Nota Sindaco Scoditti su Legalità.
Non ci sono eventi, nazionali o internazionali, che non vengano utilizzati dal Movimento Progettiamo Mesagne per un affondo contro l’Amministrazione da me rappresentata oltre che contro l’immagine della città di Mesagne.
L’ultima è stata utilizzare le vicende drammatiche per il nostro Paese dell’inchiesta “Mafia capitale” per un rocambolesco rimbalzo su Mesagne, sperticandosi in giudizi davvero approssimativi oltre che profondamente ingiusti.
L’inchiesta di Roma scoperchia un sistema di corruzioni e intrecci di interessi perversi, sicuramente presente in vaste zone del Paese ma che a Mesagne in questi 25 anni (e ribadisco 25) siamo stati capaci tutti (società civile e politica, struttura burocratica, terzo settore e imprese) di tenere alla larga nonostante la eccezionale presenza di criminalità organizzata e la forza travolgente del “dio denaro” che costringe a sempre maggiori difese.
Nessun amministratore o funzionario è stato mai condannato per corruzione, le inchieste importanti non sono arrivate mai al processo. Le amministrazioni si sono succedute con colori diversi anche se con prevalenza del centrosinistra ma soprattutto con persone diverse e Mesagne è rimasta fuori da questa patologia gravissima che è l’intreccio tra politica e affari.
Eppure ciò non è accaduto in tante amministrazioni dei paesi a noi vicini tra Brindisi, Lecce e Taranto che anzi sono state attraversate da inchieste e da condanne disonorevoli per i casi di corruzione individuati. Un fatto che dovrebbe renderci fieri tutti e impegnarci senza divisioni a tenere questa città incontaminata.
Allora domando a me stesso e ai miei interlocutori, a chi giova rappresentare Mesagne e le sue istituzioni in questo modo? Fa bene, anche quando vi è una conclamata anomalia positiva, far apparire questa comunità per quello che non è? E per stimolare al maggiore impegno – sempre necessario – occorre passare dalla denigrazione e dalla mistificazione della realtà?
Per tornare alla nota di Progettiamo Mesagne è bene sottolineare che non ho mai vantato successi nella lotta alla criminalità organizzata per la semplice ed elementare ragione che tali compiti, ed i conseguenti meriti, infatti, non spettano agli amministratori pubblici ma alle forze dell’ordine impegnate nelle azioni di contrasto operativo.
Al Sindaco e all’Amministrazione spetta il compito di creare le condizioni affinché la criminalità non attecchisca e non si radichi sin nel profondo del corpo sociale, a partire dalle Istituzioni, attraverso azioni di controllo e monitoraggio e costanti azioni di sensibilizzazione. La nostra azione, in tal senso, è stata sempre attente e scrupolosa e le nostre iniziative sono state numerose e significative: la collaborazione con l’associazione Libera, l’attività svolta con le scuole nell’organizzazione di manifestazioni a tema, il proficuo rapporto con l’associazione antiracket, le varie manifestazioni pubbliche, l’impegno all’interno di Avviso Pubblico con l’elezione del sottoscritto nel Consiglio direttivo, la costituzione di parte civile in tutti i processi a carico di esponenti della criminalità locale. Iniziative tutte queste che hanno consentito alla nostra comunità di essere presa ad esempio nei vari consessi locali e nazionali dove ci si confronta sulle pratiche di legalità.
Impegno, iniziative e sollecitazioni nei confronti della città per tenere sempre alta l’attenzione sui temi della difesa della legalità e della lotta alla criminalità organizzata. Iniziative che, credo, gli amici di “Progettiamo Mesagne” conoscono, anche se non sempre supportate dalla loro attiva partecipazione.
Vorrei concludere ricordando come l’inchiesta di Roma indubbiamente ci spinge a fare di più e sempre meglio, con atti formali e testimonianze personali. Ma proprio riferite a queste ultime, l’inchiesta “mafia capitale” ci conferma ancora una volta che la spirale di corruzione così elevata presuppone sempre una “catena di atti criminosi” che attraversano trasversalmente la società e le sue istituzioni.
Nonostante ogni possibile strumento di prevenzione, seppure necessario, sono comunque e sempre i comportamenti personali che valgono e da questo punto di vista il sottoscritto come tutti i componenti della Giunta comunale che si sono avvicendati in questi cinque anni, possono vantarsi di essere stati esemplari protagonisti di uno specchiato metodo amministrativo e sono certo che l’ormai radicato esempio virtuoso sarà anche la bussola delle futura compagine amministrativa.
Confermando ancora una volta che per ciascuno di noi, qualsiasi ruolo ricopra, parla la nostra vita.
Una società sana si fonda, anzitutto, su comportamenti personali sani, prima ancora che su qualsivoglia – anche se necessaria ed indispensabile - norma legislativa e regolamentare di prevenzione.
Il Sindaco – Franco Scoditti