Prima che sia scritta la parola fine a Mesagne. Il Comunicato dei consiglieri Pd Saracino e Orsini.

Se ce ne fosse stata data la possibilità, avremmo voluto motivare, nella sede istituzionale per eccellenza, perché non abbiamo inteso firmare

- pur avendo espresso sempre, in questi quasi 4 anni, opposizione a vari provvedimenti, bilanci (preventivi e consuntivi) e variazioni di bilancio in primis - un’eventuale mozione di sfiducia più volte preannunciata, peraltro, mai concretizzata, da parte della maggioranza dei consiglieri di maggioranza che hanno in questi quasi 4 anni sostenuto il sindaco Molfetta.

Avremmo motivato perché i consiglieri del PD non erano nelle condizioni di presentare un’autonoma mozione di sfiducia, non sussistendone i presupposti di legge.

Avremmo illustrato le ragioni che dovevano essere alla base delle dimissioni che il sindaco avrebbe dovuto rassegnare dopo la pubblicazione della notizia su “Quotidiano” del 6 gennaio, mai smentita e /o rettificata, che diversi consiglieri avevano già manifestato l’intenzione di ritirare - al di là e pur senza una formale mozione di sfiducia - il proprio sostegno al sindaco Molfetta.

Avremmo spiegato perché la presentazione di una formale mozione di sfiducia al sindaco era solo una prova di forza dei presentatori ed una “mortificazione” da infliggere a Molfetta che, ne siamo certi, conoscendo il suo spessore umano e politico, avrebbe immediatamente rassegnato, all’esito di un dibattito consiliare ad hoc, le dimissioni non appena preso atto del ritiro del sostegno da parte di diversi consiglieri della sua maggioranza.

Avremmo chiesto formalmente ai consiglieri che, legittimamente, intendevano ritirare il proprio sostegno al sindaco, i motivi di tale loro scelta ed il perché in 38 (trentotto) sedute di consiglio comunale, mai una (che fosse una) voce di dissenso si era levata in quella sede, ché, anzi, sono state solo voci di “lode”, talvolta anche pelose, rivolte al primo cittadino.

Avremmo anche detto che l’iniziativa (forse è quella che ha determinato l’accelerazione della procedura di interruzione traumatica della consiliatura) intrapresa dal gruppo consiliare PD, d’intesa con la segreteria del locale circolo (se tutti i consiglieri comunali fossero stati d’accordo), di richiedere la formale convocazione di una seduta consiliare (questa si, sussistendone i presupposti di legge) con all’ordine del giorno la situazione politico-amministrativa, fosse la scelta più sensata, atteso che avrebbe permesso a tutti i consiglieri (proprio tutti) ed al sindaco, di assumersi le proprie responsabilità dinnanzi alla Città che aveva (ed avrebbe ancora) diritto a conoscere quel che si è consumato sopra “la propria testa”.

Avremmo poi detto perché la decisione di chi nel gruppo consiliare PD aveva maturato l’idea di firmare la mozione di sfiducia o l’eventuale sottoscrizione delle dimissioni contestuali della maggioranza dei consiglieri comunali, peraltro risultando determinante, fosse una decisione politicamente scellerata e, comunque, inopportuna, posto che andava a premiare solo chi dal 2015 ha sempre impegnato ogni energia, legittima e comprensibile dal proprio punto di vista, per isolare o, addirittura, spaccare il PD.

Tutto questo e, forse qualche altra cosa (principalmente, ringraziare chi in questi 4 anni ha voluto gratificarci con il proprio consenso), avremmo voluto spiegare.

Non ce ne è stata data però la possibilità.

Il tempo, come sempre (o quasi sempre) galantuomo, dirà il resto.

Rosanna Saracino - Fernando Orsini

- consiglieri comunali PD Mesagne -

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