Sanità, piano di riordino. M5S: “Ancora una volta il libro delle buone intenzioni, ma nella realtà assistenza territoriale ancora a zero”
“Siamo alla sesta delibera per la modifica del piano di riordino e ancora una volta ci troviamo davanti al libro delle buone intenzioni
che, sulla carta, rispecchia le richieste del DM 70 per riorganizzare la rete ospedaliera. Peccato che la realtà sia del tutto diversa, scelte che hanno sguarnito i bacini periferici delle province pugliesi e un'assistenza territoriale sempre pregna di delibere innovative prive di impegni di spesa. Che senso ha continuare a modificare il testo, che il prossimo giovedì verrà portato a Roma, senza tenere conto non solo delle nostre osservazioni, ma anche di quelle degli addetti ai lavori e di chi lavora sui territori? La partecipazione evidentemente per Emiliano è solo uno slogan”. Lo dichiarano il capogruppo del M5S Marco Galante e il consigliere regionale Mario Conca al termine della seduta della III commissione in cui si è tenuta l’audizione del direttore del dipartimento regionale delle Politiche della Salute Vito Montanaro sul piano di riordino ospedaliero.
“Avremmo voluto chiedere al Presidente/Assessore della scelta, su cui ancora attendiamo spiegazioni - incalzano i pentastellati - di rimodulare i 400 milioni di euro previsti per i PTA (presidi d’assistenza territoriale), gli ospedali di Comunità e i CPT, facendoli diventare 60 milioni. Peccato che sia impegnato nell’ennesima missione istituzionale, a quanto pare più importante della salute dei pugliesi. E se anche ci fosse stato, ci avrebbe propinato la sua versione dei fatti ben lontana dalla realtà, come accaduto per la chiusura del punto nascita di Bisceglie. Abbiamo ancora bene impresse le sue parole nel consiglio comunale monotematico in cui scaricava la colpa della chiusura sul Ministero, parlando di una sua risolutiva richiesta di deroga, mentre la realtà è ben diversa: il Ministero non c’entra e la chiusura del punto nascita era stata richiesta dal Dipartimento Regionale della Salute nel 2017, come poi, carte alla mano, è stato costretto ad ammettere. Siamo stanchi di queste continue bugie e tentativi di scaricabarile per giustificare un piano pensato male e progettato peggio che non andava semplicemente rivisto, ma totalmente modificato. Un piano fatto di tagli e chiusure immediate a fronte della realizzazione di nuovi ospedali certamente non prossima nel tempo e di promesse di future riconversioni, che al momento non si sa ancora come realizzare, figuriamoci quando. Ed ancora, un piano che espressamente preannuncia che anche il sistema dell’emergenza urgenza sarà oggetto di profonda trasformazione con necessità di ulteriore revisione del sistema predetto in termini di numero di postazioni, collocazione delle stesse, tipologia di equipaggi. Un documento efficace quindi solo sulla carta - concludono - ma i cui unici effetti al momento, sono l’affollamento dei Pronto Soccorso, i PPI chiusi e i posti letto tagliati”.