Piano di recupero dell’antico basolato: un’occasione mancata (Mimmo Stella)

Il destino del centro storico di Mesagne, pareva essere segnato dopo che il dissesto idrogeologico nell’Aprile del 1986, ne minò la sua stessa esistenza.

Poi un’enorme quantità di recupero interessò interi caseggiati, monumenti, aree archeologiche, palazzi, strade e vichi, piazze e corti. Il borgo antico di Mesagne nel frattempo ha mutato pelle ed è divenuto uno tra i più peculiari del Salento: gioiello urbanistico, perla del barocco, epicentro messapico, albergo diffuso e centro enogastronomico.

Si aspettava però dal quel 1986, la madre di tutte le “battaglie”, ovvero, la sostituzione totale dell’impianto idrico e fognario oramai marcio ed obsoleto, risalente al 1930 ed indiziato n1 per gli eventi calamitosi verificatesi. Ci sono timori e speranze che attraversano gli animi di residenti, commercianti e ristoratori. Dopo oltre 30 anni, infatti, finalmente stanno per essere cantierizzati i lavori a cura dell’Aqp che interesserà, oltre al sottosuolo, anche e soprattutto chilometri di antico basolato che dovrà essere necessariamente tutelato. Più volte, in questi anni, il Comitato civico Terra di Mesagne, ha chiesto al comune di dotarsi di un Piano di recupero dell’antico basolato.

Questa esigenza nacque soprattutto alla luce delle polemiche sulle scelte molto opinabili adottate nel vicinato di Sant’Anna dei greci, tra via dei Dormio e via Rini nel 2012 ma più recentemente e proprio con l’operato di questa Amministrazione comunale, dopo i lavori di pubblica utilità che hanno interessato Piazza IV novembre, via Geofilo e Piazza Porta Piccola, dove furono maltrattate e sfregiate le antiche basole. Di certo, dopo i proclami, non ci aspettavamo che questa Amministrazione arrivasse così impreparata e senza un regolamento ad hoc su un aspetto urbanistico importantissimo.

Ad oggi l’unico regolamento comunale che dovrebbe disciplinare sotto l’aspetto tecnico e amministrativo i lavori sulle antiche “Chianche” è molto generico ed è contemplato nella “Pianificazione della Manutenzione Stradale”. Il Piano di recupero dell’antico basolato, avrebbe dovuto contenere invece, oltre alle indicazioni della Soprintendenza, fra l’altro, anche e soprattutto le soluzioni più idonee e le linee guida per capire quando una "chianca" si deve intendere usurata o comunque non più' riutilizzabile, come eventualmente sostituirla, le norme sulla modalità di estrazione delle stesse basole dal loro letto stradale, i disegni geometrici da rispettare ecc. ecc. A

scoltando il Sindaco nell’incontro con residenti ed operatori del centro storico, in merito agli imminenti lavori, mi ha colpito e preoccupato questo passaggio del primo cittadino: “Loro (la ditta) prevedono la sostituzione di un 30% di basole che si andranno a rompere”.

Il mio pensiero è andato subito alle pregiate basole di Piazza IV novembre e l’ho immaginata con il 30% di basole diverse, cioè ogni 10 basole hanno previsto che ne potrebbero sostiture 3, una enormità a mio avviso. Inoltre, vorrei ricordare al nostro Sindaco che probabilmente la ditta che eseguirà i lavori sarà seria e competente ma il fatto che abbia eseguito i lavori sul basolato nel centro storico di Napoli, non deve rappresentare una garanzia.

Mimmo Stella

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