Asl latitante dal mese di aprile per i disabili. Manifestazione il 10 ottobre.
La Asl di Brindisi non risponde agli enti gestori ed ai familiari degli utenti.
È dallo scorso aprile che alcuni gestori di servizi socio-sanitari nella provincia di Brindisi provano, per vie formali ed informali, ad incontrare il Direttore Generale della Asl di Brindisi per il mancato riconoscimento e pagamento delle prestazioni relative ai ragazzi che hanno delle disabilità gravissime, la non regolamentazione del servizio di trasporto e la non applicazione della normativa regionale sulle assenze applicata per quello che riguarda la retta sociale.
Si continuano pertanto a ledere i diritti fondamentali della persona con disabilità sanciti dalle leggi nazionali e recepiti dalla normativa regionale – sebbene anche da parte della Regione Puglia si registra un silenzio totale rispetto a tutti gli appelli rivolti agli uffici competenti – e ad assumere un atteggiamento estorsivo nei confronti degli enti gestori rispetto alla presa in carico di persone con gravissime disabilità a condizioni economicamente insostenibili. Pertanto, visto che la protesta pubblica pare essere l’unica forma di comunicazione in grado di ricevere attenzione, utenti, familiari ed enti gestori hanno deciso di manifestare irrevocabilmente, in forma congiunta il prossimo 10 ottobre alle ore 10,00 presso la sede ASL di via Napoli.
Solo successivamente gli stessi saranno disponibili ad incontrare la Direzione Generale o, diversamente, interesseranno gli organi competenti per tutelare i diritti delle persone con disabilità e gli interessi di chi quotidianamente si fa carico dei percorsi assistenziali e riabilitativi indispensabili a garantire loro una vita dignitosa. Alcune ASL pugliesi hanno già dato risposte relative a queste problematiche, venendo incontro alle esigenze delle persone disabili e delle famiglie, garantendo il principio di libera scelta dell’Utente ed il diritto alle prestazioni socio-sanitarie e, rispetto agli enti gestori, facendo chiarezza sulle procedure.
Non è accettabile infatti che l’Azienda Sanitaria, ad esempio, faccia riferimento (informalmente) ad una lista d’attesa provinciale ma non se ne conoscano procedure e criteri di gestione della stessa; che a volte vengano pubblicati atti deliberativi di inserimento di utenti in strutture autorizzate di recente mentre chi per anni h garantito servizi di qualità non ottiene riscontro.