Il Sindaco risponde a Carriero, Presidente Azim
Illustre Sig. Carriero
La lettera aperta che ha indirizzato allo scrivente non è mai pervenuta ufficialmente. Ne ho letto i contenuti esclusivamente dai giornali online. Peraltro non si coglie se sia stata scritta a nome personale o per conto dell’associazione che rappresenta. Detto questo, ho francamente trovato la sua missiva strumentale e approssimativa. A cominciare dal dubbio sulla operatività dell’Amministrazione mesagnese “visto il totale silenzio e latitanza”. E’ male informato considerato che trascorro praticamente la quasi totalità del mio tempo al servizio della città, dentro e fuori dal Palazzo, gestendo una consistente mole di questioni che riguardano tutti i settori della vita di una comunità.
Prima ancora di rispondere ai suoi furiosi quesiti, le porgo alcune domande. A quale titolo si fa portavoce di tutti i cittadini mesagnesi? Crede, Sig. Carriero, che per il semplice fatto di rappresentare il settore industriale locale, lei possa vantare il diritto di sintetizzare il pensiero di tutti gli elettori? Pensa di potersi rivolgere in tal modo alle istituzioni? Quale investitura la mette nelle condizioni di parlare di senso civico, di consenso per meriti e addirittura di ipotizzare favori a fini elettorali?
Chi le parla non è in campagna elettorale. Chi le parla è il Sindaco della Città che ha il dovere di tutelare l’intera comunità.
Certo oggi va di moda cavalcare il disprezzo delle Istituzioni e di chi le rappresenta prefigurando una inesistente distinzione tra società politica – corrotta e incompetente – e una società civile e produttiva – rigorosa e professionale. E purtroppo le ultime vicende nazionali dimostrano che parte della società civile e imprenditoriale non è esente da episodi di corruttela. E’ un gioco al massacro che non giova a nessuno e allontana anziché avvicinare le possibili vie di uscita da una crisi gravissima che attanaglia le famiglie e la società italiana. Comprendo pure che cercare un capo espiatorio fuori da se stessi è un altro sport molto praticato, meno costoso dello sforzo di chi, prima di alzare l’indice accusatorio, chiede a se stesso se ha fatto il massimo per realizzare condizioni migliori.
E allora le chiedo: pensa di avere fatto il massimo scrivendo questa lettera avvelenata?
Non si ricostruisce così il tessuto civile e la crisi economica non può essere superata teorizzando che le colpe siano solo fuori dalle proprie responsabilità. Non posso tacere alla mia città che in ogni occasione in cui non si deve gridare e insultare ma studiare, informarsi, ragionare e proporre, lei è sempre l’assente ingiustificato. E’ proprio nel suo caso che credo si possa parlare di silenzio e latitanza. E non posso non rilevare come altri rappresentanti di altrettanto autorevoli associazioni produttive pur non lesinando mai critiche anche pesanti all’Amministrazione, sono sempre
presenti nel fornire i loro contributi per uscire insieme dalla crisi e non attendersi sempre dall’alto una soluzione quasi miracolosa.
Venendo alla questione presa come spunto per strumentalizzare ancora una volta la figura dei lavoratori, bisogna dire che uno sforzo di informazione e di documentazione avrebbe permesso di verificare cosa ha significato in termini di costo per i cittadini l’aumento di “sei-ore-sei” a 18 dipendenti comunali che passano da 24 a 30 ore il loro servizio settimanale, e il loro stipendio da poco meno di 800 € a poco più di 900 €. Dovrebbero vergognarsi chi lo ha permesso e chi lo ha ricevuto per il solo fatto che altri non prendono nemmeno questo? A chi giova contrapporre occupati e disoccupati teorizzando che chi già possiede uno “straccio” di lavoro deve ringraziare di averlo e soprattutto deve rinunciare a migliorare la propria condizione? Non dovrebbe un imprenditore illuminato, se si verificano le condizioni, migliorare le posizioni contrattuali dei propri dipendenti? O la dilagante disoccupazione può essere contrastata solo riducendo i diritti degli occupati? Addirittura lei parla di lavoratori privilegiati, dimenticando, nella furia delle sue argomentazioni, che il lavoro è un diritto. E badi bene che un’Amministrazione deve lavorare per creare opportunità. L’Amministrazione non lavora per dare un contentino che toglie DIGNITA’ alle persone in difficoltà. A questo proposito mi basta ricordare alcuni passaggi fondamentali. Innanzitutto gli stage formativi che abbiamo in animo di riproporre e che hanno creato una rete virtuosa di collegamento tra Comune, aziende e giovani disoccupati. Dispiace constatare però che dei 23 stagisti nemmeno uno ha avuto l’onore di poter varcare la soglia della sua azienda. Eppure lei parla di proposte concrete. Perché non ha dato disponibilità ad accogliere almeno uno di questi ragazzi che non avrebbe pesato sulle finanze della sua attività?
E ancora ricordo le Borse lavoro che garantiscono a diversi cittadini in difficoltà di prestare un servizio utile alla città, guadagnando un piccolo stipendio e recuperando la dignità di cui parlavo prima. Senza parlare dello sportello informativo per le imprese che organizza periodicamente incontri ai quali non sembra essere pervenuta la sua presenza. Fino al servizio di assistenza che l’Urp fornisce a quanti hanno bisogno di conoscere le proposte di lavoro del territorio.
E’ stato inoltre programmato un incontro con le associazioni di categoria per illustrare il nuovo regolamento dell’Imposta Unica Comunale ed è intendimento dell’Amministrazione prevedere un abbattimento dell’aliquota IMU anche per gli immobili industriali. Lei sapeva che ci sarebbe stato questo incontro ma non ha resistito alla voglia di seguire le “sollecitazioni” di Progettiamo Mesagne ed ha voluto avvelenare piuttosto che ascoltare, ha preferito giudicare a prescindere dai fatti piuttosto che confrontarsi con chi oggi combatte da una scomodissima postazione una crisi economica che coinvolge tutta l’Italia. E’ fin troppo facile, quanto intellettualmente non onesto, addebitare la colpa della crisi che investe l’intera nazione al proprio Sindaco. Così come è fin troppo populista agitare la bandiera della tutela di lavoratori che troppo spesso sono stati mortificati da qualche imprenditore anche quando gli affari andavano a gonfie vele, in tempi non sospetti.
Per la piccola comunità che rappresento, fintanto che ricoprirò questa responsabilità - che i cittadini mi hanno conferito attraverso democratiche elezioni e che gli stessi decideranno di attribuire a chi vorranno tra meno di un anno – farò l’impossibile per non far degradare la polemica politica in una incendiaria e distruttiva contrapposizione che annulla le storie delle persone, lo sforzo compiuto, i risultati raggiunti evidenziando solo le innegabili difficoltà. E continuerò ad essere sempre disponibile con l’associazione che lei rappresenta e con tutti coloro che sono aperti ad un confronto anche aspramente critico ma sempre costruttivo nell’interesse dell’intera collettività. Disponibilità che mai dimostrerò nei confronti di coloro che lanciano accuse vigliaccamente anonime sui social network.
Con lo stesso affetto con cui Lei mi ha salutato
Il Sindaco
Franco Scoditti