dunque che se non si è in grado di dimostrare la corretta esecuzione di una delle prestazioni (la bonifica), si profila un inadempimento dinanzi al quale il cittadino è legittimato a non pagare.

È un principio sacrosanto di diritto dinanzi al quale né la “prepotenza” del Consorzio né l’incapacità e il disinteressamento dei nostri rappresentanti locali, regionali e nazionali possono opporre alcuna deroga: in sostanza “dura lex, sed lex”. Confidiamo, dunque, che l’esposto presentato dai sindaci sopracitati possa essere attentamente vagliato dalla magistratura affinché si possa fare definitivamente chiarezza sulla questione e capire quale sia l’ammontare dei contributi regionali stanziati per le opere di bonifica, quali siano effettivamente (al di là dei bilanci di esercizio) i servizi concretamente effettuati sul territorio e se questi corrispondono alla delibera commissariale del 2014 ma soprattutto capire chi verifica e controlla l’operato del Consorzio.

Il Coordinatore di ProgettiAmo Mesagne

Antonio Calabrese

 

 

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