"PD - Io ci credo": bando SPRAR: una sconcertante (non) risposta
Inutile nascondercelo. Sapevamo di toccare un nervo (politicamente) scoperto e la risposta alquanto risentita alla nostra interrogazione sul bando Sprar,
ove ve ne fosse stato bisogno, ne è la più ampia dimostrazione. Più che una risposta, una non risposta, non sappiamo se definirla più sconcertante che stravagante, comunque molto reticente.
Ma procediamo con ordine.
Variazione strutture accoglienza
Riguardo tale aspetto, se è vero che la variazione delle strutture di accoglienza e della loro ubicazione sarebbe possibile ai sensi del decreto ministeriale citato nella risposta anche dopo l’approvazione del progetto, è altrettanto vero che lo stesso provvedimento prevede che la richiesta di variazione deve essere necessariamente inoltrata alla Direzione centrale che, acquisito il parere del Servizio centrale, comunica l'eventuale nulla osta e che le variazioni non autorizzate, comportano la revoca del contributo. Fra gli atti consultati dagli interroganti, non vi è alcuna richiesta in tal senso e, comunque, nessuna motivazione è stata addotta circa il cambio di scelta delle originarie 5 strutture (quelle su cui è stata espressa la valutazione da parte della Commissione di gara) con le 3 di cui al progetto, in ordine alle quali alcuna valutazione è stata effettuata, atteso che alla data in cui vi è stata la comunicazione della variazione di scelta, la stessa Commissione aveva ormai terminato i propri lavori (sic!), né è dato comprendere in cosa sia consistito il miglioramento della proposta progettuale, non essendovi nella risposta all’interrogazione alcuna spiegazione in merito.
Immediata fruibilità delle strutture
Tale condizione è stata affermata non a seguito di sopralluogo tecnico, ma sulla base delle attestazioni dei tecnici di parte dei proprietari delle strutture prescelte. Sarà stata sicuramente la premura nel rispondere, ma al sindaco è sfuggito di dire che gli attestati di agibilità per due delle tre strutture sono stati redatti solo poche ore prima della loro scelta da parte del soggetto attuatore (sic!). Se il sindaco è certo che gli immobili di che trattasi siano effettivamente ed "immediatamente agibili e fruibili" disponga di eseguire con urgenza un sopralluogo con tecnici non di parte.
Canone di locazione
Veramente sconcertante è la risposta sul punto. Ma si può seriamente ipotizzare che un soggetto (anche il più generoso) possa concedere in locazione un immobile delle dimensioni di quelli prescelti per una cifra irrisoria, poco più di 100 euro al mese? L’apice dello sconcerto viene raggiunto allorquando si attesta che «la ragione del divario tra l’importo complessivo degli affitti (€ 4.900,00 annuo) e la somma imputata nella microvoce L3 di cui al piano finanziario (€ 60.000,00), è dovuta alla previsione di spesa necessaria alla registrazione dei contratti d’affitto». Spiace veramente molto che al sindaco sia stata fatta sottoscrivere una simile sciocchezza, posto che l’imposta di registrazione dei contratti d’affitto, come è noto, è il 2% dell’importo annuo: nella fattispecie, quindi, € 98,00. E gli altri 55.002,00 € dove li mettiamo?
Si sa che la fretta è stata sempre cattiva consigliera e se il sindaco o chi per lui avesse ponderato bene ciò che veniva richiesto con l’interrogazione, non avrebbe sicuramente sottoscritto gli spropositi che si leggono alla fine della risposta.
Vogliamo tranquillizzare tutti, soprattutto coloro che forse non hanno compreso che l’atto di sindacato ispettivo sia stato sottoscritto dagli interroganti nella qualità di consiglieri comunali. Stiano tranquilli i guardiani del faro in servizio permanente effettivo della privacy: la normativa in materia è ben nota agli interroganti. Forse altrettanto non lo è ad altri quella inerente le prerogative dei consiglieri comunali in materia di accesso agli atti amministrativi e soprattutto quella sull’impiego e controllo delle risorse pubbliche. Nessuno può dolersi di quanto richiesto con l’interrogazione, nessun diritto è stato violato, altro che violazione della privacy!
Peraltro, ci siamo astenuti dall’indicare i nomi dei proprietari e/o comproprietari delle strutture prescelte, anche se avremmo potuto dire che trattasi di soggetti, direttamente o prossimi congiunti, già candidati in liste che hanno sostenuto nell'ultima campagna elettorale l'allora candidato sindaco ed oggi sindaco Molfetta, anche perché si sarà trattato solo di una fortuita coincidenza e non vogliamo assolutamente pensare che qualcuno abbia preso troppo alla lettera lo slogan elettorale “diamoci una mano”.
Ci asteniamo dal chiosare poi l'ultima parte della risposta per non far torto all'intelligenza di alcuno: il solo scrivere che il «divulgare a terzi informazioni altamente riservate, quali gli indirizzi delle strutture destinate all'accoglienza SPRAR[…] ha esposto a gravissimo rischio i futuri beneficiari che possono subire anche in Italia, per mano di connazionali persecuzioni a causa del loro orientamento religioso e/o appartenenza etnica» è qualcosa di veramente stravagante. A meno che qualcuno non abbia ipotizzato che i 37 richiedenti asilo e rifugiati saranno costantemente dotati di maschere e ‘rinchiusi’ come appestati da non mostrare a nessuno!
Nel ribadire le anomalie segnalate con l’interrogazione, non superate in alcun modo dalla risposta del sindaco, e soprattutto la scarsa trasparenza in tutta la vicenda amministrativa in oggetto, riserviamo ogni passo nelle sedi che riterremo di adire per l’accertamento di eventuali irregolarità, preannunciando sin da ora che seguiremo, esercitando i diritti e le prerogative di consiglieri comunali, la gestione della convenzione e tutta la fase di rendicontazione. Non se ne abbia a male nessuno e, soprattutto, non si frappongano inesistenti e fantomatiche violazioni della privacy.
Gruppo consiliare “PD-Io ci credo”