Santa “Striscia La Notizia” ovvero la querelle della TAC.
E' pervenuta in Redazione una nota che volentieri pubblichiamo. Si tratta di un contributo per fare chiarezza sulla questione Tac che si è verificata a Mesagne in questi ultimi giorni. Abbiamo rispettato la volontà del nostro interlocutore firmando l'articolo con quanto si legge alla fine.
Come era ovvio Fabio e Mingo hanno ottenuto il loro scopo: fitto si è sollevato il polverone sullo scandalo “TAC dimenticata”.
Come sempre, però, tra la polvere si gettano in tanti, probabilmente troppi e, d'improvviso, sono spuntati numerosi esperti pronti a pontificare anche su argomenti squisitamente tecnici.
Sarà il caso di segnalare qualche dubbio nella ridda di quanto letto e sentito.
Per cominciare le “Strategiche imprecisioni”, il grande imballo contenente le parti più ingombranti della TAC in questione non è dimenticato in un sottoscala come si è detto, ma fa bella mostra di se in quello che per quasi un secolo è stato l'atrio d'ingresso del S. Camillo di Mesagne e pertanto risulta a dir poco inappropriato parlare di DIMENTICANZE.
Procedendo in quest'analisi ci si imbatte in roboanti affermazioni tecniche sugli errori di destinazione dei locali scelti per allocare questa benedetta TAC, orbene, sarebbe appena il caso di chiedersi CHI abbia letto, ma soprattutto abbia SAPUTO LEGGERE il progetto di allestimento di tali locali e se costui-costoro avessero le cognizioni necessarie e sufficienti per poter discernere fra allestimenti per TAC ed allestimenti per RMN.
Infine, ma è fine giusto per la voglia di porre termine ad un'analisi che potrebbe facilmente allungarsi all'infinito, si è assistito all'inevitabile serie di scaramucce di quartiere (o forse sarebbe meglio dire di cortile, altro che il solito campanile) tendenti a stabilire quale “CADAVERE” conservare meglio: onorevoli che distribuiscono cognizioni a piene mani e si profondono in precisazioni (talvolta richieste, altre volte un po' meno) su nuove destinazioni di apparecchiature (anzi no, loro dicono “Macchinario”) in posti che potrebbero “...immediatamente accogliere...non solo perché dotati di spazi velocemente adeguabili ed adattabili alle esigenze, ma anche e soprattutto perché dotati di personale che può rendere operativa e funzionante la macchina a beneficio dei pazienti...” S I C!
Ma dove vivono? Lo sanno quanti chilometri separano i pazienti di Mesagne dai pazienti di San Pietro Vernotico? Dove vivevano nei tre anni passati? Sanno, almeno vagamente, di cosa parlano? Si sono mai chiesto da dove realmente provenissero i fondi utilizzati? Hanno mai sentito parlare di organici carenti? Occasionalmente gli capita di pensare prima di parlare? O sono esclusivamente attratti dall'insopprimibile
voglia di stiparsi sul carro che sembra promettere i posti migliori?
Condizionale Moribondo.