Scoditti apre la crisi. (di Giuseppe Florio)

Un colpo di testa o una mossa studiata a tavolino? Sabato sera, affollata iniziativa politica nell'auditorium del Castello Normanno Svevo organizzata dal democratico Mino Carriero, relatori due pezzi da novanta quali l'europarlamentare Gianni Pittella e il segretario regionale del PD Michele Emiliano.

Il sindaco di Mesagne Franco Scoditti è al tavolo degli ospiti, dovrà fare – come conviene - gli onori di casa. Ma il suo intervento prende da subito una piega irrituale, diventa l'appassionata perorazione del centrosinistra inteso come valore. Di punto in bianco, una dichiarazione inattesa e neppure prevedibile, che gela una parte degli astanti e ne eccita altri. Infrangendo una sorta di codice di comportamento improntato alla prudenza, cifra del «troncare, sopire» che ha solitamente caratterizzato la sua azione pubblica e forse la sua stessa biografia, Scoditti afferma: «L'autocandidatura a sindaco di Pompeo Molfetta ha rotto il centrosinistra». La frase è forte, risuona nella sala come una rasoiata.

 E' come dire: sciolgo il rapporto di fiducia che lega l'amministrazione ad uno dei partiti che la sorregge, è il primo cittadino che sfiducia una parte consistente della propria maggioranza, è il sindaco che liquida SEL, di fatto concludendo anticipatamente la consiliatura. Poi integra: «Io voglio salvaguardare il centrosinistra, l'ho fatto in questi 4 anni, chiedo a Michele Emiliano di aiutarmi a farlo». L'esternazione non può passare inosservata, nell'auditorium è presente anche il deputato Toni Matarrelli, convenuto per salutare l'amico Emiliano.

A stretto giro di posta il parlamentare affida la sua riflessione al pubblico di Facebook: «L'affermazione di Scoditti è sconcertante. Perché pronunciata dal capo dell'amministrazione, mentre nessuno - tra i partiti dello schieramento - aveva avuto alcunché da recriminare. Perché proprio quel capo dell'amministrazione non sarà ricandidato, come solitamente accade, dal suo stesso partito, essendone stato di fatto sfiduciato. Perché tale dichiarazione, anziché costruire il necessario cambio di passo per Mesagne, sembra voler dar fuoco alle polveri. Stasera voglio comunque pensarla in positivo: cerchiamo di voltare pagina in fretta».

Le prime reazioni private, anche dei sellini lealisti come il vice sindaco Giancarlo Canuto, sono basite.: «Ha davvero deciso di interrompere anzitempo il mandato?». Interpellato nella tarda serata, Scoditti non arretra: «Se crisi ci sarà, l'ha aperta Molfetta, candidandosi senza alcun confronto preventivo nel centrosinistra, ma aprendolo invece con chiunque, con rischi di trasformismi e la possibilità di trovarsi al fianco di personaggi da sempre a destra nel panorama politico, alimentando il sentimento diffuso di avversione a partiti e politica che, a mio avviso, non porta a nulla di buono per la tenuta del sistema democratico. Io non credo che la coalizione possa rompersi così, invito ciascuno alla responsabilità di portare a termine alcuni fondamentali impegni programmatici assunti.

Quanto ai rilievi di Matarrelli, a me il partito aveva chiesto che cosa avessi deciso in merito al futuro. Sono stato io a dichiarare la mia indisponibilità a ricandidarmi». Con la sortita del primo cittadino, la campagna per le prossime amministrative subisce uno scossone le cui conseguenze immediate e a media e lunga gittata non sono ancora facilmente calcolabili. Ma è probabile che chi dipingeva Scoditti come un sindaco-notaio, dovrà ben presto fare i conti con un Cossiga in salsa locale, impaziente di togliersi i sassolini dalle scarpe e, forse, di picconare un sistema che non ha mai ben sopportato. Sinistra Ecologia Libertà, i partiti della minoranza di centrodestra ma anche il PD sono avvisati.

Giuseppe Florio

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