Pta Mesagne: la confusione regna sovrana.

All’interno di quello che fu il nosocomio cittadino non si respira un’aria serena,

sembrerebbe infatti  imporsi il caos. Il personale, specialmente quello paramedico, vive affannosamente la quotidianità fra chi si è adattato, suo malgrado, ad una nuova mansione (dopo la dismissione dei reparti di medicina e lungodegenza) e fra chi invece vive l’incertezza del proprio futuro, specie per chi è addetto al PPIT (Punto Primo Intervento Territoriale) che, stando alle disposizioni regionali, dovrebbe chiudere e lasciar spazio alla sola postazione del 118 gestita quasi completamente da privati. Un’ipotesi questa che, a nostro avviso, oltre a non essere quella prevista dagli accordi presi nel marzo del 2017 con la Regione Puglia e i vertici dell’ASL , aggraverebbe ancor più la situazione del Pronto Soccorso del Perrino di Brindisi quasi sempre congestionato.  Purtroppo però sembra che si vada proprio nella direzione della chiusura, attese le grandi difficoltà che gli operatori hanno per assolvere alla loro funzione, ossia quella di stabilizzare gli utenti che arrivano al PPIT: manca un laboratorio di analisi per eseguire gli esami con immediatezza, non vengono assicurate le consulenze specialistiche, tranne quella oculistica, non si può avvalere della TAC e sembrerebbe che quando è assente il dirigente responsabile della radiologia, nemmeno la consulenza radiologica! Questa assurda situazione ovviamente comporta il trasferimento a Brindisi anche di casi che potrebbero essere tranquillamente trattati al San Camillo.   

Tante sono le criticità ancora da evidenziare in merito ad una riconversione lenta e caotica dove alcuni servizi probabilmente non si implementeranno mai mentre altri sembrano essere destinati a lavorare solo  parzialmente; è il caso, ad esempio, del servizio di radiologia che chiude alle 14.00. Vi è poi da segnalare che i servizi di  day service chirurgici non sono ancora a pieno regime rispetto al monte ore previsto e che l’Ospedale di Comunità, oltre ad aver praticamente perso quattro  posti letto pediatrici, sembrerebbe essersi trasformato in un reparto di lungodegenza abbandonando così la sua originaria funzione, ossia quella di fare da ponte tra i servizi territoriali e l’ospedale di riferimento.

Per quanto riguarda l’Hospice pare si siano ulteriormente allungati i tempi di attivazione (si parla di due/tre anni).  Ma la nota dolente ed   inspiegabile  è l’incremento esponenziale  dei costi che passerebbero da poco più di un milione di euro a 4,5 milioni rispetto agli 8 disponibili messi a disposizione per l’intera riconversione del San Camillo che a questo punto, stando a questi dati, riteniamo,  non sarà mai completata! Questo è purtroppo è il malsano modello di Sanità che ci consegna la Giunta Emiliano grazie anche, dobbiamo dirlo, all’inerzia e l’incapacità dei rappresentanti istituzionali della nostra provincia a contrastare una politica sanitaria regionale scellerata che ha fortemente penalizzato il nostro territorio, ha prodotto un vergognoso spreco di risorse pubbliche, ha ridotto strutture sanitarie con grosse potenzialità a meri ambulatori senza, peraltro, potenziare adeguatamente i servizi territoriali e domiciliari.

Il coordinatore di Progettiamo Mesagne il coordinatore di Mesagne Attiva

Antonio Calabrese Angelo Josè Pacciolla

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