PD a proposito del Parco: come mandare in “farfalle” una eredità importante.
La vicenda del parco sorto nell’area dell’ex campo sportivo è indicativa di come l’amministrazione Molfetta fatichi a imporsi come guida
e punto di riferimento per la città. Nella giornata dell’inaugurazione, a partire dalla quale si pone il problema della manutenzione e la tutela di questo enorme patrimonio ricevuto in eredità, abbiamo avuto dimostrazione di come il Sindaco non goda di un sufficiente grado di autonomia politica. Egli ha preferito non deludere qualche “onorevole” suggeritore, passando per colui che avoca a se meriti che non sono i suoi, anziché riconoscere quelli di chi lo ha preceduto, ancorché oggi avversario politico.
Oggi più che mai qualità come l’autonomia e la capacità politica di guidare e unire una comunità sono di fondamentale importanza non solo per costruire opere, ma addirittura per “saperle tenere” ! Dopo un anno dall’insediamento del Sindaco, arrivato a opera già ultimata, il parco non ha ancora un servizio bar, una edicola, un servizio vigilanza, sebbene sia dotato delle apposite strutture.
Del bando per l’assegnazione di queste attività ancora non si sente parlare: il parco insomma è già abbandonato a se stesso. Mentre i precedenti amministratori hanno pensato, progettato e realizzato il parco non solo questo sindaco non riesce ad avviare i servizi, ma addirittura ha difficoltà persino ad attribuirgli il nome.
Forse discutibile, ma certamente indicativa, la procedura per individuare il nome del parco: indicativa della scarsissima capacità politica di prendere decisioni assumendosene le responsabilità, sacrificata, si fa per dire, sull’altare della partecipazione. Allora lasciamo decidere ai cittadini in una gara, poco qualificante,tra nomi in memoria di vittime della follia umana, della malasanità o della criminalità organizzata, piuttosto che arcobaleni riconcilianti.
Neanche un criterio che sia uno, venuto dal discernimento del primo cittadino o dai suoi pochi (pochissimi) quanto influenti consiglieri, nessuna responsabilità! Ma della responsabilità oggi come mai noi avvertiamo il bisogno, della capacità politica di trovare una strada verso il futuro e la forza di percorrerla, piuttosto che lavarsi continuamente le mani e presentarsi quando è il momento di tagliare i nastri.