Ancora un no della Commissione sanità al Piano ospedaliero. Il presidente Romano ha annunciato le dimissioni
La notizia, alcuni comunicati.
La delibera relativa al riordino ospedaliero e della rete emergenza urgenza, modificata rispetto al testo che aveva già ricevuto un esito negativo, non ha superato l’esame in Commissione sanità.
Sei i voti contrari, tra i quali quelli di Cosimo Borraccino (SI) e Paolo Campo (Pd), oltre a i quattro commissari di opposizione Mario Conca e Marco Galante (M5S), Nino Marmo (FI) e Luigi Manca (Cor).
La delibera ha ottenuto i cinque voti favorevoli dei commissari di maggioranza. All’esito della votazione il presidente della Commissione sanità, Pino Romano, ha annunciato le dimissioni.
Piano di riordino, Zullo: “Un provvedimento che senza valutazione economica rischia di mandare sul lastrico molti ospedali”
Un Piano di Riordino che se attuato rischia di portare molti ospedali oltre il deficit consentito dal combinato disposto del DM 70 del 2015 e Legge di Stabilità 2016 e quindi in Piano di Rientro. "Questo perché - ha ribadito per l'ennesima volta il presidente del gruppo regionale dei Conservatori e Riformisti, Ignazio Zullo - non è stata fatta nessuna valutazione economico-finanziaria. Per questo ribadiamo la richiesta che il Piano faccia un passaggio anche in Commissione Bilancio, anche per verificare se vengono rispettate le percentuali di spesa che prevedono che di tutta la spesa sanitaria regionale solo il 44 per cento venga speso per gli ospedali, mentre il restante vada per il 5 alla prevenzione e per il restante alla medicina territoriale. È chiaro che se la spesa ospedaliera supera il 44 per cento si andranno a togliere risorse dalla prevenzione e dal territorio, due settori importanti per assicurare la salute e le cure dei pugliesi".
Non l'unica valutazione della quale non tiene conto il Piano ha sostenuto Zullo rivolgendosi al Direttore del Dipartimento Sanità della Regione Puglia, Giancarlo Ruscitti, che questa mattina ha partecipato alla Commissione Sanità dove si è tornati a parlare di Piano di Riordino dopo la prima bocciatura avvenuta il 20 settembre scorso.
"Il giudizio - ha rimarcato Zullo - non è cambiato in questi mesi, anche perché di fatto nulla è cambiato mancando alla base valutazioni della struttura demografica della popolazione pugliese o epidemiologiche, per cui siamo al paradosso che la provincia di Foggia ha un numero di posti letto di Geriatria e Pediatria spropositato rispetto al resto della Puglia, senza che nessuno abbia spiegato il motivo di queste scelte: ci sono più anziani e bambini a rischio salute in quella provincia? Non è dato sapere, ma sono solo esempi emblematici di situazioni che sul territorio si ripetono per tante discipline e che da oltre sette mesi denunciamo in tutte le sedi".
Secondo Zullo, poi, si assiste a un Piano che manca anche delle più semplici verifiche strutturali: "Si spostano da un ospedale all'altro 10/20 posti letto senza neppure verificare la disponibilità degli spazi fisici dove allocare i letti. Senza contare che la Legge di Stabilità prevede fra le altre cose l'attivazione dell' Unità di valutazione del rischio clinico ma nel Piano non vi è traccia”.
Insomma, un Piano che per quanto assoggettato ad operazioni di maquillage per accontentare questo o quel consigliere che continua a far acqua da tutte le parti secondo il capogruppo CoR . “Un Piano - conclude Zullo - presentato più per rispondere formalmente a scadenze di legge che per rispondere ad esigenze di razionalizzazione del Servizio Sanitario Regionale il cui finanziamento è assicurato anche con surplus di tassazione e di ticket dai quali i pugliesi vanno alleviati”.
Borraccino: “Bocciato per la seconda volta il Piano di riordino ospedaliero”
Una nota del consigliere Cosimo Borraccino, Presidente della II Commissione
Bocciato per la seconda volta in Commissione Sanità il Piano di riordino ospedaliero. Un dato politico molto forte di cui il presidente Emiliano deve tener assolutamente conto in futuro. Hanno votato contro oltre al sottoscritto, i due consiglieri del Movimento 5 Stelle, un consigliere di Forza Italia, un consigliere dei CoR, e un consigliere del PD, Paolo Campo. Il presidente della III Commissione, Giuseppe Romano, si è dimesso.
Ci siamo presentati con ben 16 proposte emendative per cercare di risolvere almeno le criticità macroscopiche , sollecitate a viva voce in primis dai cittadini e poi dagli operatori del settore, dalle associazioni di categoria, dai sindacati.
Il nostro voto si è confermato contrario, innanzitutto per la decisione di chiudere 8 ospedali in tutta la regione. Per la scelta di adottare un rapporto tra posti letto per ogni mille abitanti (2,75 PL/1000ab.) di gran lunga inferiore rispetto a quanto previsto dal DM 70/2015, 3,00PL/1000ab.
Si rinunciava quindi senza nessuna logica, senza alcuna sensibilità, ad oltre 1000 posti letto in totale in tutta la Puglia. Tutto ciò a danno soprattutto delle province di Taranto, Brindisi e Lecce, territori carichi di criticità ma che presentano anche un richiamo turistico rilevante per la nostra regione e di cui dobbiamo andare fieri. Ma tutto ciò va assolutamente considerato nel momento in cui si pianifica la gestione della sanità territoriale : da amministratori regionali non possiamo dimenticare che questi territori stagionalmente si trovano a ospitare bacini di utenze elevati o che risultano già gravati da altre drammatiche situazioni ambientali oltre ad essere punti hotspot per migranti. È dunque assolutamente sbagliato che tali territori si fossero ritrovati con un rapporto posti letto/ 1000 abitanti pari a 2,56 e dunque ancora maggiormente al di sotto di quanto previsto dal DM 70/2015.
Avevamo inoltre proposto di lasciare invariata la Neurochirurgia del "Di Venere" di Bari, il Presidio Ospedaliero di Molfetta, i reparti funzionanti dell’Ospedale di Triggiano e di quello di Casarano, senza dimenticare il nostro ribadito no alla chiusura degli Ospedali di Grottaglie e di quello di Trani.
Inoltre una cosi drastica chiusura di molti reparti e presidi risultava a mio parere ancora prematura, data la mancanza della predisposizione di una rete di servizi sostitutivi, per non parlare della prevista costruzione ex novo di nosocomi come il San Cataldo di Taranto ormai attesa da anni!
Tutto ciò era ed è stato evidentemente ritenuto fondamentale assieme alle altre criticità : stiamo parlando della salute dei bambini pugliesi, della donne pugliesi, degli uomini pugliesi!
Abbiamo ragione quando diciamo che è più appropriato intervenire sulla Sanità privata che dovrebbe funzionare più con le proprie risorse e non con quelle pubbliche. Quando parliamo di contrastare la mobilità passiva, che pesa sul bilancio per ben 250 milioni di euro. La nostra regione è ricca di eccellenze che sarebbero ancora più efficienti se venissero supportate anche minimamente!
A questo punto è necessario un confronto serio all’interno della maggioranza nell’interesse dei pugliesi che attendono una seria programmazione sanitaria.
Il grosso movimento di base della popolazione pugliese ha trovato una giusta rispondenza all'interno della Commissione Sanità, adesso al presidente/ assessore Michele Emiliano il compito di ricomporre la frattura tra la politica e la comunità pugliese.
Sinistra italiana ha mantenuto coerentemente le cose dette da settembre scorso, da quando bocciamo per la prima volta il Piano in Commissione.
Non rinunciamo a lottare per una Sanità migliore.
Riordino ospedaliero: l’impegno di Ruscitti non è stato sufficiente
Non sono bastate le rassicurazioni del neo direttore generale del Dipartimento Salute della Regione Giancarlo Ruscitti (che ha preso da poco il posto di Giovanni Gorgoni) a convincere i commissari sul piano ospedaliero. Ruscitti ha fatto una presentazione di ampio respiro partendo dal Piano operativo, per arrivare ai Livelli essenziali di assistenza (LEA) recentemente aggiornati, agli atti aziendali da approvare da parte da ciascun direttore generale con l’imprimatur dello stesso Dipartimento Salute e con l’impegno dello stesso Ruscitti a incontrare Direttore generali delle aziende sanitarie e sindaci per possibili aggiustamenti in progress.
Tutto questo non è stato sufficiente. Dopo gli interventi di ben 14 consiglieri di maggioranza e opposizione (Marmo, Zullo, Borracino, Perrini, Ventola, Gatta, Galante, Conca, Manca, Damascelli, Pentassuglia, Campo, Pendinelli e Pellegrino) in cui sono stati posti diversi rilievi circa il rischio concreto di accentuare le disomogeneità nell’assistenza sanitaria tra le varie province, le perplessità di diversi commissari sono rimaste: oltre a quelle già note di Cosimo Borracino che ha presentato diversi emendamenti, si sono aggiunte quelle di Paolo Campo (PD). Le due defezioni nella maggioranza hanno avuto buon gioco nel determinare, con le opposizioni, il voto finale contrario al provvedimento e le conseguenti dimissioni del presidente della III commissione Pino Romano.
In precedenza la seduta della commissione prevista per venerdì 20 con la partecipazione dell’Assessore alla sanità Michele Emiliano era stata spostata (a seguito di impegni istituzionali del presidente) a lunedì 23 gennaio per la discussione sulle “Linee ed indirizzi di politica sanitaria - Priorità“.
Riordino ospedaliero: l’impegno di Ruscitti non è stato sufficiente
Non sono bastate le rassicurazioni del neo direttore generale del Dipartimento Salute della Regione Giancarlo Ruscitti (che ha preso da poco il posto di Giovanni Gorgoni) a convincere i commissari sul piano ospedaliero. Ruscitti ha fatto una presentazione di ampio respiro partendo dal Piano operativo, per arrivare ai Livelli essenziali di assistenza (LEA) recentemente aggiornati, agli atti aziendali da approvare da parte da ciascun direttore generale con l’imprimatur dello stesso Dipartimento Salute e con l’impegno dello stesso Ruscitti a incontrare Direttore generali delle aziende sanitarie e sindaci per possibili aggiustamenti in progress.
Tutto questo non è stato sufficiente. Dopo gli interventi di ben 14 consiglieri di maggioranza e opposizione (Marmo, Zullo, Borracino, Perrini, Ventola, Gatta, Galante, Conca, Manca, Damascelli, Pentassuglia, Campo, Pendinelli e Pellegrino) in cui sono stati posti diversi rilievi circa il rischio concreto di accentuare le disomogeneità nell’assistenza sanitaria tra le varie province, le perplessità di diversi commissari sono rimaste: oltre a quelle già note di Cosimo Borracino che ha presentato diversi emendamenti, si sono aggiunte quelle di Paolo Campo (PD). Le due defezioni nella maggioranza hanno avuto buon gioco nel determinare, con le opposizioni, il voto finale contrario al provvedimento e le conseguenti dimissioni del presidente della III commissione Pino Romano.
In precedenza la seduta della commissione prevista per venerdì 20 con la partecipazione dell’Assessore alla sanità Michele Emiliano era stata spostata (a seguito di impegni istituzionali del presidente) a lunedì 23 gennaio per la discussione sulle “Linee ed indirizzi di politica sanitaria - Priorità“.
“E’ il giusto esito - proseguono i cinquestelle - per un piano pensato male e progettato peggio che non andava semplicemente rivisto ma totalmente modificato. Un piano fatto di tagli e chiusure immediate e di promesse future di riconversione, riprogettazione della rete emergenza-urgenza ecc. da realizzarsi non si sa bene quando. Un piano che ha privilegiato la salute dei bilanci regionali rispetto a quella dei cittadini pugliesi. Questa bocciatura e le dimissioni del presidente Romano - concludono - dimostrano ancora una volta la debolezza di questa maggioranza, puntualmente spaccata quando si tratta di prendere decisioni di fondamentale importanza per la Regione.”