No al carbone presenta esposto in Procura per la torcia al petrolchimico.
Da oltre una settimana una delle torce del petrolchimico, nella zona industriale di Brindisi, sfiamma in maniera continua e costante, rilasciando nell'atmosfera enormi quantità di sostanze inquinanti.
Il fenomeno è iniziato il 14 ottobre ed è proseguito per 8 giorni (e probabilmente sta continuando anche adesso) nella totale indifferenza, più o meno di tutta la città e anche degli organi di stampa che dovrebbero, a nostro parere, quantomeno informare su cosa sta avvenendo vista la pericolosità di questi inquinanti quando immessi nell'ambinete, e le ripercussioni che hanno sulla salute umana.
Prendiamo in esame l'ultima sfiammata in ordine di tempo, quella del 1 gennaio 2013.
Nei successivi rapporti redatti dai tecnici delle aziende si legge che l’accensione delle torce fu provocata da un black out, che portò la Basell a smaltire in torcia 57 tonnellate di gas mentre la Versalis circa 500 tonnellate.
I verbali dell’Arpa riferiti a quella giornata registrano aumenti in percentuale rispetto ad alcuni inquinanti come gli IPA dell’ordine del 300% in corrispondenza dell’accensione delle torce per arrivare al 700 % al massimo di giornata. Stesse considerazioni e aumenti in percentuale anche per il PM10. In definitiva l’evento produsse significativi incrementi di inquinanti registrati dalle centraline e quindi non si possono naturalmente escludere gli effetti sulla salute.
( Rapporto tecnico accensione torcie Petrolchimico Brindisi 01 01 2013 )
Dunque, il fenomeno delle torce accese è rischioso per la salute, ed molto preoccupante, per la sua quasi ciclicità. Ma soprattutto non c'è da fidarsi!
Non ci fidiamo più visto che già in passato un uso illegale delle torce , usate come inceneritori, aveva portato al sequestro delle stesse e a un' inchiesta conclusa con una multa e con delle prescrizioni per le aziende. Tra queste l’installazione di misuratori di flusso con sensori in grado anche di identificare i gas inviati alla combustione e quindi all’emissione in atmosfera, e la realizzazione di un impianto di termossidazione.
E’ lecito chiedersi dunque se sono stati effettivamente realizzati questi impianti e se gli enti preposti (Arpa) abbiano effettuato le opportune attività ispettive al fine di valutare il loro funzionamento e se tutti i parametri rientrano nei limiti previsti.
E' lecito anche chiedersi se il Sindaco e le autorità locali siano state informate dell'incidente, e se periodicamente ricevono comunicazioni da parte delle aziende visto che le direttive dell' AIA lo impongono.
Considerato che il reato ambientale si configura quando c'è concreto rischio di danno, derivato da qualsiasi attività volontaria o colposa, alla persona, agli animali, alle piante, alle risorse naturali che costituisca offesa che vanta ogni cittadino individualmente e collettivamente;
vista la direttiva 2008/99/CE che stabilisce la perseguibilità penale delle condotte lesive che danneggino l’ambiente, che provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, alla qualità del suolo o alle qualità delle acque, ovvero alla fauna ed alla flora; chiediamo, attraverso un esposto presentato stamattina in Procura, che siano disposte le opportune indagini in ordine ai fatti esposti ed in particolare accertare se esiste ipotesi di reato, nella tutela della giustizia e della salute dei cittadini.
Non abbiamo altre armi, per il momento a Brindisi la legalità sembra essere l'unica arma di difesa.
COMUNICATO STAMPA NO AL CARBONE